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4 milioni di italiani ricorrono alla raccomandazione

Nel sito riparteilfuturo si evidenzia il principale risultato di uno studio del Censis, che risale al marzo 2015: 4,2 milioni di cittadini italiani sono ricorsi a una raccomandazione o all’aiuto di un parente, amico o conoscente per ottenere un’autorizzazione o accelerare una pratica presso la pubbliche amministrazioni.

E quasi 800.000 persone hanno fatto un “regalino” a dirigenti e dipendenti pubblici per avere in cambio un favore. Si ricorda, innanzitutto, che “Riparte il futuro” è una campagna digitale contro la corruzione, promossa dall’associazione Libera e dal gruppo Abele.

Inoltre, secondo il Censis, per il 50,5% degli italiani la Pubblica Amministrazione funziona male, per il 63,5% non è cambiata e per il 21,5% è addirittura peggiorata. Inoltre i cittadini chiedono “il pugno di ferro per corrotti e fannulloni: il 45,3% vorrebbe regole più severe e licenziamenti nel pubblico impiego”.

Come commenta questi dati “Riparte il futuro”?

In questo modo: “Di fronte all’inefficienza dei servizi e alla pressione burocratica, gli italiani si adattano seguendo una doppia morale: lamentandosi della mala gestione del pubblico, contravvengono alle leggi. In questo modo il Paese resta bloccato in un limbo culturale in cui si cerca di combattere i danni della corruzione con la corruzione stessa”.

Io concordo pienamente con la valutazione appena citata. Infatti è più che giusto criticare il cattivo funzionamento delle pubbliche amministrazioni e ancor di più la crescente diffusione del fenomeno della corruzione all’interno di esse.

Però è altrettanto doveroso criticare il fatto che molti cittadini scendano a compromessi, rispetto a tale situazione, ricorrendo appunto spesso allo strumento della raccomandazione ed erogando piccoli o grandi regali ai pubblici dipendenti.

La doppia morale non è accettabile, in nessun caso.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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