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Arrestato per mafia il sindaco "antimafia" di Campobello di Mazara. La mafia nell’antimafia?

La mafia, e con tale espressione voglio intendere, tutte le mafie italiane, dalla 'ndrangheta alla camorra, ha mutato strategia. Quale miglior modo per realizzare affari illeciti per lo Stato italiano, legittimi per il sistema mafioso, se non quello di sfruttare l'icona dell'antimafia, il sentimento che nasce e si diffonde in tutti i cittadini quando si parla di antimafia?
Per antimafia, voglio intendere qualsiasi attività istituzionale e non, sociale e politica, volta a contrastare il fenomeno umano, culturale mafioso.
 
Oggigiorno, essere soggetto politico, sociale, istituzionale, che sostiene l'antimafia, sia direttamente che indirettamente, conferisce, nella frenesia dell'informazione e della società, una specie di etichetta, di persona affidabile, onesta, pulita.
 
Ciò perché viviamo in una società che ha fatto dell'apparenza la propria essenza. Ma è una apparenza che si scontra con la sostanza, vera e reale dell'antimafia. Se poi a ciò si aggiungono iniziative come l'adoperarsi perché il Comune che si amministra si possa costituire parte civile nei processi contro la mafia, si organizzano premi contro la mafia, si proclama pubblicamente che la mafia è da combattere, allora in tal senso si blinda la propria immagine di uomo antimafia. Con un piccolo problema.
 
Essere uomini della mafia, che sfruttano l'antimafia, per realizzare il velo della insospettabilità da un lato e dall'altro quello della credibilità. Perché, vista e rilevata la droga apparenza, dalla quale buona parte di noi dipendiamo, una persona che dichiara pubblicamente di essere contro la camorra, la mafia, organizzando anche premi, certamente difficilmente lascerà maturare l'idea che tale individuo possa essere uomo della mafia.
 
Eppure è successo.
Eppure è una realtà che lentamente trova affermazione.
 
Viene in mente la vicenda dei preti che confessavano e forse in alcuni casi confessano ancora, i mafiosi. Tutti, specialmente nelle piccole realtà cittadine e paesane meridionali, sanno chi sono i mafiosi. Preti inclusi.
 
Eppure andare in chiesa, e farsi vedere in chiesa, con il prete che confessa e conferisce anche la comunione, salvo casi di giusto rifiuto posto in essere dalla chiesa, è una forma di assoluzione e di elargizione di credibilità. Tu uomo che prendi la comunione, non puoi essere mafioso. Tu uomo che denunci pubblicamente la mafia non puoi essere mafioso.
 
E nello stesso tempo si rischia di indebolire ed uccidere la vera antimafia. Infiltrarsi nell'antimafia, sia sociale che non, sfruttare l'icona dell'antimafia con un duplice scopo, edificare l'armatura dell'apparenza ed uccidere la stessa antimafia.
 
Perché ora nasceranno i sospetti verso l'antimafia.
Perché ora verrà indebolita l'immagine dell'antimafia.
Perché ora si attacca l'antimafia utilizzando la stessa antimafia. Follia? No.
 
Penso per esempio al caso di A. C. il quale stringeva tra le mani una targa in ricordo di don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra. C. C., invece, con la fascia tricolore, materialmente la consegnava ai genitori della vittima di camorra.
 
L’occasione?
La grande manifestazione di anti-camorra, a Casal di Principe del marzo 2009.
Pochi giorni addietro, entrambi sono finiti in carcere con l’accusa di collusione con il clan dei Casalesi.
 
Oppure il caso del sindaco di Campobello di Mazara, il quale, in base alle indiscrezioni giornalistiche, si era costituito parte civile nel processo ai favoreggiatori del superlatitante Matteo Messina Denaro. E' stato arrestato dai carabinieri del Ros con l’accusa di associazione mafiosa. Secondo il procuratore aggiunto e i sostituti, il primo cittadino sarebbe stato addirittura “organico” alla famiglia mafiosa di Campobello.
 
In questo momento l'allerta deve essere massima.
Si deve evitare che Libera possa essere soggetta a vili strumentalizzazioni, si deve evitare che muti il senso di fiducia verso l'antimafia, anzi devono essere assolutamente rafforzate ed incrementate le risorse economiche per l'antimafia, per tutte quelle persone che giorno dopo giorno rischiano la propria vita per contrastare la merda mafia nel non funzionante Stato italiano.
Una mafia senza colore politico.
Una mafia figlia di elevato degrado culturare, essenza del capitalismo e del profitto.
 
L'attenzione deve essere massima, perché ho la sensazione che la mafia, specialmente in questo tempo di crisi, coglierà l'attimo per destabilizzare l'antimafia sociale. L'unica in grado di contrastare seriamente la mafia.
 
Perché la sola azione repressiva non basta e non può bastare.
Ma non ci riusciranno, specialmente se ognuno di noi, matura il buon senso, di andare oltre la droga apparenza. 
Difendiamo l'antimafia.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.164) 17 dicembre 2011 13:09

    Egregio Marco il problema è ancora più grave di quanto tu giustamente denunci. Esempi di infiltrazioni in organizzazioni politiche, e non, chiaramente ostili alle mafie non è nuovo e numerosi esempi si possono rintracciare nella storia del partito comunista del dopoguerra, vittima preferita dei mafiosi, ma anche con casi di infiltrazioni e nel fine ottocento nel movimento dei fasci siciliani. Cosicché a me non ha mai fatto meraviglia questo tipo di comportamento dei mafiosi e camorristi. Ma come ti dicevo la questione è ancora più grave. Non posso fare nomi, ma credimi se ti dico che tra Napoli e caserta ci sono grossi imprenditori che fanno lauti affari con lo Stato, che si sono meritati anche una scorta di protezione per aver fatto arrestare alcuni estorsori, ma che nell’immaginario locale tutti li considerano amici degli amici. In sostanza il clan ha sacrificato alcuni scafessi per fornire ai soggetti in questione una verginità a tutta prova.

  • Di (---.---.---.164) 17 dicembre 2011 13:18

    Che l’azione repressiva non basta sono pienamente daccordo, che l’antimafia sociale sia l’unica che può contrastare seriamente la mafia è un’affermazione che non mi trova daccordo.
    L’antimafia civile diventerà una vera minaccia per le mafie solo e se maturerà la consapevolezza che per distruggere il fenomeno occorre spezzare il legame con la politica, in essere da 200 anni (Borboni compresi). E che per fare ciò bisogna fare piazza pulita della corruzione, è questo il terreno - infatti - sul quale avviene la saldatura tra clan e politici e mondo delle professioni.

  • Di (---.---.---.62) 17 dicembre 2011 13:24

    Scusate il pasticcio sintattico/grammaticale, al secondo rigo leggasi: ... non sono nuovi e numerosi casi ... la rabbia e la fretta possono giocare brutti scherzi

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