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Abruzzo: quello che non si può sapere

Potrà anche sembrare contraddittorio, ma di Abruzzo si parla, in quanto… Non se ne parla.

Saranno le nuove regole di Comunicazione. Sarà il risultato atipico di una gestione del Sistema che sempre più spesso palesa granelli nei grandi ingranaggi, tant’è: ogni bocca italiana e non, quotidianamente, parla, riflette, ragiona si arrabbia per come si sta gestendo a trecentosessanta gradi il post sisma in Abruzzo.

 
Questa volta, l’oscuramento mediatico non porta alla dimenticanza. Questa volta tutti i cittadini italiani perpetuano il ricordo pur attraverso canali diversi da quelli della Comunicazione di Stato. Forse, ci sentiamo tutti compresi in uno stato di emergenza: ogni giorno, le cronache riportano di un qualche disastro. Ora un Boeing che crolla. Ora un convoglio di container di GPL che deraglia. Ora una nave che prende fuoco. O l’attacco dei pirati in acque somale durante una crociera. Tutti, indistintamente, tocchiamo con mano il senso dell’insicurezza totale che degenera sempre più in uno stato di ansia collettiva a livello internazionale.
 
Sull’Abruzzo, c’è ancora tanto da dire. Molto ancora da chiarire. Tanto da spiegare, della quotidianità di decine di migliaia di persone che ogni giorno combattono uno Stato carente, Istituzioni bloccate, carrozzoni di potere deliranti. Cominciamo col dire (come espressi tempo fa in questo articolo) che a tre mesi dal sisma, nessuno ha mai dichiarato ed aggiornato le cifre che ancora oggi italiani e stranieri versano volontariamente per soccorrere gli sfollati e cooperare alla ricostruzione delle zone terremotate. Silenzio assoluto. Nessuna cifra dichiarata. Numeri che, peraltro, andrebbero aggiunti alle somme di una certa rilevanza, messe generosamente a disposizione da Banche e grandi imprese.
 
Tacere su questi importi, è dichiaratamente un affronto alla Democrazia: i cittadini sono chiamati ad esprimere la loro solidarietà, ma non hanno alcun diritto di sapere come e quanto stiano realmente contribuendo. E sugli importi c’è da ricordare il famoso Decreto N° 39 creato a fine Aprile per l’emergenza Abruzzo e da poco approvato. Su un finanziamento dichiarato di otto miliardi, la realtà è – si legge chiaramente nel Decreto – una cifra di circa cinque miliardi di euro, da utilizzare da qui al 2032 ed ancora da mettere insieme. Fra le misure economiche, spicca anche la proposta di indire nuove lotterie, al fine di raggranellare – si pensa – circa cinquecento milioni di euro.
 
Di concreto quindi, poco e nulla. Ed i dubbi che gli stessi versamenti spontanei e mai dichiarati verso le oltre cento organizzazioni esistenti vengano utilizzati per altri scopi, non possono che essere legittimi.
 
Nelle giornate dei terremotati intanto, il caldo è più cocente, La pioggia più battente ed umida. La dignità calpestata di ora in ora. I segretissimi lavori che si tengono da giorni per accogliere il G8 imminente, ne sono una prova tangibile. Suites presidenziali da favola. Campo da Basket creato per i momenti liberi del Presidente Obama. Mobili ultralusso. Servizio catering a cinque stelle.
 
Mentre le sbobbe nelle tendopoli annacquano stomaci ed aizzano rabbie feroci, a poco può servire la promessa del Premier Berlusconi di donare – dopo il G8 – le migliaia di mobili pregiati ai terremotati. La gente vacilla fra promesse dichiarate e realtà contrapposte. E realtà sconsiderate che nessuno racconta.
 
Per accedere ad una tendopoli, provenendo da un’altra, è necessario pagare un ticket: dieci euro a persona. Sconvolgente: le organizzazioni preposte alla gestione delle tendopoli, lucrano sul male. Nessuno ne parla.
 
Migliaia di persone hanno perso il lavoro. Eppure per Decreto, i lavoratori autonomi e gli impiegati, torneranno a versare le tasse a partire da Luglio 2009. E sono molti i pensionati che dovranno attendere un bel po’ per vedersi recapitare l’importo della pensione: a quanto pare, i primi evidenti sostegni, ora presentano un conto altissimo.
 
Ed è lo stesso Decreto – ormai approvato – per cui molti sfollati e Sindaci, avevano manifestato il loro dissenso, in special modo per quell’articolo che rende impossibile l’accesso ai finanziamenti per chi abbia perso la seconda casa: sarà una di quelle cose che rallenterà di molto la ricostruzione di l’Aquila e dei paesi colpiti dal terremoto, soprattutto nei centri storici.
 
C’è anche un allarme gravissimo legato all’erogazione dell’acqua: a causa del sisma, la società pubblica che si occupa della rete idrica aquilana, rischia la bancarotta. Nessun che scriva queste informazioni. Nessuno che ne parli.
 
Altra situazione aberrante tenuta oscurata del tutto, è quella che vieta nelle tendopoli, qualsiasi forma di volantinaggio e di assemblea: in pratica, i terremotati non possono né parlare in gruppo né tanto meno creare tam tam attraverso il volantinaggio: tutto questo ha più i colori della persecuzione che della degna realizzazione di sistemi a sostegno di chi ha già tanto subito.
 
Silenzio sulla Commissione creata nel 2002 dopo il sisma di S. Giuliano di Puglia (morirono 27 bambini in una scuola) che doveva verificare le zone ad alto rischio sismico in Italia, e che individuò l’Abruzzo in cima alle classifiche: nessuna conseguente opera di miglioria e rafforzamento delle strutture architettoniche ebbe inizio.
 
E per finire il silenzio cade su inchieste di cui non si sa più nulla. Buio e silenzio su Impregilo s.p.a. che edificò – fra l’altro - l’Ospedale S. Salvatore senza tenere in minima considerazione le norme di agibilità ed antisismiche, e che fu aperto malgrado la mancanza di accatastamento.
 
Nessun diritto di cronaca. Nessun diritto di parola. Nessun diritto di dignità.
 
Il grande teatro del Sistema organizzativo e politico, è preso da altre e più importanti cose: la messa in sicurezza dell’area ove si terrà a breve il G8, per cui viene già chiesto ai terremotati – da parte di Guido Bertolaso – di “Avere un po’ di pazienza per i disagi che dovranno sopportare nei tre giorni della Convention”.
 
Disagi che si aggiungono ai disagi e che rendono scandaloso tutto ciò che il Sistema tocca e macchia con la sua mano che prende e sfrutta, sempre più, lì dove alberga il dolore e la disperazione.
 
E non c’è altro da capire.
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.22) 3 luglio 2009 14:07

    La verità viene taciuta, tanto che addirittura noi aquilani corriamo il rischio di perdere la cognizione della gravità del disastro nel quale siamo immersi.
    Anche a noi diranno che le difficoltà e le angosce per il futuro sono una questione psicologica?
    La verità dice che a settembre non ci saranno case per tutti, dice anche che buona parte dei cittadini dovrà essere reindirizzata negli alberghi, dunque faremo fare i pendolari ai nostri figli a partire dai 3 anni?
    A partire da gennaio 2010 dovremo restituire il 100% dei tributi sospesi in 24 rate, mentre gli umbri hanno iniziato a restituire il 40% in 120 rate dopo 12 anni. A cosa serviranno questi tributi resi dagli aquilani? Per caso a finanziare la ricostruzione di una zona terremotata del centro Italia?
    E’ vergognoso, calpestano la nostra dignità di cittadini. 

  • Di thefez (---.---.---.229) 3 luglio 2009 18:10

    Certo, tendopoli come lager. Senza diritto di parola nè di informazione.

    E dall’acqua gestita da una società pubblica si passerà a quella ben più remunerativa, per i soliti personaggi, distribuita da una società privata...

    Auguri!

  • Di Albert (---.---.---.95) 9 settembre 2009 08:40

    Non so come esprimere un commento idoneo.
    Posso soltanto dire che sono rimasto di stucco,e che sono più che d’accordo con la vostra opinione .
    Anche se la vostra non è del tutto un’opinione ma è una cruda realtà,che chi più chi meno,tutti gli abruzzesi,stanno passando.
    Approfitto del web ,per augurare agli Abruzzesi un decente avvenire,come sarebbe giusto che fosse.
    p.s. Spero che qualcuno ,dall’alto ,abbia il compiacimento di tendere una mano verso i bisognosi.E chi vuole intendere intenda!!

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