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"A noi preti ci dovrebbero autorizzare almeno una volta nella vita a mettere incinta una donna"

Ha suscitato notevole imbarazzo la lettura delle intercettazioni di Don Nuccio Cannizzaro durante l’udienza del processo che lo vede imputato per falsa dichiarazione. Tanto che il presidente del Tribunale Andrea Esposito ha invitato il capitano dei carabinieri Valerio Palmieri ad andare avanti soprassedendo sui dettagli: “A noi preti ci dovrebbero autorizzare almeno una volta nella vita a mettere incinta una donna 'per vedere l’effetto che fa', senza sposarla, qualche prete e qualche vescovo lo ha fatto”.

Il prete di Condera, Concetto Antonio Cannizzaro, è anche il cerimoniere del vescovo di Reggio Calabria Vittorio Mondello, imputato nel processo che mette insieme le inchieste “Sistema” e “Raccordo” dei pm Stefano Musolino e Sara Ombra. Don Nuccio, anche cappellano della Polizia Municipale, avrebbe favorito il boss del quartiere Condera dichiarando il falso in un processo penale contro la cosca. Le intercettazioni coinvolgerebbero diversi avvenimenti e persone, tra cui anche una telefonata tra l’ex consigliere Sauraci e l’ex sindaco Scopellitti.

A descrivere la scena del processo e l'imbarazzo dei presenti, in un articolo pubblicato oggi da "Il Quotidiano della Calabria", è il giornalista Giuseppe Baldassarro, autore di numerosi libri sulla ‘ndrangheta e di inchieste sulla politica calabreseLe microspie installate dai carabinieri sulla Mercedes del prete hanno registrato fatti gravi se confermati, dai rapporti delle forze dell’ordine su don Nuccio si legge:

“Continuano a parlare di preti in generale che si comportano male o che fanno abusi, don Nuccio dice a Giovanni che sono cose vere, quindi fa particolare riferimento a qualcuno di loro conoscenza che non si comporta bene. Don Nuccio riferisce che questo religioso è diventato vescovo nonostante le porcate che ha fatto e che il vescovo non sa niente. E nessuno parla per paura. Gianni riferisce di essere a conoscenza di alcuni avvenimenti spiacevoli e Nuccio dice che le cose più gravi sono altre”.

L’interlocutore è un tale Giovanni e il prete riferendosi sempre al prelato continua: “E’ malato… capisci che è malato mentale, è malato… è pericoloso, farà danni, prima o dopo scoppierà qualche caso… vedrai…”.

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