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Attentato di mafia a Latina. Colpito il "Villaggio della Legalità" di Libera

L’apparentemente tranquilla città di Latina continua ad essere teatro di vicende che sembrano testimoniare il crescente inquinamento di un luogo che, un tempo, era una sorta di oasi felice.

È di ieri l’ultimo drammatico e significativo evento.

Il villaggio della Legalità di Borgo Sabotino (Latina) – affidato mesi fa a “Libera”, cioè il Coordinamento delle associazioni antimafia – è stato oggetto di un attentato, portato a termine da un commando, consumato col favore delle tenebre.

Secondo il giudizio degli inquirenti sono state almeno otto-dieci le persone che avrebbero preso parte attiva alle violenze. Lo scenario parla chiaro: vetrate spaccate, fili elettrici tagliati, la sala proiezioni sfasciata.

DANNI GRAVI – Questa area, di circa quattro ettari, fu confiscato per il reato di abusivismo edilizio affidato a Libera. Era stato inaugurato il 18 luglio 2011 alla presenza di Don Ciotti e intitolato a Serafino Famà, una delle (molte) vittime di mafia del nostro tormentato Paese. Da allora i volontari hanno lavorato senza sosta per migliorare la vivibilità dell’area, che presenta una grande tensostruttura. Ma la devastazione avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 ottobre ha vanificato, nei fatti, un anno di duro lavoro, lasciando un messaggio intimidatorio che le Istituzioni faranno bene a non sottovalutare.

NEL RICORDO DI DON BOSCHIN - Va aggiunto che, per la giornata di sabato 22 ottobre, l’associazione aveva organizzato un incontro che prevedeva, tra le altre cose, la visita al vicino Borgo Montello dove morì, assassinato, Don Cesare Boschin, forse a seguito di una rapina, il 30 marzo 1995. Ma c’è chi sospetta che qualcuno gli abbia voluto chiudere la bocca perché si interessava di “situazioni particolari” legate alla discarica di Borgo Montello. Ciò che dà da pensare è che alcuni giorni prima dell’omicidio, questo sacerdote, che era giunto dal Veneto negli anni ’50, parlava di strani movimenti notturni nei pressi della discarica: scarichi in piena notte, odori nauseanti…

LA CITTA’ E’ A UN BIVIO - Antonio Turri, personaggio noto in città per il suo impegno contro le Mafie, non si dà pace. “Un evento che avevamo pubblicizzato per sensibilizzare i cittadini… che è diventato il bersaglio della violenza. E’ stata un’azione pianificata con una forza militare.” ha detto ai colleghi di Repubblica. Il Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, stigmatizzando tale atto, ha espresso ferma condanna e piena solidarietà alla Associazione "Libera" e conferma la piena disponibilità da parte dell'Amministrazione comunale nel perseguire, nelle opportune sedi, i responsabili. Ma le dichiarazioni ufficiali servono fino a un certo punto. Quello di cui la città ha davvero bisogno è una presa di coscienza collettiva da parte dei latinensi, che troppe volte, in passato, hanno girato la testa da un’altra parte. Oggi una cosa è sicura: è tempo di aprire gli occhi e di scegliere una volta per tutte da quale parte stare. In città, intanto, sta prendendo piede l’idea di organizzare una manifestazione di solidarietà a Libera.

Credits Photo: Libera

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