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Afghanistan, personale medico sotto attacco

 

L’uccisione di due operatori della Società per la mezzaluna rossa afgana (Smra) in un attacco portato a segno martedì scorso nella provincia di Jawzjan, nel nord del paese, testimonia ancora una volta quanto in Afghanistan le organizzazioni umanitarie siano nel mirino dei gruppi armati.

Alle 5 di pomeriggio del 16 aprile, una clinica mobile dell’Smra stava rientrando nel capoluogo del Jawzjan, Shiberghan, dopo aver prestato per tutto il giorno cure mediche in un’area remota e impervia della provincia. Le insegne dell’Smra sul veicolo erano ben visibili. Non si è trattato di un errore.

Da 10 metri di distanza gli assalitori hanno aperto il fuoco, esplodendo una sessantina di colpi. L’autista, Mohammed Najibullah, e il medico vaccinatore Sayed Hazrat sono morti sul colpo. Prima di allontanarsi, gli sconosciuti hanno inseguito e ferito un terzo uomo che era riuscito ad aprire una portiera del veicolo tentando la fuga. Una quarta persona a bordo è rimasta incolume. L’attacco non è stato rivendicato.

Secondo Safety Office, un’Organizzazione non governativa (Ong) afgana, nel 2012 vi sono stati 164 tra omicidi, ferimenti e sequestri di operatori delle Ong afgane, comprese quelle sanitarie. Un bilancio pesante, cui occorre soprattutto aggiungere oltre 2700 civili uccisi.

Lo scorso anno si era chiuso con l’omicidio, con sei colpi d’arma da fuoco diretti allo stomaco, di una studentessa di medicina della provincia di Kapisa, volontaria in un programma di vaccinazione contro la poliomielite, già sopravvissuta a un precedente agguato.

Quest’anno, a gennaio, un’operatrice sanitaria è stata rapita e uccisa in un villaggio della provincia di Wardak. Il suo corpo è stato lasciato penzolare da un albero. Gli abitanti del villaggio hanno accusato i talebani, che però hanno fatto sapere di non essere responsabili dell’omicidio.

L’Afghanistan è tra i paesi coi peggiori indicatori in materia di salute e la sua popolazione ha scarso accesso alle cure mediche. Il clima d’insicurezza e i continui attacchi contro gli operatori sanitari non fanno altro che peggiorare le cose. Ma tutto questo, a quanto pare, non sembra interessare né le forze internazionali presenti nel paese né il governo del presidente Hamid Karzai.

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