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2008: Odissea nel ciclismo

Ennesimo anno travagliato per questo sport che non sa più dove sta andando...

Il ciclimo ancora non ha trovato una soluzione. Lo sport più martoriato dal doping (forse perchè il più controllato) ha vissuto quest’anno una delle sue annate peggiori.
Doveva essere ancora una volta l’anno della rinascita, della grande svolta. Molti nomi, anche eccellenti, erano caduti negli anni passati, nuove leve sembravano poter dare sangue fresco (soprattutto pulito) a questo sport. Invece niente da fare; anche quest’anno abbiamo avuto diritto alla solita giostra; e proprio partendo dalle nuove leve (Riccò su tutti). E stiamo ancora aspettando il risultato finale: ancora 30 casi di positività sono annunciati dall’antidoping francese, senza contare il CIO che rianalizzerà tutti i campioni di sangue degli atleti di Pechino. Insomma, ne vedremo ancora delle belle...
Bel modo per festeggiare i 10 anni dal tour dello scandalo...
Come se non bastassero i nuovi casi il 2008 è l’anno dei grandi rientri: Basso torna dalla squalifica; Armstrong annuncia il suo ritorno; Vinokourov vorrebbe fare altrettanto; Beloki e Boogerd sembrano anche loro intenzionati; Ullrich sembra pensarci; Heras si limita ad un perchè no; Hamilton, Mancebo Botero e Sevilla sono già rientrati. Tutti questi già coinvolti in casi di doping, o quantomeno sospettati.
E’ giusto che una volta scontata la propria pena si possa ritornare, ma questi corridori hanno realmente pagato per i loro errori? Gli unici probabilmente sono stati Basso, e nemmeno del tutto, e Ullrich.
E comunque il loro ritorno stona con l’immagine di un ciclismo che cerca di darsi una nuova immagine pulita, Armstrong in primis. Un loro coinvolgimento in un futuro scandalo doping potrebbe dare la mazzata definitiva a questo già martoriato sport. Uno sport tra i più amati in Italia e nel mondo.


Sono da sempre contrario a puntare il dito contro il solo ciclismo, è solo la punta di un iceberg. Se tutti gli sportivi fossero seguiti come lo sono i ciclisti ne vedremmo delle belle anche negli altri sport; cambierebbero magari le sostanze, ma non la sostanza...
Detto questo il problema esiste, è innegabile. E proprio in quest’ottica bisognerebbe cominciare ad agire diversamente. Perchè il problema non è solo "beccare" i fraudolenti, ma come "colpirli"; servono regole uguali per tutti, non possono più essere le federazioni nazionali a squalificare i ciclisti, ognuna di esse ha troppi interessi in causa e la disparità di trattamento tra atleti di nazioni diverse è solo un pugno in faccia all’antidoping. Basterebbe vedere l’ostruzionismo della Federazione Spagnola nell’Operacion Puerto oppure di quella Kazaka nel trattamento dei suoi atleti.
Soluzione da tenere in conto, già in vigore in Francia e che Londra ha annunciato voler attuare per il 2012, è dichiarare il doping reato penale; soluzione drastica ma che merita di essere messa in discussione da parte di tutte le nazioni.
Ma anche, cominciare con le squalifiche a vita; magari non alla prima, ma la recidiva non va perdonata...
Senza dimenticare i medici, "croce e delizia" degli atleti. Basta con queste tonnellate di certificati medici che piovono negli uffici delle Federazioni; ci sono più asmatici nel mondo del ciclismo che nel resto della popolazione, le più disparate allergie sono all’ordine del giorno, una soluzione va trovata. Finchè ci saranno medici come questi disposti a "coprire" gli atleti, gli "aiutini" non spariranno. Sarebbe probabilmente ora di creare una commissione medica che approfondisca realmente le malattie degli atleti, un organo di controllo che monitori gli atleti in maniera autonoma.
Altro aspetto fondamentale, probabilmente il più importante di tutti, è iniziare ad affrontare il problema sin dalla base, dai ragazzi. Di pochi giorni fa la notizia di un minore squalificato per esser stato colto in flagrante. Per non parlare dello scandalo del 2005. Molti giovanissimi infatti fanno già uso di doping, e i controlli sono minimi. Servono, oltre che un cambio culturale, controlli severi sin da subito: bisogna abituarli a sapere che non la faranno franca, se i giovani sono il futuro, investiamoci...

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