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Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta

L’affondamento della Costa Concordia continua ad essere uno degli argomenti clou dei mezzi d’informazione del mondo intero, televisioni, giornali, social network. Su questo vi è piena concordia d’opinioni; certamente non è una storia edificante. E’ una brutta storia che accomuna nella vergogna, personaggi e istituzioni a vario titolo coinvolte. Lo Stato Italiano dovrebbe costituirsi parte civile in giudizio contro la compagnia armatrice, contro il comandante Schettino, e contro la catena di comando che con il comandante Schettino condivideva la responsabilità della condotta del bastimento.

La compagnia armatrice appena avuto anche il semplice sospetto di ciò che si paventava potesse accadere, subito dopo il colloquio con il comandante Schettino, avrebbe dovuto immediatamente attivare quell’unità di crisi che pure, sulla carta esiste e contemporaneamente tutte le autorità marittime e di protezione civile locali e nazionali. I dirigenti si sarebbero dovuti precipitare sul posto con i mezzi più veloci, aerei, o elicotteri che fossero.

La colpa imperdonabile è stata quella di avere comunicato a tutti i passeggeri che bisognava mettersi in salvo dopo un ora e mezza di angosciante silenzio o di menzogne dal momento dell’impatto.

Un altro interrogativo merita risposta. La guardia costiera competente per territorio, dispone di radar di sorveglianza? Se la risposta è sì, non si sarebbe dovuto attendere che l’allarme fosse dato da una passeggera tramite un provvidenziale cellulare. Se la risposta è no, non c’è da stare tranquilli.

Oggi anche private imbarcazioni di modestissima stazza dispongono di tali ausili alla navigazione. Inoltre, oggi è in vigore un sistema obbligatorio per tutte le unità in navigazione superiori alle 300 tonnellate denominato A.I.S. che consente di conoscere nome dell’unità, posizione, rotta, velocità ecc.

A proposito di Guardia Costiera, è incredibile che il comandante De Falco passi per eroe. Avvisato che la nave accusa gravi problemi cosa fa? Anziché allertare tutti i dispositivi di soccorso nazionali, compreso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, la Marina Militare, i Vigili del Fuoco, parla con lo Schettino che minimizza, e lui subito abbocca. Poi quando finalmente gli fanno aprire gli occhi, recita la parte del duro esprimendosi con un eloquio più consono ad uno scaricatore di porto che ad un ufficiale della Capitaneria di Porto e chiede allo Schettino di salire a bordo e di eseguire un puntuale censimento dei passeggeri suddivisi per età, sesso, prestanza fisica, morti, feriti, ecc. Questo a nave fortemente sbandata, di notte, e su una base di oltre quattromila persone! Assurdo. Demenziale.

La consuetudine di avvicinarsi ai centri abitati per il cosiddetto inchino, beninteso entro una distanza di sicurezza, può essere anche considerata con indulgenza a patto che la manovra sia effettuata con la massima attenzione del comandante e di tutto il personale di governo e, soprattutto a velocità appropriata alle circostanze di luce, di situazione locale e di possibili insidie nascoste. La Costa Concordia, come ormai tutte le navi moderne, non si governa più con la classica ruota del timone che un tempo richiedeva la forza muscolare di un paio di timonieri per essere azionata. Ora si governa con uno joystick come quello dei videogiochi. E’ probabile che il joystick fosse maneggiato, da altri e che il comandante Schettino accortosi troppo tardi che la nave era troppo vicina alla costa e troppo veloce, abbia tentato disperatamente, prima di frenare la corsa dando macchine indietro tutta, e poi calando un’ancora, il che portò la nave a compiere un testa coda e ad incagliarsi e quindi a evitarne provvidenzialmente il completo inabissarsi. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.58) 28 gennaio 2012 12:53

    Sulla reponsabilità di DeFalco,ho gà scritto (17 gennaio) sul mio blog; http://perizia-consulente.blogspot.com/2012/01/la-tragedia-del-concordia-e-la-fredda.html

    E’ di 3 giorni fa ,la notizia ,che un gruppo di comandanti hanno chiesto alla magistratura di indagare sui sistemi di controllo obbligatori (AIS) e del perchè risulta dalle intercettazioni (1°allarme dei carabinieri alla capitaneria) che il monitor era spento.
    Oggi anche Agorà solleva la questione.
    Come mai non ci sono notizie di indagini in quella direzione?
    Tra l’altro,gli osanna all’eroe della nazione siano scemati.
    Cui prodest?
    Angelo D’anna - Bologna
  • Di (---.---.---.237) 28 gennaio 2012 13:35

    Ho pubblicato su Geomedia un’analisi dei sistemi di sicurezza a disposizione al giorno d’oggi sui natanti. Ne risulta la discolpa del tanto citato AIS e un apparente ritardo nella consegna del VTS da parte di Selex-Finmeccanica http://www.rivistageomedia.it/20120...

    • Di (---.---.---.58) 28 gennaio 2012 13:57

      Ho letto della tua inchiesta.

      Se non ho letto male ,risulta che le capitanerie di porto sono all’oscuro del traffico delle navi nelle zone di loro competenza ?E per navi di quella stazza ? E ancora ,consapevoli della prassi,irregolare, degli inchini?
      Allora perchè l’addetto alla Capitaneria,quella sera ha risposto ai carabinieri dicendo:"un momento,accendo l’Ais" ?
      Grazie .
      Angelo - Bologna

    • Di (---.---.---.237) 28 gennaio 2012 18:59

      Caro Angelo. Grazie a te della lettura.

      Ricapitolando: non è che "le capitanerie di porto sono all’oscuro del traffico delle navi nelle zone di loro competenza", bensì, in alcune zone che non sono particolarmente a rischio, non sono tenute a monitorare costantemente tutte le imbarcazioni presenti. E del resto sarebbe davvero un impresa ardua, in mancanza del sistema integrato VTS. Che ancora non è stato attivato. L’AIS è sistema passivo che non permette un controllo di quel tipo.
      Leggendo gli articoli di questi giorni, avrai visto anche tu che la prassi degli inchini è nota ma, quantomeno, tollerata.
      La risposta dell’addetto alla Capitaneria potrebbe far intendere che l’AIS al momento dell’incidente non fosse controllato. Del resto il brogliaccio della capitaneria sembra parlare chiaro.
      Non voglio, con questo, fare accuse non verificate.
      Speriamo che le indagini riescano a fare chiarezza sui fatti e le responsabilità.

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