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A Rapallo (Ge) si discute di Fotografia

Nell’ambito di RFC Rapallo Fotografia Contemporanea si è svolta una tavola rotonda sulla fotografia, sulla sua contemporaneità e sul suo futuro.

Un mondo in cambiamento, anche quello della fotografia. Le parole chiave sono ibridazione, magma e nuove tecnologie. Ecco quello di cui si è discusso ieri a Rapallo, in provincia di Genova, in occasione della 5 edizione di RFC Rapallo Fotografia Contemporanea. La quinta edizione di RFC è intitolata 'Ritorno alla fotografia' ed è composta di tre mostre presso l'Antico Castello sul Mare nella cittadina ligure: Al lavoro! fotografie di Charlotte Dumas, Open Space (fotografie di Bergantini,Crovetto, Garibotti,Leotta, Ligato e Positano) e RFC Story con alcuni scatti delle edizioni precedenti.

Nella cornice di Villa Queirolo si sono confrontati sull dibattito contemporaneo sulla fotografia, Charlotte Dumas, fotografa, Andrea Botto, artista e direttore artistico RFC, Alfredo Cramelotti, curatore QUAD Centre, Francesco Zanot, critico e curatore. L'ipotesi di partenza è che nel mondo contemporaneo, nel quale le immagini sono fruibili ovunque - in qualsiasi momento è possibile scattare una fotografia non sono solo le macchine fotografiche ma mille altri dispositivi - la fotografia dovrebbe trovare la sua massima espressione. Ma non sembra essere così, si arriva, in alcuni casi, ad affermare che essa sia morta.

Il primo intervento è di Andrea Botto che racconta come tutte le nuove tecnologie possono influenzare anche il processo creativo fotografico. L'esempio, più che chiaro, è quello della macchinetta Nadia. Un nuovo dispositivo tecnologico, all'apparenza una semplice macchina fotografica, capace, in realtà, di giudicare la qualità estetica di quello che inquadra, dando un giudizio numerico su una scala da 0 a 100.

L'intervento di Francesco Zanot si è concentrato sul concetto di ibridazione che coinvolge diversi aspetti della fotografia. " L'attualità della fotografia è in un momento di trasformazione: cambio nel linguaggio, non esistono più i generi fotografici - afferma Zanot - tutto è un magma anche gli utilizzi della fotografia cambiano come il mezzo tecnico". I generi si mischiano non sono più definibili singolarmente.

Attraverso una serie di fotografie di vari autori il critico mostra come i generi si contaminino uno con l'altro e non si possa quasi più inserire uno scatto in una categoria ben definita. "Il fotografo ha un nuovo ruolo, sceglie e mette in sequenza archivi già esistenti e disponibili" chiarisce Zanot. In altre parole il ruolo del fotografo raggiunge un altro livello nell'ibridazione. Il fotografo preleva dagli archivi esistenti e crea un filo conduttore, mette in campo un concetto ecco come ridefinisce il suo ruolo. Chi utilizza gli archivi esistenti interpreta e trasforma quelle foto.

L'interessante discussione prosegue con le battute di Cramenotti e Dumas. Sempre sul filo conduttore del concetto di ibridazione, il magma in cui si trova la fotografia viene creato dal fatto che le immagini sono ovunque. "La maniera in cui viviamo le foto è liquida" afferma Cramenotti.

L'artista della mostra Al lavoro!, Charlotte Dumas, spiega come concepisce la fotografia e come la interpreta: "il mio è un approccio tradizionale alla fotografia, utilizzo la pellicola e le polaroid - prosegue - i ritratti che scatto non rappresentano semplicemente il soggetto ma vogliono raccontare l'intera categoria in cui rientra quel soggetto".

La tavola rotonda si è chiusa con numerosi interventi da parte del pubblico, l'intento dell'incontro è riuscito aprire e ampliare un'interessante discussione sul futuro della fotografia. All'incontro è seguita l'inaugurazione delle mostre all'Antico Castello sul mare, sarà possibile visitarle fino al 13 febbraio.

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