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Abolire il ciclismo come sport agonistico?

E’ stato accertato il primo caso di frode tecnologica in una gara ciclistica.

Una partecipante, la belga Femke Van Den Driessch, diciannovenne, ai campionati mondiali di ciclocross under 23 svoltisi in Belgio, è stata esclusa dalla gara perché nella sua bicicletta è stato individuato un “motorino”.

Da tempo si sospettava che in gare ciclistiche, anche di notevole importanza, come il Tour de France o il Giro d’Italia, alcuni corridori facessero uso di biciclette con dei motorini. La prima domanda è piuttosto naturale: è possibile che diversi altri ciclisti si siano comportati, anche vincendo, come l’atleta belga?

Io credo che sia probabile.

Del resto certe prestazioni, soprattutto in salita, di alcuni ciclisti di livello internazionale, in gare molto importanti, avevano generato dubbi sulla correttezza dal punto di vista tecnologico delle loro biciclette. Quindi il caso della ciclista belga potrebbe essere la punta di un iceberg.

E’ ben noto, poi, che i casi di doping invece, da molti anni ormai, sono stati molti e hanno interessato anche campioni che hanno vinto gare di notevole rilievo.

Uno su tutti, Lance Armstrong, al quale sono state tolte le vittorie da lui ottenute in diverse edizioni del Tour de France.

Ma molti altri campioni sono stati colti in fallo, per aver utilizzato sostanze dopanti. E ora, quindi , al doping si aggiunge anche la frode tecnologica.

A questo punto mi sembra del tutto secondario attardarsi ad individuare le cause di tale situazione.

Si tratta, soprattutto, di analizzare, quanto meno, ciò che si deve fare.

Senza dubbio, nonostante l’intensificazione dei controlli, i casi di frode non scompaiono, anche perché, per quanto concerne il doping, vengono spesso inventate nuove sostanze difficili da individuare. E allora si potrebbe sostenere la tesi, certo molto radicale, che sarebbe opportuno, almeno per un certo periodo, interrompere per il ciclismo le attività agonistiche.

Peraltro tale proposta potrebbe riguardare anche l’atletica leggera, un’altra disciplina sportiva, molto seguita e molto importante, dove i casi di doping, spesso scoperti diversi anni dopo, sono stati numerosi.

Mi rendo conto che la proposta che ho avanzato ha le sue controindicazioni, ma va presa in considerazione, non va rigettata a priori.

In alternativa, si potrebbero intensificare i controlli, destinandovi risorse finanziarie più consistenti, e contemporaneamente rafforzare le pene comminate agli atleti scoperti nella loro attività fraudolenta. A tale proposito, al primo caso di frode sarebbe necessario comminare la radiazione a vita per ogni attività agonistica.

Ciò non avviene, attualmente, sia nel ciclismo che nell’atletica leggera. Infatti sono molto frequenti le sospensioni per alcuni mesi o per alcuni anni e poi gli atleti possono riprendere la loro attività.

Qualcosa in più, anzi molto di più, di quanto si sta facendo adesso per contrastare le frodi, si deve assolutamente fare.

Comprendo i notevoli interessi economici che, oggettivamente, impediscono una forte crescita della severità nei controlli e nelle pene, ma la legalità va garantita anche negli sport agonistici.

Se non lo si vuole, o non lo si può, fare, allora veramente l’unica soluzione sarebbe l’interruzione delle attività agonistiche.

Foto: Nuestrociclismo.com/flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.116) 3 febbraio 2016 13:19

    È stato il primo e l’unico caso le biciclette dei professionisti e in tutte le gare internazionali sono controllate dal primo all’ultimo corridore,le prestazioni in salita di certi corridori ovvero professionisti che corrono da una vita non sono certo dovute da motorini e il titolo dell’ articolo,ovvero di abolire il ciclismo agonistico dimostra il suo odio nei confronti di uno sport bellissimo dove atleti professionisti per arrivare a quei livelli hanno fatto sacrifici sputato sangue e dato anche l’anima per arrivare a quei livelli quindi porti un po di rispetto per questo sport e per gli atleti che ne fanno parte.

  • Di (---.---.---.116) 3 febbraio 2016 13:25

    E aggiungo il ciclismo nel 2015 nella classifica degli sport dove hanno riscontrato più casi di positività è arrivato settimo dietro al calcio. Il ciclismo nella lotta contro il doping è al primo posto con il passaporto biologico e vari controlli a sorpresa cosa che nel calcio si sono sempre rifiutati di farlo. Quindi la smetta di gettare fango sul ciclismo.

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