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Accuse a Libera: Don Ciotti giustamente querelerà il magistrato Maresca

Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, querelerà il magistrato Maresca, il quale, in un’intervista, ha rivolto all’associazione da lui guidata accuse molto gravi.

Maresca aveva, ad esempio, accusato Libera di avere al proprio interno “persone senza scrupoli” e di aver acquisito “interessi di natura economica” simili agli interessi della mafia.

E il magistrato ha anche dichiarato: “Registro e osservo che associazioni nate per combattere la mafia hanno acquisito l’attrezzatura mentale dell’organizzazione criminale e tendono a farsi mafiose loro stesse”. Le opinioni di Catello Maresca, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, sono contenute in un’intervista rilasciata a “Panorama”.

Ha, tra l’altro, dichiarato Maresca:

“Se un’associazione, come Libera, diventa troppo grande, se acquisisce interessi che sono anche di natura economica, e il denaro spesso contribuisce a inquinare l’iniziale intento positivo, ci si possono inserire persone senza scrupoli che approfittando del suo nome per fare i propri interessi”.

“Libera gestisce i beni attraverso cooperative non sempre affidabili. Io ritengo che questa antimafia sia incompatibile con lo spirito dell’antimafia iniziale”.

“Libera è stata un’importante associazione antimafia. Ma oggi mi sembra un partito che si è auto-attribuito un ruolo diverso. Gestisce i beni sequestrati alle mafie in regime di monopolio e in maniera anticoncorrenziale. Personalmente sono contrario alla sua gestione: la ritengo pericolosa”.

“Per combattere la mafia è necessario smascherare gli ‘estremisti dell’antimafia’, i monopolisti di valori, le false cooperative con il bollino, le multinazionali del bene sequestrato”.

“Purtroppo queste associazioni hanno esasperato il sistema. Sfruttano beni che non sono di loro proprietà, utilizzano risorse e denaro di tutti. Vedo insomma l’estremismo dei settaristi e non di un’associazione ogni qual volta sento dire che ‘si deve fare sempre cosi’”.

La reazione di don Ciotti è stata, giustamente, molto dura.

“Noi questo signore lo denunciamo domani mattina, abbiamo deciso di farlo. Uno tace una volta, due volte, tre volte, ma poi si pensa che siamo nel torto. Quando viene distrutta la dignità di migliaia di giovani è dovere ripristinare verità e chiarezza”.

“Oggi è in atto una semplificazione per demolire il percorso di Libera con la menzogna. Ci possono essere degli errori, si può criticare, ma non può essere calpestata la verità.

Libera gode di buona salute, il movimento giovanile chiede, partecipa, c’è un fermento impressionante di ragazzi che cercano punti di riferimento veri e credibili. Io rappresento un noi non un io”.

“Il tema dell’infiltrazione è reale, le nostre rogne sono iniziate con i 17 processi in cui siamo parte civile, lì ci sono situazioni complesse e questo ci ha creato qualche problema.

Altri problemi vengono dalle cooperative, cammin facendo abbiamo scoperto che delle situazioni erano mutate. Di fatto noi siamo dovuti intervenire, abbiamo avuto anche processi di lavoro che sono stati vinti da noi. Ogni 6 mesi chiediamo la verifica ma qualche tentativo di infiltrazione c’e’ ed è trasversale a molte realtà. Libera è 1600 associazioni e qualche tentativo, qualche ammiccamento c’è stato. Abbiamo allontanato dal consorzio Libero Mediterraneo delle realtà che non avevano più i requisiti e queste realtà gettano il fango, sono le prime a farlo. Chiediamo di darci una mano alle autorità”.

“Per la gestione dei beni confiscati Libera non riceve contributi pubblici, le convenzioni vengono stipulate solo per lo svolgimento delle attività statutarie. Libera non riceve nessun bene, che viene dato ai Comuni e da questi affidato alle cooperative. C’è un equivoco: qualcuno vuole attribuire a don Ciotti la capacità di concentrare beni e poteri economici. Non è assolutamente così: ci sono pochissime cose assegnate direttamente a Libera”.

“L’antimafia non può essere una carta di identità che uno tira fuori a secondo delle circostanze, è un problema di coscienza. Le trappole dell’antimafia sono davanti agli occhi, mai come oggi. Si deve togliere anche questa parola antimafia, rischiamo di essere travolti”.

“Quando abbiamo avuto elementi, siamo andati dai magistrati a consegnarli: se alcuni processi sono in atto è anche perché abbiamo fornito noi elementi per istruirli”.

Io da diversi anni ormai sono socio di Libera. La conosco bene e penso di conoscere bene anche don Ciotti. Ma non solo per questo, condivido in pieno quanto affermato da don Luigi.

Sarebbe utile, comunque, individuare i motivi alla base di queste gravi accuse, infondate, rivolte a Libera. A me, onestamente, sfuggono.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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