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Ad Arcore si recitava il Rosario

Per molti giornalisti e parlamentari di destra, la sera ad Arcore si recitava il rosario.

Ma, dalle intercettazioni, risulta che vi erano ragazze un po’ spogliate, un po’ prostitute un po’ minorenni.

Macché solo povere fanciulle bisognose di conforto materiale e spirituale.

E del resto cosa potevano fare un signore anziano e ragazze povere, solo opere di bene e semmai qualche preghiera, tanto per gradire.

E mentre tutto ciò avveniva la procura comunista di Milano, con a capo, la rossa Bocassini, spiava. 

Ma svolgeva indagini doverose per l’obbligatorietà dell’azione penale.

No spiava, spiava.

E così su tutta questa frenetico turbinio di preghiere ed opere di bene, si è abbattuto come uno tsunami la procura di Milano che ha accusato il premier di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.

Ma quando il gioco si fa duro entrano in campo i duri,e macchina del consenso berlusconiano accelera, cambia velocità, incomincia a correre a rotta di collo.

Se l’indagine avesse riguardato solo la concussione, non ci sarebbero stati problemi. Un caso come un altro, che sarebbe stato risolto con il solito attacco alla magistratura comunista che perseguita Berlusconi. Ma si tratta di prostituzione minorile, un’ipotesi che fa raddrizzare le orecchie alla persone, suscita indignazione e viene avvertito nella sua gravità anche dalla signora Cesira. E questo fa paura a Berlusconi. Fa paura perché la gente è naturalmente attratta dai risvolti sessuali della vicenda. Fa paura perché il favoreggiamento della prostituzione minorile è una cosa grave ma soprattutto viene avvertita come una cosa grave. E allora occorre fare qualcosa, non si può indugiare. Così il cavaliere riunisce gli avvocati e i vertici del PDL e definisce la linea politica/mediatica da imporre ai suoi uomini. Si presenta sui teleschermi rintuzza le accuse. Avvia così un processo parallelo a quello giudiziario: un processo mediatico, condito dalle solite accuse ai magistrati. E’ questa la nuova linea. La linea difensiva dettata dai suoi avvocati diventa la linea mediatica. I giornalisti, gli onorevoli amici diventano tanti avvocati difensori, che si esibiscono nell’aula mediatica della televisione, della radio e della stampa dove evidenziano la inconsistenza delle prove, l'incompetenza territoriale di Milano, l’avvio della attività di indagine in assenza di una ipotesi di reato qualificabile quindi come attività spionistica. L'obiettivo è squalificare l'attività della procura di Milano e ridurre, sul piano mediatico, tutta la vicenda allo scontro politico/giuridico tra magistratura e Berlusconi.

E d’altra parte è pure necessario un diversivo mediatico. Occorre distrarre l’attenzione della gente dai fatti morbosi, dagli scenari sessuali evocati dalla vicenda, dalle prove acquisite dai magistrati. Nella mente della gente non deve frullare il dubbio: il Presidente del Consiglio è andato con una prostituta minorenne. Per il resto gli interrogativi di fondo connessi a questa vicenda vanno mediaticamente marginalizzati. Occorre ridurre al minimo il rilevo di domande come: il comportamento del Cavaliere è compatibile con la carica di Presidente del Consiglio? Quale immagine dell’Italia all’estero? Questa vicenda allontana il governo dai problemi del Paese? Bisogna concentrare tutta l’attenzione della gente su di un altro fatto.

Allora nel suo intervento in tv il Cavaliere parla anche di una relazione ufficiale con una signora, lancia l'esca e tutti i pesciolini, in buona o mala fede, abboccano.

Si incomincia a dare per vero la relazione ufficiare del Cavaliere con una donna e a favoleggiare su chi è questa donna. I giornali fanno vari nomi, parlano di dama bianca.

E in questo modo, la dama bianca che è un alibi diventa anche un diversivo mediatico.

Rispetto a tutto ciò il vuoto della sinistra, che insegue il Cavaliere sul suo terreno e fa quindi il suo gioco.

Se la sinistra capisse qualcosa di comunicazione, di politica mediatica, allora avrebbe individuato:

1) una strategia mediatica;

2) i soggetti più adatti a ripeterla in tv.

Una strategia mediatica incentrata sulla imposizione nella agenda mediatica dei punti politici del caso Ruby come ragioni sufficienti per le dimissioni del Presidente del Consiglio.

Si tratta in sostanza di ripetere e poi ripetere, in ogni occasione e fino all’esplosione del caso Ruby come fattore di crisi politica del Governo:

a) la incompatibilità del comportamento con la carica di Presidente del Consiglio;

b) il pericolo di un’immagine ridicola dell’Italia all’estero;

c) la discrasia tra il comportamento e i problemi del Paese.

Fino a quando la sinistra non riuscirà a capire queste cose, Berlusconi la farà sempre franca.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.232) 21 gennaio 2011 19:16

    Consenso purchè sia >

    Il Parlamento europeo ha appena condannato (Ppe in testa) le azioni di “repressione brutale” messe in atto da polizia e servizi segreti Bielorussi durante le ultime elezioni. Ha quindi chiesto adeguate sanzioni contro Lukaschenko, neo-rieletto Presidente della Bielorussia e meglio noto come “ultimo dittatore comunista”. 

    Berlusconi è stato l’unico Premier occidentale che, andato a far visita a Lukaschenko, lo ha elogiato affermando: “So che la sua gente lo ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti”.

    La storia insegna che la Febbre del Tribuno si nutre di consenso fino agli esiti più …

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