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20-26 marzo: Giochi mondiali militari in Valle d’Aosta

Dal 20 al 26 marzo in Valle d’Aosta si terranno i primi Giochi mondiali militari di sport invernali. Un comunicato dell’Arci Valle d’Aosta contro l’ipocrisia di chi presenta gli eserciti come costruttori di pace.

20-26 marzo: Giochi mondiali militari in Valle d'Aosta

Quello che segue è un comunicato stampa di Arci Valle d’Aosta sui primi Giochi mondiali militari di sport invernali che si terranno in Valle d’Aosta a partire da questo sabato (20 marzo).

Per quanto mi riguarda, trovo disgustoso il tentativo di "imbellettare" gli eserciti mettendone in mostra gli atleti, poiché non mi risulta che oggi le forze armate - italiane o estere - si distinguano per il proprio rifiuto della guerra se non come estrema risorsa difensiva (così vorrebbe l’articolo 11 della nostra Costituzione). Non mi risulta che le famose «missioni di pace» (che probabilmente hanno valso il nobel per la medesima al Presidente Obama) siano volte a stabilizzare altro se non gli interessi internazionali delle nazioni economicamente e militarmente più potenti e, in ogni caso, ho sotto gli occhi quasi ogni giorno le vittime innocenti di conflitti che sono quantomeno fallimentari rispetto agli obiettivi dichiarati.

Gli eserciti servono a fare la pace: questo è il messaggio che in tanti cercano di far passare e il comitato organizzatore dei giochi parla di «fare comprendere il formidabile ruolo delle Forze Armate moderne al mantenimento della pace nel mondo attraverso lo sport». Ma gli eserciti servono per fare la guerra, sottomettere e, in ultima analisi, uccidere.

Per questo io contesto la decisione dell’amministrazione della regione in cui vivo di ospitare la kermesse sportiva e militare, investendo - al solito - soldi pubblici (i miei soldi, quei soldi che si potrebbero spendere meglio per garantire servizi).

Il comunicato dell’Arci mette in evidenza un altro aspetto, anch’esso non secondario: la partecipazione ai giochi delle rappresentative di Paesi che la stessa retorica delle nazioni occidentali non esita a definire «Stati canaglia», come la Cina che censura internet e reprime nel sangue il dissenso tibetano e uiguro, oppure l’Iran della repressione delle proteste post-elettorali e dell’arricchimento dell’uranio.
 
Dobbiamo ringraziare direttamente l’Altissimo, invece, se nella «Terra Santa» non c’è abbastanza neve da permettere a Tsahal, l’esercito dello Stato d’Israele, responsabile dell’operazione «Piombo fuso» di un anno fa e dell’embargo che tuttora uccide Gaza, di cimentarsi con gli sci.
 
Il testo del comunicato stampa dell’Arci Valle d’Aosta:
 
Dal 20 al 26 marzo, si terranno in Valle, i Giochi Invernali Militari, che vedranno la partecipazione degli atleti di diversi eserciti del mondo.

 
Premettendo che, da pacifisti senza se e senza ma, sicuramente preferiamo dei militari che sciano o pattinano, anziché dei soldati che sparano e uccidono, esprimiamo tutti i nostri dubbi sull’opportunità di una manifestazione che assume come obiettivo «fare comprendere il formidabile ruolo delle Forze Armate moderne al mantenimento della pace nel mondo attraverso lo sport» (così il Comitato organizzatore) e poi si fregia della partecipazione di militari di Stati canaglia, in materia di rispetto dei diritti umani, come Cina e Iran.
 
La Cina che censura il WEB, imprigiona i dissidenti, occupa il Tibet e il cui c.d. Esercito Popolare ha sparato sul popolo che manifestava in Piazza Tiennamen.
 
E l’Iran.
 
Nei giorni in cui gli scherani di uno Stato teocratico picchiano, torturano, sequestrano e uccidono manifestanti e dissidenti, Aosta dovrebbe essere orgogliosa di accogliere una delegazione militare iraniana?
 
Noi non chiediamo sanzioni che colpiscano il popolo iraniano, né tanto meno sciagurate guerre umanitarie, ma pretendiamo, da cittadini del mondo, che non siano concessi onori e ospitalità ai rappresentanti dei carnefici di altri cittadini.
 
La delegazione iraniana sarà ospite non gradito, almeno fino a quando continueranno le persecuzioni nei confronti degli oppositori al Regime, fino a quando non saranno restituiti ai loro amici e familiari:
  • Mahfarid Mansourian, interprete e ambientalista, detenuta nella prigione Evin, a Teheran, dall’8 febbraio. Non le è stato ancora riconosciuto alcun capo d’imputazione;
  • Behrang Tonekaboni, giornalista musicale, Lily Farhadpour, sua madre, e Kayvan Farzin, un suo collega; sono stati arrestati a Teheran, all’inizio di gennaio. Non si sa dove si trovino e sono a rischio tortura.
 E molti altri ingiustamente rinchiusi nelle prigioni del regime.
 Con lo spirito di De Coubertin e di Porto Alegre – l’importante è la partecipazione (popolare NdA) e non vincere – ci prepariamo a questo appuntamento sportivo.
 
 Cordiali saluti.
 ARCI VdA – per info 3204352548

 Lo scorcio innevato rappresentato nella foto è l’aostano viale della Pace. Spero possa essere di buon auspicio.

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