• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Moda e tendenze > Artissima 17: i nomi da non perdere nel complesso artistico in scena a (...)

Artissima 17: i nomi da non perdere nel complesso artistico in scena a Torino

Cantiere, galleria d'arte, spazio in cui creare. Artissima accoglie e accompagna i visitatori attraverso le vie dell'arte, con i suoi giganti lampioni illuminati ricrea l'atmosfera della città nello spazio a vetri dell'Oval. Una babele di emozioni e luci, noi l'abbiamo provato non è facile districarsi fra le innumerevoli proposte, ne abbiamo scelte diverse che rappresentano, a nostro avviso, il meglio della mostra.
 

 
La sezione Present Future sponsorizzata da Illy con il Present Future Award, il cui spazio era anch'esso affascinante sulla scia dell'optical, proponeva i migliori artisti emergenti scelti dai curatori esito di un lungo percorso durato mesi e di uno stretto rapporto con l'attuale produzione artistica globale: Kazuko Miyamoto "Remembering G. Panza", Sofia Hultén "99 problems" e Jota Castro i più interessanti.

 

 

Back to the Future è un salto in un passato che è futuro. Lo è per le ispirazioni degli artisti, lo è perchè ciò che hanno creato oltre a non smettere mai di incantare trova spesso riscontri con le tendenze attuali e future. Birgit Jurgenssen nata a Vienna nel 1949 è stata una pioniera di quello che era l'emancipazione femminile sul finire degli anni settanta. Il suo studio del corpo, l'ironia e i temi coraggiosi si esprimono in modo eccelso attraverso la sua collezione di polaroid.
Adolf Luther è uno degli esponenti dell'arte cinetica e Optical anni sessanta, dal 1958 si dedica allo studio e alla ricerca della luce e degli effetti ottici che ne derivano, nascono pezzi che modificano la realtà, usando specchi, vetro e lenti.
 

 
Il parallelismo fra letteratura e arte ha mosso la creazione di All the rest is literature (Tutto il resto è letteratura) che non è una mostra d'arte, non è un salone letterario bensì un curioso insieme di artisti che scrivono, ibridi romanzeschi, espressioni grafiche (luminose e non). Frank Zappa diceva: "Scrivere di musica, è come ballare di architettura" frase acuta, anche per descrivere il progetto.
 

 

Vi segnaliamo inoltre Jan Hafstrom, artista svedese che fece furore l'anno scorso alla Biennale di Venezia, con stralci delle sue opere più famose "Paradise Lost" e "The Eternal Return". La prima è stata un fulmine a ciel sereno, il faccione di Boris Karloff preso dal b-movie horror La Mummia, inquietante e con intenti bellicosi introduce un tema affascinante quanto macabro.

 
Abbiamo adorato l'effetto tornado creato da una bottiglia e siamo impazziti per Midwest Ocean, l'installazione che ricrea una giungla di carta in cui entrare e farsi piccoli piccoli. L'idea originale seguiva la teatralità, chiunque entrasse era costretto a tagliare una striscia di carta, per creare movimento e nuove forme. Il miglior modo per assaporare le creazioni contemporanee è metterci qualcosa di nostro. Sempre.
 
Ricordiamo che l’evento fuori fiera Visualising Transformation che racchiude il meglio del design emergente si svolgerà a Palazzo Birago fino al 14 novembre.
 
Foto: Luca Cheinasso
Photos by: Luca Cheinasso
please ask before use.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares