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Asessualità e BDSM: due rette parallele che a volte si incrociano

Asessualità e BDSM possono apparire, ad un primo sguardo ingenuo, due mondi incompatibili che non potranno mai convivere all’interno della stessa persona. I soggetti asessuali, come possiamo leggere sul portale italiano di AVEN (la più vasta comunità mondiale online di asessuali), sono quegli individui che non provano attrazione sessuale nei confronti di nessun genere o sesso. In poche parole si tratta di persone che vivono benissimo la propria vita e le proprie relazioni di coppia senza sentire necessariamente il bisogno di avere rapporti sessuali. Non a causa di un disturbo mentale o di una disfunzione sessuale ma per via del loro naturale orientamento. 

Gli asessuali introducono la distinzione tra orientamento sessuale e orientamento romantico. Quest’ultimo è improntato al bisogno di prossimità e di contatto intimo e affettivo piuttosto che alla necessità di uno scambio sessuale. Da queste caratteristiche si deduce la piena capacità, da parte degli asessuali, non soltanto di innamorarsi ma anche di stabilire delle vere e proprie relazioni sentimentali.

Una recente ricerca di Yule e collaboratori (2017) ha confermato che, seppur in percentuale minore rispetto alla popolazione generale, gli asessuali mettono in atto comportamenti autoerotici e hanno fantasie sessuali. A caratterizzare queste fantasie è la constatazione che gli asessuali si osservano come separati dagli atti sessuali e non si identificano mai con i personaggi su cui stanno fantasticando (Bogaert, 2012). Sembra poi che una certa percentuale riporti delle fantasie di tipo parafilico. Ad incuriosire però è la prova che alcuni soggetti abbiano avuto esperienze masturbatorie connesse a fantasie che richiamano il mondo BDSM. Non si tratta solo di fantasie, come dimostrato da un articolo apparso su Sexualities nel 2015, in cui vengono intervistati alcuni soggetti asessuali che dichiarano di frequentare abitualmente club BDSM.

A questo punto una domanda potrebbe sorgere spontanea: come è possibile che individui che non sentono la necessità di fare sesso siano attratti da un mondo convenzionalmente riconosciuto come un movimento sociale e culturale a forte carica erotico-sessuale ed emblema della sessualità estrema?

Rispondere esaustivamente ad un così complesso quesito non è certo semplice. In primo luogo, pur essendo considerato “pericoloso” per il tipo di pratiche attuate, il BDSM conserva, sin dalla sua nascita, la volontà di essere sano, sicuro e consensuale, un gioco tra partner vissuto in un contesto di sereno rispetto e consapevolezza dei comportamenti adottati. È importante poi il concetto della negoziazione dei limiti che i partecipanti sono tenuti a rispettare in maniera ferrea. È proprio la possibilità di decidere fin dove ci si può e ci si vuole avventurare a rappresentare la possibilità, per un individuo asessuale, di sperimentare a pieno le proprie fantasie di dominazione o di sottomissiome.

Il contesto BDSM consente di ridefinire i comportamenti convenzionalmente sessuali come mezzi per generare uno scambio di potere piuttosto che di ricerca di piacere sessuale. Questo significa dare interpretazioni alternative delle attività sessuali, creare spazi che hanno significati ed implicazioni emotive alternative, contesti in cui si sperimenta il sesso come non sessuale (Sloan, 2015)

In seconda battuta è necessaria una riflessione sulle motivazioni che stanno dietro qualsiasi tipo di comportamento. Ogni atto umano è spinto da una o più motivazioni, un fine ultimo che accende l’individuo e gli permette di muoversi all’interno del mondo e delle relazioni con gli altri. I significati sociali dei comportamenti, a volte, non combaciano con quelli individuali. In una società che ancora fa fatica a sganciarsi da una visione ultra-convenzionale del sesso, risulta molto difficile accettare che un soggetto possa ritenere “non-sessuale” un comportamento convenzionalmente ritenuto come l’esatto contrario. L’opportunità che queste tematiche ancora una volta ci consegnano, è quella di aprire ampi spazi di riflessione sui concetti di rispetto, di libertà di espressione di sé e dei propri significati e della promozione di una filosofia “sex-positive”. La capacità di saper davvero riconoscere ed accogliere la sessualità altrui è il primo ed indispensabile passo verso la rottura di quegli schemi stereotipati che impediscono ad ogni individuo di vivere la propria intimità, e quindi la propria vita, in maniera serena e libera.

A CURA DEL TIROCINANTE: Fabio Cortelli

Bibliografia:

-Bogaert A. F. (2012). Asexuality and autochorissexualism (identity lesssexuality). Archives of Sexual Behavior, 41, 1513–1514.

-Quattrini, F. (2015). Parafilie e devianza: Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico. Giunti Editore.

-Quattrini F. & Attanasio M. (2016)Asessualità. Un approccio contemporaneo all’intimità. Psicologia Contemporanea, 258, Giunti Ed.

-Sloan L.J. (2015). Ace of (BDSM) clubs: Building asexual relationships through BDSM practice. Sexualities, 18(5/6), 548-563.

-Yule M., Brotto L.A., Gorzalka B. (2017). Sexual Fantasy and Masturbation Among Asexual Individuals: An In-Depth Exploration. Archives of Sexual Behavior, 46, 311-328.

SITOGRAFIA:

http://it.asexuality.org/

fabrizio-quattrini.com/2017/08/14/asessualita-un-orientamento-romantico

Questo articolo è stato pubblicato qui

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