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Argentina: identità ritrovate

24 marzo 1976: in Argentina un golpe militare instaura una dittatura che durerà ben 7 anni durante i quali migliaia di persone sono arrestate, torturate, uccise, scomparse, “desaparecidos”.

Circa 500 giovani donne incinte vennero fatte partorire incatenate in prigione e uccise subito dopo il parto. I loro piccoli vennero dati in adozione, falsificando i documenti, a famiglie della giunta o a loro simpatizzanti. Da allora le nonne “abuelas” di questi bambini scomparsi si sono ritrovate in Plaza de Mayo a Buenos Aires per manifestare e hanno dedicato la loro vita al tentativo di ritrovare i loro nipoti. 

Finora hanno avuto successo solo 107 casi su 500. Per questo è stata creata una “red por la idenditad”, www.retexi.it, di cui in Italia fa parte anche Amnesty International, il cui scopo è di localizzare e restituire alle famiglie legittime i bambini sequestrati e spariti a causa della repressione politica.

Sabato 23 febbraio 2013 nei locali dell’Acquario civico di Milano si è svolto un incontro convegno organizzato dalla Rete per l’identità-Italia. Sono intervenuti il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, l’ex magistrato Giuliano Turone e l’avvocato delle Abuelas Marcello Gentili.

Il dott. Turone in particolare ha illustrato la storia del golpe militare argentino appoggiato dalla P2 di Licio Gelli. Già questa notizia è stata sconvolgente, ma ancora peggio è stato sapere che, per ordine del governo italiano, la nostra ambasciata a Buenos Aires chiuse gli ingressi per evitare di dare asilo politico ai perseguitati.

I due “nietos” ritrovati , Manuel Gonsalves Granata e Macarena Gelman, hanno poi illustrato la loro storia, con particolari toccanti, sottolineando quanto sia stato emozionante ed importante ritrovare la loro identità.

Nel corso del pomeriggio è stato proiettato il film “Verdades Verdaderas” che racconta le tragedie e le persecuzioni di quel periodo attraverso la vita di Estela Carlotto , una donna e madre meravigliosa, la cui figlia incinta fu arrestata ed uccisa dopo aver dato alla luce un bambino che Estela, presidente delle “Abuelas” di Plaza de Mayo, sta ancora cercando.

Alla fine un caloroso bacio dei due giovani argentini agli attivisti di Amnesty International presenti ha dimostrato la riconoscenza per quanto Amnesty International ha fatto, denunciando fin dall’inizio gli abusi e le torture della giunta e opponendosi poi ai tentativi di introdurre l’impunità per gli autori dei crimini e sollecitando i processi a carico dei responsabili delle violazioni dei diritti umani.

 

Eliana Bonomi e Dino Montonati

 

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