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Ancora guai giudiziari per la Blackwater

Quando si parla della Blackwater, la controversa società di sicurezza privata al centro di numerose polemiche per le sue attività in Medio Oriente, salta subito in mente la strage di 17 civili compiuta in Iraq nel 2007. L'episodio più grave di una lunga scia di incidenti per i quali la compagnia non è mai stata chiamata a rispondere, vista l'immunità gentilmente concessa dagli Usa.

Ma adesso quattro ex dipendenti della Blackwater (che ora si chiama Xe Services LLC) potrebbero riuscire in qualcosa che finora non è mai stato possibile: portare la compagnia in tribunale. Gli uomini, gravemente feriti in servizio e impossibilitati ad usufruire di adeguate cure mediche perché sprovvisti di copertura sanitaria, hanno proposto una class action da 60 milioni di dollari per mancato pagamento dei contributi sanitari e previdenziali ai propri dipendenti.

Il loro avvocato, Scott Bloch, ha rivelato che la Xe classifica impropriamente migliaia di suoi affiliati come collaboratori indipendenti, artificio formale che consente alla società di evadere milioni di dollari di imposte, ritenute e versamenti vari previsti in ottemperanza alle leggi sul lavoro subordinato.
"La Blackwater ha incassato centinaia di milioni di dollari dai contribuenti grazie alle sue attività,” ha detto l'avvocato Bloch, “ed è una grave ingiustizia che coloro che hanno lavorato alle sue dipendenze siano lasciati sprovvisti dell'assicurazione sanitaria degli altri benefici per le loro famiglie”. Negli Stati Uniti i datori di lavoro provvedono a pagare l'assicurazione sanitaria per i dipendenti ma non per i collaboratori esterni, i quali devono farsene personalmente carico.

La denuncia è stata presentata lunedì 6 giugno presso la corte federale di Washington. Nel testo si legge che "I ricorrenti e molti altri soggetti in situazioni simili sono tornati a casa fisicamente e psicologicamente piagati e avevano bisogno di un'assicurazione sanitaria per sottoporsi alle necessarie cure”. Prestazione che la Xe si è sempre rifiutata di riconoscere ai suoi reduci.
Secondo Bloch, l'Internal Revenue Service, l'ufficio del fisco degli Stati Uniti, aveva già stabilito che la Blackwater aveva classificato erroneamente uno dei quattro querelanti come un contraente indipendente. "Migliaia di altre persone hanno diritto a prestazioni finora negate a causa di errori di inquadramento, compreso il pagamento dei contributi da parte del loro ex datore di lavoro", ha aggiunto.

La Blackwater è stata fondata nel 1997 da Erik Prince, ex militare dei Navy Seals. La compagnia ha sede una struttura di formazione da 28 chilometri quadrati nella parte orientale della Carolina del Nord, dove addestra circa 35.000 uomini ogni anno. Possiede armamenti di prim'ordine, compresa una flotta di cacciabombardieri che sovente affitta al Pentagono per lo svolgimento di raid e altre missioni. Nel corso degli anni ha addestrato decine di migliaia di uomini che il Dipartimento di Stato Usa ha impiegato nei teatri di guerra in Iraq e Afghanistan, scrivendo alcune delle pagine lugubri di quest'ultimo decennio di campagne mediorientali. Su tutte, la strage di Baghdad del 16 settembre 2007, quando un incidente a fuoco nel corso di una normale attività di protezione provocò la morte di 17 iracheni, di cui almeno 14 civili innocenti.

L'amministrazione Bush garantì l'impunità agli agenti coinvolti nella strage di Baghdad, ma il mese scorso un tribunale d'appello americano ha riaperto il caso per quattro di loro.

Le polemiche che seguirono l'episodio indussero Prince a sciogliere la compagnia per poi rifondarla sotto il nome di Xe Services. Ufficialmente si trattava di un'operazione di ristrutturazione finanziaria, dopo che il Diplomatic Security Bureau, l'organo che vigilia sulle agenzie di sicurezza, aveva riscontrato gravi irregolarità nella gestione contabile dell'azienda.
Nell'agosto 2010, infine, il Dipartimento di Stato ha condannato la Xe ad una multa di 42 milioni di dollari per violazione dell'embargo all'export di armi in Afghanistan.

Per tutto ciò la compagnia di Erik Prince non ha mai pagato. Anzi, è stata (ed è tuttora) pagata dal governo americano per fare il lavoro sporco per conto del Pentagono.

Forse quei quattro ex dipendenti e il loro avvocato Bloch riusciranno in ciò che nessuno ha voluto o potuto fare prima d'ora: chiedere conto alla Blackwater delle sue tante, troppe colpe.

Luca Troiano

Per approfondire si veda qui

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