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 Home page > Attualità > Società > Adesso si può proprio dire: Milano è una città invivibile

Adesso si può proprio dire: Milano è una città invivibile

Perché proprio adesso si chiederà qualcuno. Ecco alcune tra le tante ragioni.
Con la bella stagione i lavori di riparazione del manto stradale si intensificano e le costruzioni lasciate a metà per via della neve e del gelo, adesso progrediscono tanto da lasciar intravedere uno skyline dominato dalle gru che incombono sulle nostre teste.
 
Conseguenza: il rumore. Martelli pneumatici, scavatrici, macchine che raccolgono e depositano i detriti, fanno a gara a chi fa più chiasso quasi a rinforzare, con il chiasso, l’idea (pregiudizio) che qui si lavora non come al Sud dove invece si bivacca.
Peccato che questi lavori siano interminabili: si ripara una buca, si apre una voragine; si tappa una infiltrazione d’acqua nella linea 3 della metropolitana e si dà la stura a un ruscelletto. Certo, si dirà, Milano è una città costruita sull’acqua e dunque…
Se poi ai rumori “stagionali” aggiungiamo quelli di tutto l’anno con: autoambulanze a sirene spiegate, mezzi di Polizia e Vigili Urbani che sgommano e sibilano, automobili, con clacson e stereo impazziti, che chiedono di poter correre veloci verso chi, verso che cosa, non si sa, allora davvero bisogna tapparsi le orecchie con iPod o più semplicemente con i tappi di cera.
 
Sempre con la bella stagione si usano più facilmente moto, motorini e biciclette. Rimedio ecologico all’inquinamento delle automobili, dicono. Neanche per sogno. Anche in questo caso il rumore è triplicato perché al posto del fastidioso sottofondo di diecimila vetture avviate a passo d’uomo verso il centro e dintorni, si sostituisce il boato di moto giganti che sembrano delle case viaggianti, il ronzio fastidioso dei ciclomotori che sorpassano a destra e sinistra incuranti di chi viene prima o dopo. E poi …
 
…Le biciclette: qui il discorso si fa particolare. E’ vero, sono un veicolo ecologico, fanno bene alle gambe e alle pance di chi le cavalca e occupano poco spazio. Già. Ma perché questi patiti dell’ambiente devono per forza circolare sui marciapiedi? Questo proprio non l’ho capito. O meglio lo capisco se penso che le piste ciclabili sono poche e circolare sulle strade può essere pericoloso. Ma vorrei che qualcuno mi spiegasse perché il tranquillo pedone viene continuamente incalzato da male parole perché si faccia da parte e, se non vuole essere investito, lasci libero il marciapiede.
 
Che dire dell’inquinamento dell’aria? E’ vero in estate non c’è il riscaldamento, fonte primaria di aria maleodorante e tanto densa che una volta entrata nei polmoni non se ne stacca più incatramandoli come quelli di chi fuma quaranta sigarette al giorno.
 
Ma…cari concittadini: lo sapete che l’inquinamento dei mille, diecimila, centomila condizionatori è uguale se non superiore a quello delle caldaie per il riscaldamento? Lo sapete che l’ozono emesso nell’aria a contatto e per effetto dei raggi del sole brucia i polmoni?

 
Poi c’è la maleducazione imperante. Che è anche questa una fonte considerevole di inquinamento. Perché se passeggi (si fa per dire) per Montenapoleone, un tempo la via più rinomata di Milano per i negozi “firmati”, i caffè dove potevi incontrare giornalisti seri, manager in grisaglia con superattico in zona, supermodelle di Vogue e il meglio della borghesia cittadina che affollava Il Salumiere, beh, adesso incontri fighettoni in variopinti bermuda e gambe super depilate con golfino di cachemere a riparo della “cervicale”, che dal loro 1.90 di altezza non badano a chi sta sotto e spintonano, sgomitano, si riuniscono a frotte per farsi fotografare dall’Helmut Newton di giro e occupano ingombranti e vocianti tutto il terreno possibile.
 
C’è la maleducazione dei Suv, quegli immensi veicoli-camion posteggiati in seconda e terza fila con l’arroganza di chi è più grosso e vistoso. C’è la maleducazione del passante frettoloso, banchiere o bancario, che ti scavalca perché deve correre a salvare i suoi investimenti. 
 
Poi c’è la maleducazione dei camerieri dei bar che se chiedi un caffè dopo le 18, o non c’è o, se proprio lo vuoi, deve sorbirti o almeno pagare dai 15 ai 20 euro per un Happy Hour completo, quella sorte di pasto obbligato fatto di tante piccole “schifezze” come olive puzzolenti, tramezzini stantii, salamini irranciditi e cipolline di plastica.
 
Ma la nota più dolente in questa città imbarbarita dai dané (soldi facili, non facili o sudatissimi) sono proprio i prezzi di pizzerie e ristoranti, i costi delle abitazioni, quello che si deve spendere per uno stile di vita appena dignitoso. Tant’è che i pendolari che si riversano al mattino su questa città e ne escono la sera per le abitazioni- dormitorio dei paesi limitrofi, sono cresciuti a dismisura.
 
La conclusione è che in questa città una volta bella e vivibile, i ricchi ricchi all’inizio dell’estate si spostano nelle loro belle case di campagna, nelle ville a Portofino e in Sardegna per lasciare la metropoli indifferente, puzzolente e accaldata a chi da Paesi oltremare arriva con il miraggio di una vita migliore.
 

Commenti all'articolo

  • Di LucaT (---.---.---.135) 26 giugno 2009 10:34

    eh Signora mia..
    la servitù non è più quella di una volta
    si stava meglio quando si stava peggio
    quando c’era lui i treni arrivavano in orario...
    vogliamo continuare con i soliti triti luoghi comuni di cui è pieno il suo articolo?

    O vuole pensare che Milano è Milano e che una volta era le tre F: fum, fred e fang e oggi è le tre C: cemento, casino e cafoni.
    Ma Milano è sempre stupenda per chi la ama davvero.
    E capisco che anche lei è una che Milano la ama davvero.

  • Di Virginia Visani (---.---.---.38) 26 giugno 2009 12:39
    Virginia Visani

    Cemento, casino e cafoni sono le tre C che connotano Milano di questi tempi. E mi sono trattenuta dal dire della sporcizia di certe strade non centrali: qui ci sono due M: merde di cani, mozziconi di sigarette vanno per la maggiore.
    Senza contare che certe strade poco frequentate al calore del sole emanano un ributtante odore di piscio, proprio di chi pensa, essendo uomo, di poterla fare dappertutto.

    Sono molto lontana dal dire che "si stava meglio quando si stava peggio". Me ne guardo bene anche perchè il motto ha un vago sapore fascista.
    Però... che cosa ha portato di meglio alla città di Milano questo progresso(chiamiamolo così)?
    Forse la Milano da bere degli Anni ’80,la tanto vituperata Milano da bere, aveva pure un’anima oltre a un corpaccione molto avido e goloso. L’anima era ancora una spinta "ideale" fatta di ragazzi e ragazze impegnate che sognavano un mondo migliore. Oggi?
    Solo il Cardinale Tettamanzi fa di tutto per rianimare un cuore che un tempo era famoso per la sua generosità.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.182) 26 giugno 2009 13:35

    La professionalità nei vari mestieri è in via di estinzione e le modelle ormai non riescono più a pagare gli affitti... dove sono tutti questi soldi? forse in immobili con prezzi inflazionati e in crediti bancari... in realtà coi suoi titoli derivati che la stanno strangolando e vicino al collasso finanziario come il Resto d’Italia...
    la bolla immobiliare non potrà durante per sempre e all’interno di tutti quei palazzi ci devono essere aziende che guadagnano ... altrimenti... a me risulta che i locali di milano lavorano a malapena una sera settimana..

    dove vanno tutti questi guadagni? alle isole Cayman?

    • Di Virginia Visani (---.---.---.135) 26 giugno 2009 15:02
      Virginia Visani

      Penso di si. che vadano davvero alle Cayman, o in immobili in costruzione con denaro di dubbia provenienza. Insomma qui si fa un gran parlare dell’Expo, di cosa sarà Milano tra poco, la Capitale del lusso, della Moda. Bene se non ci fossero i buyers (compratori) cinesi e giapponesi saremmo con il culo per terra. Tutto è pompato in funzione della pubblicità, ma il succo è che la vita è sempre più dura e più costosa, che al dilà dei lustrini e dei discorsi enfatizzanti, non c’è nulla ... o quasi.

  • Di hnyto (---.---.---.20) 26 giugno 2009 16:26

    anche coi ciclisti ce l’ha??
    nessun altro??

    da domani andrò a lavorare a piedi!! tanto che sono 10 km??

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.12) 26 giugno 2009 17:02

    E’ vero ma anche altre città, facendo le debite proporzioni, mettono a disagio: i problemi e le questioni, irrisolte, vengono fuori, come l’acqua che si scava una propria strada,crea un alveo esi presenta. Da noi, Cagliari, invece i lavori di bitumatura e di chiusura di buche o voragini, aspettano, così come la pulizia degli scarichi e della raccolta delle acque, onde poter avere la città invasa dai liquami: saranno le scie chimiche o altro, però qui in autunno e inverno piove, magari tutto in una volta. Quando mi capita, una due volte l’anno, di venire a Milano per ragioni di lavoro, osservo e a modo mio cerco di vedere se c’è qualcosa da imparare, comunque è motivo di confronto. Vedere le auto sul marciapiede, largo e che consente egualmente il passaggio pedonale (e alle bici) è una cosa che quì ,prima diffusa da alcuni anni è proibita (al contrario delle bici e delle moto o scooter che adoperano dalle nostre parti il marciapiede per abbreviare i percorsi a scapito dei pedoni). Sono motivi validi per "emigrare"? Se ci sono alternative valide, sì.

  • Di malatempora (---.---.---.208) 26 giugno 2009 23:50

    Articolo (se cosi si può definire) di una banalità e di luoghi comuni unici. Almeno fosse ironico potrei pur capire ma la signora in questione si prende pure sul serio. Mica ti cita i decennali poteri di chi governa questa città dalla lega in poi che ha letteralmente devastato il tessuto sociale o le speculazioni edilizie , ecc..., ci mancherebbe. Allora vai con il traffico e i bermudoni del centro città o i martelli pneumatici che disturbano il sonno beato di questa povera donna. Abbia fede la signora che il sindaco Moratti le migliorerà la vita.

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