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Alimentazione e sessualità

I disturbi dell’alimentazione, molto diffusi nel nostro paese, sono caratterizzati da un alterato consumo o assorbimento di cibo e danneggiano significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale. Il DSM-5 riconosce tre disturbi dell’alimentazione principali (anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da Binge eating).

L’anoressia è caratterizzata principalmente da una restrizione alimentare, cui consegue un marcato sottopeso e la negazione della gravità dei sintomi da parte dell’individuo. Questi pazienti presentano una personalità inflessibile ed ossessiva accompagnata da un atteggiamento controllato e scostante.

La bulimia può presentarsi come disturbo isolato o, spesso, può trovarsi in comorbilità con l’anoressia e i sintomi principali sono le ricorrenti abbuffate seguite da condotte eliminatorie quali vomito, eccessivo esercizio fisico o utilizzo di lassativi.

Chi soffre di bulimia presenta una forte instabilità emotiva, sensi di colpa e carenza di autostima, per cui, la sintomatologia ha lo scopo di controllare la tensione e regolare il Sé.

Il Binge-eating , ovvero il disturbo da alimentazione incontrollata, è caratterizzato da episodi di ricorrenti abbuffate e la sperimentazione di una forte incapacità di controllare questi episodi. Si differenzia dalla bulimia per l’assenza di condotte eliminatorie, quindi le abbuffate possono causare obesità in questi pazienti. Anche in questo caso la sintomatologia viene utilizzata per ridurre le emozioni spiacevoli, che vengono considerate intollerabili da queste pazienti. Questi tre disturbi hanno, inoltre, delle caratteristiche simili, come ad esempio, il medesimo nucleo psicopatologico, cioè l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo. Questi disturbi sono accomunati da gravi problemi nella relazione con l’altro e nella capacità di abbandonarsi all’intimità.

L’alimentazione e l’espressione della sessualità sono strettamente collegati, in quanto, la sessualità implica la funzione simbolica dell’atto di alimentarsi, che si costituisce fin dai primi momenti di vita del soggetto. Le funzioni orali sono infatti le prime a ricevere un’intensa stimolazione, quando il bambino, per soddisfare i suoi naturali bisogni di intimità e sicurezza si rifugia nell’accogliente suzione del seno materno, stabilendo un legame simbiotico con essa. L’alimentazione, quindi, è la prima funzione che ci permette di esperire il mondo esterno, tramite il contatto corporeo sviluppando progressivamente il nostro Sé. Allo stesso modo, la sessualità ci apre all’altro, è fonte di piacere e permette la nostra individuazione.

Secondo la psicoanalista Margaret Mahler, infatti, il bambino, per raggiungere la fase di separazione-individuazione, dovrà attraversare prima la fase dell’autismo normale, nel quale viene mantenuto un equilibrio omeostatico tramite meccanismi fisiologici e non è presente un investimento rispetto agli stimoli esterni, e poi la fase simbiotica, nella quale il bambino entra in uno stato fusionale con la madre, la quale, dovrà, in seguito, permettere la risoluzione della simbiosi per garantire l’individuazione. L’analisi delle relazioni familiari è, quindi, fondamentale per comprendere lo sviluppo dei DCA, che risultano essere caratterizzate da un’importante invischiamento familiare che non permette l’emergere del vero Sé del soggetto.

Le caratteristiche di personalità, scontrandosi con l’ambiente familiare, favoriscono, quindi l’emergere del disturbo alimentare, che si struttura principalmente tramite la difficoltà nell’affermare la propria identità, esprimendosi tramite il corpo, essendone questo l’emblema.

Nell’anoressia, la relazione primaria, strutturatasi tramite gli scambi relazionali durante l’alimentazione, è stata frustrata, per cui essa ha sviluppato un atteggiamento diffidente e non riesce ad accogliere l’altro. Pertanto, tramite il rifiuto del cibo essa evita l’emergere di quelle forme corporee che evidenzierebbero la sua femminilità . In questo modo l’anoressica cerca di escludere l’altro dalla sua vita sessuale, la quale è, spesso, completamente assente.

Nella bulimia i rapporti sono spesso brevi e promiscui e da essi non si riesce a trarne nessun piacere, esattamente come nelle abbuffate. Nel BED, invece, le difficoltà incontrate nel rapporto sessuale, sono causate sia da fattori fisici, per le importanti complicanze mediche, che da fattori psicologici, principalmente per la mancanza di autostima.

 

Tirocinante: Laura Massaro

Tutor: Fabiana Salucci

 

BIBLIOGRAFIA

Cotrufo P., Anoressia del sessuale femminile: dal caos alla costruzione del limite, Milano, Franco Angeli, 2005.

De Michele D., La sessualità nei disturbi del comportamento alimentare, Roma, Al tramondo, 2017.

Della Grave, R., Come vincere i disturbi dell’alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale, Verona, Positive Press, 2017.

Gennaro A., Introduzione alla psicologia della personalità , Bologna, il mulino, 2004.

Selvini M., P., L’anoressia mentale, Milano, Feltrinelli, 1963.

Viani P., Todisco P., Quando le emozioni diventano cibo. Psicoterapia cognitiva del binge eating disorder, Milano, Libreria Cortina, 2007.

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