Addio a Marco Zamperini, il prof del Web italiano
Marco Zamperini è venuto a mancare stanotte, una notizia terribile per il web italiano. Marco Zamperini è certamente una delle figure storiche dell’Internet italiano per come lo conosciamo oggi. Se oggi molti si sono avvicinati alla rete in Italia, certamente lo si deve anche a lui per la sua incessante e “visionaria” attività.
Marco Zamperini è venuto a mancare stanotte e improvvisamente il web italiano si sente più solo. Si perchè Marco Zamperini rappresentava il web italiano, lui che l’ha conosciuto prima di altri e poi con la sua “visionaria” attività, incessante, ha fatto si che che tanti si avvicinassero al web. All’improvviso il web si scopre solo. Marco Zamperini, @funkysurfer, "il prof" come lo chiamavano in tanti per la sua attività di docenza svolta in questi anni, è la prima persona che si “incontrava” sulla rete appena ci si avvicinava. Non importava molto la conoscenza diretta, lui c’era sempre, con la sua simpatia “virale”.
Anche noi oggi ci sentiamo un po’ più soli, ma faremo tesoro di tutto quanto il “prof” ci ha insegnato in questi anni e andremo avanti. Marco Zamperini nella sua lunga carriera ha lavorato come sviluppatore di software per le più grandi e importanti aziende italiane. Era stato anche professore presso lo IULM di Milano. Ad oggi, era Chief Innovation Officer presso NTT DATA Italia.
Classe 1963, Marco Zamperini nasce come informatico e come lui ha di recente affermato, in occasione dei 20 anni del web raccontando perchè amava Internet, la rete:
È entrata nella mia vita in modo un po’ prepotentemente, e non se ne è più andata. E grazie a lei non ti sentivi mai solo. In America, e nel resto del mondo, c’era una grande comunità di sviluppatori informatici.
Zamperini “incontra” il web nel 1977 quando, come lui diceva, “ero giovane e idealista” e secondo lui a quel tempo per maturare una cultura antagonista si dovesse tener conto di come funzionano le logiche del potere:
Il potere funzionava bene perché gestiva le informazioni. Quindi, per essere antagonista dovevo capire come lavoravano i PC. Il contatto è stato ideologico, ma poi è diventata una passione. La cosa interessante era scoprire che c’erano altre persone, là fuori, che si occupavano delle stesse cose.
Zamperini ha visto nascere, nel vero senso della parola, il web italiano per come lo conosciamo oggi e non è un’esagerazione. Ed è sempre lui che ce lo ricorda quando agli inizia degli anni ’90 contribuisce a diffondere il web per come la conosciamo oggi. Così raccontava:
Nessuno (all’inizio degli anni ’90) si immaginava che la Rete potesse diventare il canale perfetto per effettuare delle operazioni. Ci eravamo convinti che il modello vincente fosse quello dei portali. In Italia si è scatenata una vera onda di energia. Tutti si aspettavano che anche qui avvenisse quello che stava già accadendo negli altri paesi. Cioè, che gli operatori per le telecomunicazioni facessero da volano. Ma non c’era una strategia di vero business. Gli operatori di telecomunicazioni erano convinti che per avvicinare il pubblico alla Rete si dovesse essere molto aggressivi. Nei primi anni ’90, la connessione a Internet non costava nulla. Si pagava solo il traffico telefonico verso il provider. Il vero prodotto che veniva piazzato era il portale Web, a cui si garantiva l’accesso. Content is the king. La Rete era solo un’infrastruttura a cui si accedeva tramite un modem. In quegli anni si credeva che nessuno avrebbe mai pagato una lira per connettersi a Internet. Il contenuto era la vera commodity, e si regalava. Dopotutto, la linea era molto scadente. Però, siccome era gratis, nessuno si lamentava.
Fino a quando:
Lavoravo in Etnoteam, una società italiana di ICT. Era uno dei più grossi casi di spin-off, per essere precisi dell’Università Statale di Milano. A un certo punto abbiamo incrociato i nostri percorsi con Stefano Quintarelli, Marco Negri e Franco Groppi: i ragazzi di I.NET. Siamo diventati soci e abbiamo cominciato a camminare insieme. Tutti ci davano dei matti. Era il 1996. Internet era esageratamente territoriale. Per accedere a un server collegato attraverso i cavi telefonici c’era bisogno di contattarlo con una vera e propria telefonata. Immaginatevi la bolletta, se per caso vi fosse partita una chiamata per un server d’oltreoceano.
Marco. pic.twitter.com/hkcimOk2yG
— Stefano Quintarelli (@quinta) October 14, 2013
Ecco perché dicevamo che Marco Zamperini ha contribuito ad avvicinare molti alla rete, lui ha vissuto la trasformazione della rete in Italia in prima persona, lasciando il suo contributo indelebile. Ma ci piace chiudere questo breve ricordo con le sue parole che ci sembrano molto tristi in questo momento, ma testimoniamo la sua grande figura. Alla domanda sul suo bilancio riguardo a quanto fatto in questi anni, lui risponde:
Questo è solo l’inizio. Mi piace pensare di aver fatto un sacco di cose e di aver vissuto il cambiamento. Ma, oggi, io vivo nella consapevolezza che il cambiamento continua. La Rete e le tecnologie digitali generano infinite opportunità. Internet è per tutti. Non è più una cosa da nerd. La barriera tecnologica che bloccava l’ingresso alla Rete sta cadendo. La grande forza del Web 2.0 è quella di aver reso Internet una rete di persone. Così, a tutti quelli che incontro io dico: provate e sperimentate, aderite al culto del fare. Là fuori c’è un mondo nuovo che ci sta aspettando.”
Si professore, hai contribuito al cambiamento e cercheremo di vivere il web proprio con il tuo insegnamento, con il culto “del fare”.
(In copertina il video dell’intervento che proprio Marco Zamperini e Stefano Quintarelli proprio al “Happy Birthday Web” a Roma nel 2011. Grazie davvero a Stefano Quintarelli per avercelo segnalato).Commenti all'articolo
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