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Algeria - Bouteflika stravince! Ma la stagione prossima si annuncia calda

In Algeria lo scorso 9 Aprile s sono svolte le elezioni presidenziali.
Il ministro Zerhouni ha annunciato i risultati ufficiali delle presidenziali 2009, in una conferenza stampa tenuta il 10 aprile 2009 all’albergo El Aurassi di Algeri. 74,50% sarebbe la percentuale di partecipazione, mentre il candidato Bouteflika avrebbe raccolto 90,24% dei consensi.

Ad Algeri gira la barzelletta che questo risultato è una vera sfida lanciata al vicino Zinelabidine Benali che già promette di fare meglio alle prossime presidenziali in Tunisia.

C’è un proverbio cabilo (della Cabilia, regione al centro nord del paese) che dice: “ se devi peccare, maledetto per maledetto, almeno pecca per bene e tirane il massimo godimento!”

Questo doveva essere il moto di Bouteflika e dei suoi uomini in queste ultime elezioni presidenziali. Il gioco era stato denunciato da tutti come taroccato in partenza. Tutti i concorrenti seri si sono astenuti dal partecipare alle elezioni. Tutta l’opposizione reale si è schierata in un largo fronte anti elezioni-truffa. Nemmeno i candidati-comparse hanno potuto negare l’evidenza e alcuni hanno dichiarato apertamente di sapere che le elezioni saranno truccate ma che a loro interessa solo usare l’opportunità della campagna elettorale per parlare al pubblico e far passare le loro idee... Era talmente ovvio a tutti che il regime di Algeri ha deciso di farlo ben bene. È tornato ai risultati stile anni ’70, quando i signori ultra-liberali dell’Algeria di oggi erano l’avanguardia socialista di allora.

74,50% di partecipazione. Meglio di tutte le altre elezioni dal 1989 ad oggi in Algeria. Meglio di quando Bouteflika rappresentava la speranza di un ritorno della pace e che fu votato in massa da tantissimi. Il consenso a favore del presidente Bouteflika invece sarebbe, secondo i numeri presentati dal governo, di 90,24%, cioè più di 12 milioni sui 15 milioni di votanti ufficiali.

Elegante come sempre, il titolare del ministero degli affari interni e della sicurezza nazionale, in posto ormai da più di 15 anni, è arrivato sorridente alla sala conferenze dell’albergo El Aurassi e ha affrontato la stampa nazionale e internazionale con l’agiatezza che gli è abituale. In un arabo classico degno di un alunno di terza elementare laborioso ma leggermente dislessico, ha letto lentamente il comunicato ufficiale. Poi si è dillungato in dettagli tecnici sugli aggiornamenti delle liste elettorali e sull’organizzazione delle elezioni. Ricorrendo al francese ogni volta che c’era da spiegare qualcosa di un po’ più complicato.



Dopodiché ha risposto ad alcune domande e ha spiegato che, secondo lui, le ragioni dell’elezione del presidente con un risultato così folgorante sono da ricercare nelle grandi realizzazioni compiute da quest’ultimo e nel fatto che la popolazione algerina è matura e dotata di spirito cittadino e non ha dato retta ai “disturbatori” che hanno cercato di sabotare l’andamento democratico, normale della vita politica algerina. Facendo riferimento al fronte anti-elezioni.

Alle inevitabili domande sulla frode, Zarhouni, ha spazzato il problema con un rovescio della mano e ha dichiarato che erano tutte accuse senza nessuna base, che l’opposizione non ha presentato nessuna prova per le loro allegazioni e che anche se ci furono qualche irregolarità in pochi uffici elettorali erano numeri irrilevanti non in grado di rimettere in causa tutto il processo.

L’opposizione, compresa i candidati alle elezioni, invece parla di numeri di partecipazione molto più bassi, comunque inferiori ai 40-35 %. Mentre si moltiplicano segnalazioni di frodi, pressioni, operazioni di riempimento delle urne e repressione contro ogni voce di dissenso.

Inoltre la giornata elettorale è stata intaccata di vari atti di violenza, scontri tra sostenitori del presidente e altre forze politiche, tentativi di sabotaggio di seggi elettorali e alcuni attentati contro convogli che trasportavano le urne verso i centri di conteggio. In uno dei quali sarebbe deceduto un poliziotto.

Le elezioni sono vinte. I giochi sono fatti. Ma le elezioni presidenziali del 2009 in Algeria hanno mostrato un regime più lontano che mai dal suo popolo. Arrogante e strafottente. Conoscendo il popolo algerino, questo non preannuncia niente di buono. I prossimi mesi saranno probabilmente caldi, molto caldi, ma non sarà solo colpa del sole.

Mentre continuano i partiti e le associazioni a tentare, invano, di denunciare di fronte al mondo le pratiche di Bouteflika e del suo regime, gli osservatori venuti dalla Lega Araba e dall’unione africana diccono di non aver visto nulla. Da tutte le nazioni arrivano, indirizzati al neo/vecchio presidente, messaggi di congratulazione e di solidarietà da parte dei suoi colleghi, pieni di auguri per future fruttuose cooperazioni. Per dire che chi mette il petrolio a disposizione delle multinazionali è comunque e sempre democratico.

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