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Ancora giudizi contrastanti sull’intesa alla Fiat Mirafiori

Lo stabilimento di Pomigliano della Fiat si prepara ancora una volta a fare da “apripista” per quello di Mirafiori.

Oggi Fiat e sindacati si riuniscono per mettere a punto il contratto di lavoro per l'assunzione dei lavoratori dell'impianto campano (circa 4.600 al momento) per la newco costituita dalla Fiat a Pomigliano sulla base dell'accordo siglato a giugno (senza la Fiom). E l'intesa, che sarà probabilmente raggiunta già mercoledì, dovrebbe essere un riferimento per quella che dovrà essere realizzata entro il 2012 per la newco che sarà costituita a Mirafiori sulla base dell'intesa siglata il 23 dicembre (sempre senza la Fiom). Intanto si infiamma la polemica sull'accordo per Mirafiori, difeso dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, mentre il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso definisce l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne “antidemocratico, illiberale e autoritario”. E chiede che Confindustria intervenga perchè non prevalgano “le leggi della Giungla”. Dal fronte politico il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, teme “che una palla di neve divenga una valanga per tutto il nostro sistema delle relazioni sindacali”, da parte di Fiat una “iniziativa forte che può sollecitare una riforma che ci vuole”, dice, ma anche portare ad una «disarticolazione dei rapporti sociali». Con un impatto di sistema su cui, chiede Bersani, bisognerebbe discuterne anche in Parlamento.

Il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, accusa la Fiat di “escludere” un sindacato dato che il no all'intesa di fatto mette fuori la Fiom dalla fabbrica torinese e da quella campana: “La Fiat - ha detto Camusso - ha deliberatamente costruito una successione di eventi per negare la libertà sindacale”. Per Maurizio Sacconi, invece, l'intesa raggiunta a Mirafiori “può fare scuola” come modello di contrattazione aziendale per “consentire alle parti di condividere crescita dell'azienda e crescita delle retribuzioni”. Non si può parlare di accordo “scellerato”, dice, perchè salva “un investimento ingente”, strategico per Torino, e prevede “un aumento dei salari” con un contratto aziendale “migliore del contratto nazionale”. Mentre il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, auspica “che la Cgil inizi a pensare che i problemi posti da Marchionne sono reali”. La Fiom intanto ha fissato per mercoledì una riunione straordinaria del comitato centrale per definire le risposte da mettere in campo contro l'accordo separato ed è probabile che sarà annunciato lo sciopero di tutti i lavoratori del Gruppo entro la fine di gennaio (per la giornata di mobilitazione era già stato dato mandato dall'assemblea dei delegati Fiat alla segreteria a novembre ma senza definire data e modalità). “L'accordo - ha detto Landini - è un fatto di una straordinaria gravità, dobbiamo decidere come affrontarlo”. E il presidente del comitato centrale del sindacato, Giorgio Cremaschi, incalza: “è il più grave atto antidemocratico verso il mondo del lavoro” dal fascismo. E chiede a Camusso lo sciopero generale. Nella trattativa che si apre oggi Fiat e sindacati (Fim, Uilm, Ugl e Fsmic) discuteranno ovviamente di salario (minimo, scatti di anzianità ecc) ma anche di orario e di normativa in generale inserendo in quello che sarà un contratto aziendale quanto definito nell'accordo di Pomigliano in termini di turni, pause, straordinari, diritti sindacali, ecc.

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