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Attivista delle “Pussy Riot” rischia l’estradizione in Turkmenistan

Aysoltan Niyazova, attivista e componente della band “Pussy Riot”, è stata arrestata il 31 maggio appena entrata in Croazia dalla Slovenia.

Niyazova, che ha passaporto russo e turkmeno, è stata fermata prima della tappa croata del tour “Riot Days”, che contesta l’aggressione russa all’Ucraina e raccoglie fondi in favore di un ospedale di Kiev.

Nei suoi confronti, nel 2002 il Turkmenistan ha emesso tramite Interpol un avviso rosso di ricerca per un mandato di cattura per presunta appropriazione indebita di 40 milioni di dollari dalla Banca centrale. Niyazova ha sempre contestato quest’accusa.

Amnesty International ha denunciato numerosi casi in cui le autorità turkmene hanno emesso mandati di cattura per accuse false. Dissidenti e difensori dei diritti umani vengono regolarmente arrestati e sottoposti a tortura. Lo stesso padre di Niyazova, esponente dell’opposizione politica, è morto in carcere in circostanze sospette.

Questo potrebbe essere il destino di Niyazova se le autorità croate decidessero di estradarla in Turkmenistan, peraltro in violazione del diritto internazionale, che vieta il ritorno o l’estradizione di una persona in uno stato dove potrebbe rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani.

Amnesty International ha sollecitato le autorità della Croazia a scarcerare Niyazova e respingere la richiesta di estradizione.

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