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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Annozero. Il caso Masi

Annozero. Il caso Masi

Masi ha dato dieci giorni di sospensione a Santoro.

Il caso nasce dopo l’attacco del conduttore al direttore generale conclusosi con l’ormai famoso “vaffanbicchiere”.

Secondo Masi Santoro ha fatto un "uso del mezzo televisivo per fini personali; un attacco diretto e gratuitamente offensivo al dg…”

Non è vero!

Nella trasmissione incriminata, Santoro non difendeva se stesso, ma la trasmissione e la sua difesa non era gratuita ma giustificata da un incomprensibile accanimento contro una trasmissione di successo che si era concretato nella mancata promozione del talk nelle settimane precedenti alla sua messa in onda, e nella la mancata stipula dei contratti con i giornalisti che lavorano nella trasmissione.

Dunque nessun uso personale del mezzo televisivo, nessun attacco gratuito. E nessun insulto poteva derivare da uno scherzoso “vaffanbicchiere” che concludeva in modo lieve una disamina critica di atti gestionali che colpivano senza motivo la trasmissione più seguita di Rai 2, che fa più spettatori di X Factor, ad esempio, e quindi le casse Rai.

E se ciò è vero questo non è il caso Santoro che ha difeso la Rai, ma il caso Masi che colpisce la Rai.

E d’altra parte la sanzione irrogata a non colpisce solo Santoro,colpisce noi ,noi utenti, giacché si traduce in lesione dei diritti del pubblico televisivo ad assistere alle trasmissioni che preferisce. Una censura che colpisce Santoro,ma soprattutto il pubblico di Annozero a cui viene sottratta la propria trasmissione.

Peraltro il provvedimento assunto da Masi si traduce in lesione dei diritti del personale che lavora ad annozero. Una censura che colpisce Santoro, ma anche i collaboratori di Santoro a cui viene impedito di svolgere il proprio lavoro.

E ancora, la sanzione contro Santoro colpisce le imprese che fanno pubblicità nella trasmissione Annozero a cui viene impedito di promuovere i loro prodotti e con esse il bilancio Rai per il mancato incasso di introiti pubblicitari.

Ma la cosa più grave è che Masi poteva sanzionare Santoro in assenza di danni per la Rai gli utenti, lavoratori e gli inserzionisti. Bastava una sanzione pecuniaria per il conduttore, senza sospendere la trasmissione.

E se ciò è vero questo non è il caso Santoro che ha difeso il suo pubblico, ma il caso Masi che colpisce gli utenti Rai.

La Rai è pagata con il canone di tutti i contribuenti, non è zona franca e non è proprietà del cavaliere e dei suoi amici.

Non può ancora una volta farla franca, chi pone continui ostacoli ad una trasmissione di successo come quella di Santoro lede i diritti del pubblico, dei collaboratori, degli inserzionisti della trasmissione e cerca di sostituirsi al conduttore nella organizzazione della trasmissione.

Non si possono più chiudere occhi orecchie e cervello. Chi ha gli occhi per vedere veda, chi ha orecchie per sentire senta, chi ha cervello per capire capisca.

Ora basta!

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