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Apolidi, il popolo delle ombre

Nel mondo ci sono all'incirca 12 milioni di persone prive di qualsiasi diritto di cittadinanza, per questo maggiormente esposte ad abusi e discriminazioni. Si tratta del popolo degli "apolidi", ombre umane che hanno estremo bisogno di aiuto vivendo in un limbo legale che spesso si trasforma in vero e proprio incubo e del quale si sta interessando, con una campagna lanciata la scorsa settimana, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).

Martedì 30 agosto ricorrono i 50 anni della Convenzione internazionale per la riduzione dell’apolidia, purtroppo adottata da un numero ancora molto basso di Paesi: soltanto 38 hanno proceduto a ratificarla, mentre sono 66 quelli che hanno adottato la precedente Convenzione del 1954 sui diritti degli apolidi.
 
Secondo i dati dell’Unhcr, il problema è particolarmente grave in Asia ma pure nell'Europa dell'Est e in Medio Oriente. Negli ultimi venti anni, infatti, i profondi mutamenti dell'assetto geopolitico globale, con la formazione di nuovi Stati e la dissoluzione dei vecchi, sono stati tra le cause principali dell'aumento del numero degli apolidi. 

La mancanza di cittadinanza comporta l'assoluta impossibilità di accedere a servizi primari: scuola, lavoro, assistenza sanitaria e casa, fino alla registrazione di un figlio o alla semplice apertura di un conto corrente. Inoltre, spesso la condizione di apolide è ereditaria. Perché per la legge di molti stati non basta essere nati in un determinato Paese per esserne cittadini (secondo il cosiddetto "ius soli"), ma la cittadinanza dipende da quella dei genitori (in base invece allo "ius sanguinis"). Con la conseguenza nefasta che i figli degli apolidi diventano apolidi a loro volta, anche laddove nascono e vivono sempre nel Paese che ha dato rifugio ai genitori.

È quanto avvenuto, ad esempio, con la diaspora dei Rom dispersisi in varie realtà territoriali d'Europa all'indomani della caduta dell'ex Jugoslavia. Per loro, lo stato di cui avevano i documenti non esiste più e non c'è il riconoscimento della cittadinanza da parte dei nuovi Stati. 

In questo modo, diventa quasi impossibile attuare le necessarie politiche di accoglienza e di integrazione. Tanti sono i casi di apolidi che finiscono in prigione senza una piena tutela legale, non potendo dimostrare chi sono e la propria provenienza. Accanto ai Rom in Europa, esistono altre minoranze discriminate in diversi contesti del mondo: i musulmani dei Rohyngia, in Myanmar; le popolazioni indigeni della Thailandia; i Beduini di alcuni stati del Golfo Persico. Per non dimenticare il caso più recente del Sud Sudan, con un numero rilevante di apolidi meridionali che vivono nel Nord e di apolidi settentrionali che vivono invece nel Sud a "scannarsi" fra loro in nome di uno status civile e giuridico inesistente. 

L'Unhcr punta il dito contro le carenti e restrittive legislazioni sulla cittadinanza, che discriminano in particolare le donne. In Egitto, Turchia, Indonesia e Kenya solo di recente si è cominciato ad affrontare il problema della trasmissibilità della cittadinanza anche da parte della madre, o quello relativo allo status della donna sposata a uno straniero, che rischia di diventare apolide in caso di divorzio.

La campagna per l'eliminazione dell'apolidia, pertanto, si propone innanzitutto di annullare nel giro di un anno ogni discriminazione di genere presente nelle legislazioni sulla cittadinanza di almeno 30 Paesi. Di quelli, cioè, dove la questione dell’apolidia non viene considerata una priorità a causa di sensibilità politiche fortemente condizionate da motivazioni etniche, culturali o religiose.

Dunque, ancora molto va fatto: in termini di opportuni aggiustamenti normativi alla legislazione sulla cittadinanza, a livello di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e nell'incoraggiare gli Stati ad aderire alle due Convenzioni sull'apolidia. Come pure molte rivolte sociali esplose in Occidente hanno dimostrato, l'effetto di emarginare gruppi interi di persona attraverso le generazioni può determinare pericolose tensioni che a volte degenerano in conflitto.

Qui è possibile consultare e scaricare materiale multimediale sull'apolidia nel mondo. 
 

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