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8 marzo sì, 8 marzo no

Ogni anno immancabilmente c'è chi si pone la fatidica domanda sull'utilità effettiva dell'8 marzo, cosa cambia cosa non cambia. Messa in questo modo non è la data in se stessa che risolve la "questione" femminile, però permette alle donne dell'intero pianeta di fare il punto della situazione globale sulle discriminazioni di ogni tipo, quelle visibili e quelle invisibili e sulle violenze di "genere" che non risparmiano nessun continente, perché il mondo se lo si gira da est a ovest, da sud a nord, qualunque cosa se ne dica ha un volto strettamente maschile.

Certamente dei progressi sono stati compiuti dal secolo scorso, ma la speranza di un'uguaglianza veritiera è lontana dall'essere concreta, solo il 19% fa parte del corpo legislativo, in misura ancora minore dei negoziatori di pace circa l'8%, e 15 donne sono capi di stato o di governo.

In numerosi paesi non hanno il diritto alla successione delle terre agricole, né il diritto alla scolarizzazione, due adulti analfabeti su tre sono donne. Ogni 90 secondi una donna muore per complicazioni da parto e talvolta anche prima di portare a termine la gravidanza, senza contare l'eccisione, le violenze di guerra, quelle domestiche superiori a quelle di guerra e di cancro.

In pratica ogni due minuti un "umano" di sesso femminile scompare dalla faccia della terra non per malattia o per vecchiaia, ma a causa si potrebbe dire alla manipolazione e all'incuria della "natura", sistema allargato in uguale misura a paesi ricchi e a paesi poveri. In Italia nel 2010 sono state uccise 127 donne. Praticamente la donna corre lo stesso rischio che grava sull'estinzione delle foreste e su qualche specie animale già scomparsa, fino alla mancanza di ossigeno per tutti quanti siamo. In India e Cina per esempio, sembra che la popolazione maschile superi quella femminile (aborto selettivo) ma gli uomini potranno sopravvivere senza le "donne"?.

Un giorno forse non ci sarà più bisogno dell'8 marzo per ricordarci un bollettino davvero scoraggiante, così come può darsi che non se ne potrà mai fare a meno.

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