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A Porto Torres "Qualcuno era comunista"

Luca Telese ha inaugurato gli incontri letterari alla libreria Nemo. Il conduttore di Tetris ha solidarizzato con il sindaco Mura, in presidio nella tenda montata all’ingresso dell’ENI.

...Se ci fosse ancora il P.C.I. ci sarebbero dirigenti di partito fuori i cancelli dello stabilimento e la tenda non sarebbe isolata..” - La prima riflessione di Luca Telese, arrivato alla libreria Nemo di Porto Torres per presentare il suo ultimo libro è intimamente legata al dramma della vertenza sul petrolchimico. Il venerdì 17 (luglio) non è una metafora per la città ma la sua più grave realtà del dopo guerra.

Il giornalista e scrittore con radici sarde, accompagnato dal vice presidente della Provincia di Sassari, Pinuccio Vacca ha visitato il sindaco Luciano Mura (che continua il suo presidio in tenda all’ingresso dell’ ENI presso la zona industriale), prima d’iniziare l’incontro letterario in Viale delle Vigne. Introdotto dalla prof. Anna Nieddu, (insegnante di Lettere, istituto Lamarmora di Sassari), con la prefazione di Pinuccio Vacca “difensore d’ufficio” in un interessante contraddittorio sulla rivisitazione storica del P.C.I. e nella sua travagliata metamorfosi, perpetratasi sino all’attuale P.D. 

Una storia resa ancora più affascinante grazie al racconto dell’autore, ricco di minuzie e dovizie con aneddoti e cenni storici inediti o quanto meno, ignari ai più. Improbabile una trattazione diversa considerata la completezza delle notizie riportate nel volume di Telese, presente in libreria dallo scorso maggio, edito da Sperling & Kupfer e completo di una ricca documentazione fotografica a corredo delle oltre 750 pagine di testo. A dispetto della vasta e accurata ricerca storica, l’opera di Telese, pone all’attenzione del lettore, una sintesi netta, sin dal titolo. La ricerca analitica, descritta dall’autore, setaccia con una serie di micro storie, la complessa vicenda del più grande partito della sinistra italiana (dalla sua nascita nel 1921 sino alla svolta della “bolognina” del 1989).
 
 “Qualcuno era comunista” è ispirato al noto monologo (e famosa canzone) di Giorgio Gaber e ripercorre con tante testimonianze dei protagonisti dell’epoca, le fasi anche drammatiche che conclusero l’epopea del P.C.I. Sviluppatasi intorno ai due principali e opposti protagonisti: Enrico Berlinguer e Achille Occhetto. Ricordato il primo a più riprese come il padre dell’Eurocomunismo (degni di una spy story i retroscena della trasferta russa al 25° congresso del PCUS di fronte a 5000 delegati), con altrettante perplessità il secondo, imitato anche nella tipica parlata a doppia consonante, dal brillante oratore. Artefice del nuovo corso al partito, dopo la caduta del muro di Berlino, ad Occhetto ed alla sua nomenclatura direttiva è mosso più di un rilievo. Lo sdoganamento di un nome, sancì la fine di uno scopo. “..Comunista in Italia, nelle sezioni romane (quella di Testaccio è ricordata con l’affetto dell’infanzia da Telese), significava voler fare di più..” ricorda l’autore. Abiurare l’appartenenza e l’attributo “comunista”, prassi adottata dalla maggior parte dei big nazionali (da Veltroni a Fassino), è coinciso in un ventennio, con la riduzione degli iscritti ad uno scarno ventesimo (gli attuali 300 mila tesserati P.D.) del milione e 450 mila iscritti che composero le migliaia di sezioni e circoli P.C.I. sparsi sull’intero territorio italiano. Questa dura selezione, raccontata senza sconti e con evidenti critiche nei confronti di una dirigenza partitica praticamente immutata, ha suscitato una domanda comune in sala, circa la necessità di scrivere un libro del genere. “..Quando tagli le radici dell’identità non puoi costruire niente...” - ha sottolineato più volte il cronista del “Giornale” che ha confermato la sua personale adesione politica di estrema sinistra. 

Non è casuale nella schiera di citazioni di compagni, giornalisti e testimoni, avvicendatisi nella storia, scritta con enfasi informativa, la chiosa di Gianni Marchetto (sezione Mirafiori 2.12.2989) che chiude la copertina del volume: “...i comunisti quando perdono il senso dell’avventura, diventano gente noiosa e anche pericolosa..”. Il libro, a prescindere dalle varie posizioni personali certamenteavrà una funzione di stimolo. In un Paese dove spesso è difficile ragionare, molto più facile dimenticare, non ècosa da poco.

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