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2020

1 gennaio, ore 02:11. Sono stesa sul letto, tra le coperte e una serie di cuscini. Il tab!et in mano, appunti di studio, una lampada accesa. E finalmente l'amico silenzio.

Questa non é stata una notte normale, non lo è stata la giornata che l'ha preceduta, né potrà esserlo quella che verrà. Convenzioni, abitudini, tradizioni che si stratificano trasformandosi ogni volta, ad ogni occasione che torna a ripetersi. Il calendario ha segnato l'ultima pagina di quelle che definiscono una porzione di tempo. Il nostro tempo, scandito in giorni, in mesi e in anni. Un foglio e poi un altro, e poi un nuovo calendario, con nuove immagini riportare ed altre annotazioni: impegni, eventi, appuntamenti futuri. Conduciamo le nostre esistenze lasciandone traccia di inchiostro, per poter poi calcolare quanto tempo é passato. Eh sì, il tempo scorre veloce! Eppure, in certi momenti, sembra non passare mai!

Scivoliamo nei luoghi comuni dimenticando di starlo facendo. Il tempo... Cosa é mai questo tempo? Il tempo che passa, il tempo che non perdona, il tempo che cancella i pensieri.. Il tempo che verrà. Il tempo?

Percorriamo lo spazio del nostro agire, ci spostiamo tra il dire e il fare, connettiamo il pensare al sentire, e affondiamo nelle nostre precipue decisioni, cercando sovente di sorvolare gli errori. Lo facciamo in sequenza, lo facciamo al contempo, insieme con altri e ognuno per sé.

Da oggi peró, a partire da questa notte - finalmente tornata serena - é tutto passato. Si é chiusa una porta là dietro, che ha ingoiato via tutto, archiviato in una scatola grande che é stata già chiusa: l'anno é finito, e ora auguriamoci che il prossimo sia di molto migliore. Perché l'anno passato, già inscatolato, non va più visitato, non va più frequentato: l'etichetta riporta una numerazione scaduta, come il biglietto di una riffa conclusa. Non sembra più appartenerci.

Nuovo colpo di pistola e nuova partenza. La signorina, al centro della strada, preme il grilletto scuro, e intanto che il colore dei fuochi impazza nel cielo con tutto quel frastuono, volge se stessa in un giro completo, facendo mostra di sé e del suo vivo entusiasmo. La gonna che gonfia intorno alle lunghe gambe tornite, i capelli scomposti nel vento... Si sfiorano i calici, ricolmi di liquore frizzante, e auguri, auguri, che per tutti sia un anno migliore!! 

Come se davvero dipendesse da altri, come se una forza maggiore, lí fuori, trascendesse le azioni e le scelte di ognuno, distribuendo fortuna, benessere e felicità secondo capriccio. 

Pagina dopo pagina, calendario dopo calendario.

Musica e fumi di esplosioni vivaci, sorrisi brillanti tra vesti pregiate e un po' briose... Euforia, euforia, espressioni gioiose e distratte. Festeggiamo, dunque, lasciamoci andare: questa notte una porta si chiude e possiamo ripartire da capo. 

Svanisce quel peso gravoso che ci siamo tirati dietro fin'ora, questa notte lo lasciamo cadere, verrà legittimamente archiviato perché l'anno é ufficialmente concluso. Per tutti, in ogni paese.

Eppure, una volta spogliati da tanto furore, nell'intimità delle nostre dimore, nei nostri indumenti di sempre continueremo a filare le nostre esistenze, quelle di ieri, fino a domani ed oltre ancora. E saremo noi stessi, cosí come abbiamo fatto fin'ora, a tirare via il lembo nella direzione intrapresa.

Apriamo dunque il nuovo libro pulito, ma evitiamo di mentire a noi stessi: la vita si rinnova ad ogni respiro, e il timone lo teniamo noi stessi, in ogni infinitesimo istante: non dobbiamo aspettare la pagina nuova, possiamo spostare lo sguardo anche ora, senza bisogno di spari, di urla e di danze sfrenate. 

Il nuovo anno é in ogni momento. E dunque, signori, vi porgo i miei più rispettosissimi auguri!

 

 

 

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