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Aumenta di 5 centesimi la benzina per sostenere la Protezione Civile. Facile vincere così

E’ la notizia del giorno. Oramai non trascorre una sola giornata della nostra vita che non sia scandita dall’aumento o dall’applicazione di una nuova imposta. Altri 5 centesimi andranno ad aggiungersi alle decine di ulteriori centesimi che in questo ultimo anno hanno fatto toccare alla super la soglia dei due euro. Non conosco bene le statistiche in merito ma penso che in nessun altra parte del mondo i carburanti abbiano mai toccato livelli così elevati.

La protezione Civile è uno dei pilastri importanti per una società civile, ed è giusto che venga finanziata dai cittadini. Non è giusto, invece, il metodo scelto. Sembra che la fantasia di questo Governo di tecnici, tutti super professoroni, abbia esaurito la sua fantasia. Servono soldi e li vanno subito a prendere applicando accise su accise, ovvero tasse su tasse sui carburanti, che peraltro per effetto della tassazione indiretta a cui sono sottoposti, gli ulteriori cinque centesimi in effetti saranno 6,1, visto che verrà poi, a valle, applicata l’IVA del 21%. Questo spasmodico attaccamento ai carburanti comincia a preoccuparci, non solo per la devastante inflazione in corso, ma per le conseguenze disastrose che avrà sull’economia reale. Di conseguenza tutti i prodotti e servizi aumenteranno ribaltandosi ovviamente senza pietà proprio sui ceti medi e bassi della popolazione. Le statistiche di questi ultimi giorni già ci presentano un paese che sembra uscito da una guerra. I consumi in tutti i settori sono a picco. Le aziende chiudono, la disoccupazione dilaga e questi professoroni non riescono a trovare null’altro che incrementare tale stato di crisi.

Qui due sono le cose, o noi siamo diventati tutti dei deficienti e non riusciamo veramente a comprendere come tutto ciò appartenga al nuovo Progetto sadicamente, direi io viste i risultati denominato “Salva Italia”, oppure c’è qualcosa che non quadra. Alcuni giorni alcuni economisti hanno pubblicato su autorevoli riviste americane che la cura Monti in effetti non sta apportando alcun beneficio e che se è vero che si sta battendo cassa, questo atteggiamento produrrà ulteriore debito pubblico per riduzione delle entrate erariale, dovuto ovviamente, per la riduzione drastica dei consumi , dato che la forte pressione fiscale riduce automaticamente i consumi, generando peraltro paure che influenzano ulteriormente in negativo i consumatori che saranno portati a risparmiare, prevedendo scenari non confortanti.

A questo punto a me viene spontaneo chiedere al Professor Monti, di cui comunque sono estimatore, sempre in termini di economia, come fa a spiegare e giustificare questa sua scelta. Il suo decreto Salva Italia ce l’ha venduto anche in funzione di una crescita. Questa crescita sembra esser diventata un’utopia. Il PIL sta scivolando giù, il potere d’acquisto diminuisce, la disoccupazione è a livelli di seria preoccupazione sociale e ciliegina sulla torta continua imperterrito a tassare i carburanti.

Quello che ci vorrebbe oggi è della seria volontà di cambiare le cose. Prima di tutto, una volta tanto mandare a quel paese l’Europa, ci si indebiti per altri 100 miliardi, che verranno buttati negli investimenti produttivi seri e controllati. Si facciano leggi severe contro i pescicani della finanza e della politica che ci hanno portato a queste condizioni.

Professor Monti, non abbia paura del Parlamento ahimé ancora composto da tante anime sparse. Li affronti proponendo decreti improntati alla crescita, al recupero di tutte quelle masse di denari che sono andati sprecati e vedrà che il Popolo Italiano per quanto sornione, narcotizzato da una politica subdola, saprà darsi una mossa schierandosi al suo fianco. Però lei caro Professore deve decidere con onestà di pensiero con chi stare, perché la gente comincia a pensare che alla fine della giostra a pagare saranno i soliti deficienti e che, chi ci ha squazzato sin’ora sulle spalle di noi tutti, continuerà a farlo indisturbato. Vede questo è quello che più di tutto ci sta irritando. Ci irrita e ci indigna che a capire le esigenze del paese dobbiamo essere sempre noi, lavoratori dipendenti e pensionati  e chi, sin’ora ci ha preso per i fondelli, continui ad usufruire di vitalizi, prebende, auto blu e benefit estendibili sino alla loro quarta generazione, in quanto dalle norme sin’ora da voi emanate, non ci sembra che siano stati posti in essere adeguati correttivi per combattere questo ingiusto sistema, anzi al contrario, sembra ancora una volta che lo si voglia ulteriormente favorire . 

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