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Attenti alle truffe (on line)

La navigazione in rete è piena d’insidie, conoscere le truffe on line, a volte, basta a difendersi da soli. Bisogna sapersi guardare attorno e fare un po’ di attenzione.

“Siamo l’Agenzia delle Entrate e abbiamo bisogno di verificare alcune informazioni relative alle vostre imposte, visitate questo sito web e fornite queste informazioni…” . Forse abbiamo già ricevuto una mail così o molto simile. Molti ci cascano e forniscono i dati.

Ci scrive la nostra banca, le poste, l’Agenzie delle Entrate; e poi, associazioni, enti assistenziali. Ci provano con tanti nomi e tanti modi, spesso anche sofisticati. Esiste una vera e propria tecnologia per creare e gestire le truffe on line, si chiama ingegneria sociale. Nell’ambito della sicurezza informatica, per ingegneria sociale (dall'inglese social engineering) s’intende lo studio del comportamento individuale di una persona al fine di carpire informazioni. I criminali che utilizzano questi metodi sono i cosiddetti phisher, che riescono a raccogliere abbastanza dati da poter aprire conti bancari o richiedere finanziamenti a nome di un’altra persona.

Quali sono le truffe che bisogna conoscere ed evitare?

Fare un elenco completo delle truffe che vagano nella rete è pressoché impossibile, anche perché ogni giorno ne nascono di nuove. Spesso, però, si tratta solo di vecchie truffe trasformate tecnologicamente per essere utilizzate tramite internet.

Fra le più classiche, oramai, è sicuramente quella che avviene attraverso la vendita on line. La merce è messa in vendita su siti specializzati o in aste online; il prezzo di vendita particolarmente conveniente attira le inconsapevoli vittime. Una volta conclusa la vendita, si richiede il pagamento della somma mediante ricariche di carte tipo Poste Pay. Riscossa la somma, la merce venduta non viene in realtà mai spedita all'acquirente.

Come fa il truffatore a compiere questo illecito senza essere beccato?

Il truffatore attiva aste online con falsa identità ed utilizza connessioni internet in radio-frequenza, accoppiate a schede telefoniche non riconducibili alla sua persona. Attiva, poi, per la riscossione degli illeciti guadagni, carte tipo Poste Pay intestate ad altri soggetti.

In che modo il criminale informatico riscuote il denaro rubato?

Sicuramente, non l’unico, ma uno dei metodi più usati è utilizzare un’altra truffa, denominata Money Mule. Si tratta di una finta ricerca di lavoro, che non offre un vero lavoro, ma conduce l’aspirante lavoratore in un giro di riciclaggio di denaro, punibile dalla legge (art.648-bis del Codice Penale) con la reclusione da 4 a 12 anni.

Un “mulo” è una persona che trasferisce il denaro rubato o merci da un paese all'altro, sia di persona, attraverso un servizio di corriere, o con mezzi elettronici. Ovviamente le vittime non sono a conoscenza che il denaro o le merci che trasferiscono è stato rubato. In questo modo il truffatore tramite l’ignaro mulo spedisce il denaro o i beni a se stesso. Questo processo oscura la vera identità del truffatore e la sua posizione geografica.

Il mercato criminale delle false identità e delle truffe porta ai malviventi tecnologici sia dati personali che denaro e riesce a fare molto profitto. Non è quindi pensabile che alle spalle di queste attività non vi siano delle organizzazioni criminali che alimentano questa economia sommersa.

Ci si può difendere?

Le Forze dell’ordine cercano di avere lo stesso passo tecnologico dei criminali informatici, ma non sempre ci riescono. Non è una guerra persa in partenza, ma le battaglie sono tante, lunghe e a diversi livelli.

Difendersi potrebbe essere quasi impossibile se ci si trova coinvolti in una truffa organizzata e studiata bene, ma spesso, siamo inavvertitamente noi stessi attori della nostra possibile sventura per imprudenza o semplice superficialità.

A volte, basta avere un po’ di buon senso, pensare prima di agire, guardarsi attorno e fare attenzione. In fondo, navigare nella rete internet è come passeggiare nella propria città.

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