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 Home page > Tribuna Libera > Ada Colau e Barcellona. Una prima cittadina fuori dal comune

Ada Colau e Barcellona. Una prima cittadina fuori dal comune

Edizioni Alegre ha pubblicato un ottimo libro sulla vita della sindaca indipendente di Barcellona: “Ada Colau, la città in comune” (Giacomo Russo Spena e Steven Forti, 2016, 170 pagine, euro 14).

Ada Colau è nata nel 1974, è stata una “famosa” occupante di case e nel 2015 è diventata sindaca di Barcellona con la lista civica "Barcellona in Comune" appoggiata da Podemos e dagli Indignados.

Bisogna sottolineare che il primo incontro da sindaca è stato con i banchieri e lei lo racconta così:

“Erano impauriti (ride). Da prima cittadina di Barcellona ho spiegato che la maggioranza della popolazione è esasperata dalle loro politiche che rovinano e condannano la gente alla miseria. Sono riuscita a negoziare che ci dessero centinaia di appartamenti vuoti per metterli a canone concordato e abbiamo inserito clausole sociali nei contratti: così abbiamo risparmiato denaro pubblico riducendo anche le commissioni. Insomma, ho fatto sì che la relazione e i rapporti di forza con le banche cambiassero. È finita l’era della politica sottomessa al potere bancario”.

Il movimento Barcellona in Comune ha saputo raccogliere moltissimi voti dai delusi, dagli astensionisti, dai giovani e dai simpatizzanti di molte liste di sinistra. La sua storia “dimostra l’importanza delle pratiche di mutualismo”, poiché è riuscito ad andare “oltre il noi” e i circoli ristretti della sinistra radicale (Russo Spena e Forti). Il movimento di Ada Colau ha fatto un grande miracolo: in pochi mesi ha vinto le elezioni “avendo contro tutti i principali mezzi di informazione… Tutte queste persone che si sono mobilitate sono diventate un’agenzia di comunicazione potentissima che nessun partito pagando avrebbe mai potuto sognare… La leadership è dei cittadini, la mia figura, al massimo, è stata una valore aggiunto” (Ada Colau, intervista a p. 19). 

Comunque è molto difficile esprimere un giudizio su una persona così fuori dal comune, ma sicuramente Ada Colau è una simpatizzante anarchica che è riuscita a raggiungere la vetta del potere burocratico locale. E ha dimostrato di saper negoziare e di saper comunicare: “ogni sabato mattina va in un quartiere di Barcellona per confrontarsi direttamente con i comitati territoriali” e con i cittadini fuori dal Palazzo (p. 89). Quindi tutti i sindaci italiani hanno moltissimo da imparare.

Forse entro due o tre anni un altro politico indipendente come Pablo Iglesias di Podemos potrebbe raggiungere le vette del potere burocratico nazionale. E qualcuno molto indipendente e poco politicante potrebbe raggiungere il potere centrale entro questo decennio non solo in Spagna. In Europa forse sta già maturando un’altra ondata di moti rivoluzionari di portata storica.

Giacomo Russo Spena è un giornalista nato a Roma nel 1981. Collabora con Micromega.

Steven Forti è uno storico nato a Trento nel 1981. Oggi vive a Barcellona e ricopre l’incarico di ricercatore presso l’Istituto de Historia Contemporanea dell’Universidade Nova de Lisboa. Ha collaborato e collabora con molte riviste e testate (il blog di Aldo Giannuli, AgoraVox, ecc.).

Nota – Ada Colau è stata ispirata dalla figura di Federica Montseny, la scrittrice anarchica che durante la guerra civile spagnola è stata nominata la prima donna ministro in Europa (è diventata Ministra della Salute nel 1936, è nata in Spagna nel 1905 ed è morta in Francia nel 1994). Nel libro c’è anche una breve intervista a Luigi de Magistris, sindaco di Napoli.

Nota economica – “Nel 2006 in Spagna si erano costruite più case che in Francia, Italia e Germania messe insieme”. Con lo scoppio della bolla speculativa creditizia e di quella immobiliare la crisi dell’economia reale è diventata devastante. Questa fattore particolare spiega l’estrema importanza del movimento delle vittime dei mutui gestito anche da Ada Colau. Inoltre in Spagna “l’indebitamento privato di imprese, banche e famiglie è passato dal 130 per cento del 2000 al 2010 per cento del 2009”. Bisogna poi “pensare al buco da 23 miliardi di euro di Bankia – amministrata da Rodrigo Rato, ex ministro dell’Economia nei due governi Aznar ed ex direttore del Fmi tra il 2004 e il 2007 – che obbliga il governo spagnolo a richiedere l’intervento della Bce, che concede un prestito da 100 miliardi di euro” (p. 33).

Nota turistica – Nel 2014 è uscito un documentario che racconta i problemi turistici di Barcellona: http://www.byebyebarcelona.com/eldocumental (bisogna considerare che Barcellona è la seconda città più popolata della Spagna e il capoluogo della comunità autonoma della Catalogna).

Nota finale – “La politica è un impulso sociale intento a migliorare le nostre condizioni di vita, penso sia l’aspetto più nobile che possa caratterizzare un essere umano, insieme alla cultura e all’arte” (Ada Colau). Nel 2016 è uscito un documentario di Pau Faus che racconta la straordinaria campagna elettorale di Ada Colau: www.alcaldessa.com.

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