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A Parma: referendum comunale per dire no alle privatizzazioni

Ora la privatizzazione non fa più paura. Il progetto liberista del governo di consegnare nelle mani dei privati i servizi pubblici, in particolare la gestione dell'acqua, è stato spazzato via dai risultati dell'ultimo referendum, ma la battaglia è appena cominciata. Il popolo dell'acqua, infatti, non intende fermarsi a questo importante risultato popolare. Adesso che l'effetto referendario ha rivitalizzato il direttismo democratico degli italiani, il coordinamento per l'acqua pubblica, diretto provincialmente da Patrizia Ageno - iscritta al Movimento 5 Stelle -, sposterà la battaglia nazionale per l'acqua entro i confini parmigiani: lunedì 27, infatti, tutto il coordinamento si riunirà per discutere di un possibile referendum comunale, di tipo consultivo, che toglierà la gestione del servizio idrico dalle mani di Iren. Perché di tipo consultivo? "È una forma referendaria molto più potente dell'abrogativo", perché permetterà, con l'aiuto di esperti giuristi, di scrivere una legge che chiuderà definitivamente le porte del pubblico al privato. 

"Se il coordinamento non si muoverà per via referendaria - spiega Ageno - sarà il Movimento 5 Stelle, ad ogni modo, a proporlo". 

In soldoni, o si torna alla municipalizzata classica, controllata per intero dal Comune, o si percorrerà la via dell'azionariato diffuso: ogni cittadino è un azionista, ciò permette di avere una amministrazione legata ai soci, che sono poi i cittadini. 

"In tutta Italia - spiega - i consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno proposto di tornare alla gestione pubblica dell'acqua. Sarà così anche a Parma". 

L'idea del referendum comunale a Parma, in realtà, è figlia di una iniziativa nata nella vicina Reggio, dove il consigliere grillino Matteo Olivieri aveva proposto al sindaco, in quota Pd, di rispettare il volere degli italiani: no al monopolio delle grandi aziende sui beni comuni come l'acqua, e sì ad un ritorno della vecchia municipalizzata Agac. 

"Il sindaco di Reggio ha tentennato, rispondendo alla richiesta di Olivieri con una melina - racconta Ageno -. Dispiace dirlo, ma il Pd ha una doppia faccia". Insomma: festeggiano la vittoria del pubblico sul privato, ma quando si tratta di concretizzare il volere degli italiani, con un gioco d'attesa, non sanno dire no alla privatizzazione. 

Ma c'è di più: il referendum comunale attraverso il quale il comitato per l'acqua pubblica intende spazzare via il privato dal pubblico, non riguarderà soltanto la gestione dei servizi idrici: anche l'inceneritore rientra tra gli obiettivi referendari. "Noi non lo vogliamo", spiega Patrizia Ageno. Si sta compiendo un vero e proprio attacco al potere economico di Iren e ai partiti che gli gravitano attorno. E infatti la questione, in questo caso, è più spinosa: in città i partiti in consiglio comunale, con una alleanza trasversale tra Vignali e il Pd, hanno già detto sì al progetto e non intendono fare dietrofront. Lottare uniti contro l'inceneritore, dunque, significa lottare contro gli interessi dei partiti e delle lobby di potere che gravitano attorno a quest'ultimi. 

E, in più, il tempo stringe. Per indire un referendum comunale servono 5 mila firme, "non una cifra impossibile". Il problema, però, è che la raccolta delle stesse più la votazione del referendum dovranno svolgersi entro e non oltre il prossimo dicembre: secondo lo Statuto comunale, infatti, un quesito referendario non può essere indetto nello stesso periodo delle elezioni comunali, e il 2012 è proprio l'anno delle amministrative. Una corsa contro il tempo che se non terminerà entro dicembre, cioè tra poco più di 6 mesi, dovrà essere rimandata di un altro anno. A quel punto, nel 2013, l'inceneritore sarà già in funzione, e spegnerlo è cosa difficile.

Lunedì 27, come detto, i padri fondatori del coordinamento per l'acqua pubblica si incontreranno per discutere su entrambi i quesiti: "le persone che firmeranno le troveremo - conclude Patrizia Ageno - la paura è il fatto che passi o meno, e che si riesca a vincere anche contro il tempo, che purtroppo è molto poco".

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