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Afghanistan, numero record di vittime civili nel paese che l’Europa definisce “sicuro”

Secondo dati diffusi il 15 luglio dalle Nazioni Unitein Afghanistan nei primi sei mesi dell’anno sono state uccise 1692 persone e altre 3430 sono rimaste ferite.

Si tratta del numero più elevato registrato da 10 anni a questa parte, quando si è iniziato a tenere il triste conto delle vittime civili nel paese asiatico.

Questa notizia ha spinto Amnesty International a sollecitare nuovamente la comunità internazionale a non abbandonare gli afgani che fuggono da un conflitto che ha raggiunto livelli record e a cessare di rimandarli nel loro paese. Continuare a definirlo “sicuro” è sempre più inconcepibile.

Ogni anno in Afghanistan, a partire dal 2014, oltre 10.000 civili sono stati uccisi o feriti. Si teme che anche nel 2018 andrà nello stesso modo.

Con l’aumento delle vittime è andato di pari passo quello dei ritorni forzati, decine di migliaia, di afgani dall’Unione europea, dalla Turchia e da altri stati.

Il caso più clamoroso, ma nient’affatto isolato, è quello di Taibeh Abbasiuna studentessa di 19 anni che ha appena conseguito la maturità in Norvegia. Pochi giorni aver festeggiato la maturità, le autorità norvegesi hanno respinto il ricorso contro il provvedimento di rimpatrio della sua famiglia.

Taibeh (nella foto insieme al fratello) sogna ancora di proseguire i suoi studi in Norvegia e laurearsi in Medicina. Ma questo sogno, per una ragazza che non ha mai conosciuto l’Afghanistan (essendo nata in Iran, dove la sua famiglia si era rifugiata a causa della guerra), rischia di essere interrotto presto.

La cosa paradossale è che il governo norvegese sconsiglia i suoi stessi cittadini dal viaggiare in qualunque regione dell’Afghanistan e persino la zona iper-protetta della capitale Kabul dove si trova l’ambasciata è stata sottoposta ad attentati dei gruppi armati.

E che dire della Germania?

Recentemente un ragazzo di 23 anni si è tolto la vita sei giorni dopo essere stato rimpatriato in Afghanistan. Faceva parte di un gruppo di 69 afgani rimpatriati dal governo tedesco il 4 luglio. Il suo corpo è stato ritrovato il 10 luglio in un albergo messo a disposizione dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

La notizia dei 69 rimpatri era stata trionfalmente annunciata dal ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, in occasione del suo 69esimo compleanno.

A rimpatriare, a migliaia, gli afgani è anche la Turchia, paese che ospita una delle più numerose comunità di rifugiati al mondo. Dal 2018 ha iniziato a erigere un muro al confine con l’Iran per impedire ulteriori arrivi. E da quando, nel marzo 2016, ha firmato un accordo con l’Unione europea per impedire alle persone in cerca di salvezza di raggiungere l’Europa, sono iniziati i rimpatri.

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