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Costruire per non ricostruire [parte terza]

La prima parte è qui
La seconda parte è qui

Una "polistirolo city" attorno a L’Aquila ed un ecovillaggio autogestito a Pescomaggiore


Quindici giorni fa, Bertolaso ha “confessato”: il problema del centro storico deve ancora essere interamente affrontato; entro la fine di settembre, tutte le tendopoli saranno chiuse; entro la fine dell’anno, saranno consegnati gli alloggi del Progetto C.A.S.E. a circa 15 sfollati. Tuttavia, nonostante le frenetiche lavorazioni in corso siano costantemente controllate, tutte le effettive disponibilità non corrisponderanno ai censiti fabbisogni. A fine mese, inoltre, saranno “accasate” solo 4.500 persone. Quindi, ancor per molti ed ancora a lungo, anche una casa provvisoria resterà solo un miraggio. Bertolaso sta escogitando nuove bizzarre soluzioni ai problemi sempre più evidenti, ma proprio non vuole riparlare di container o di “casette in legno” (ritenute adatte “solo per depositarvi le coperte”).

Nessun errore strategico è ammesso dai responsabili che scaricano sul Comune e sulla Provincia la colpevolezza di alcune inadeguatezze operative. Ora, però, qualcuno prova a dire che le “casette in legno”, i M.A.P.: 1) forse, non avrebbero ingombrato irreversibilmente tutto il territorio circostante; 2) sarebbero costati assai meno delle case del Progetto C.A.S.E.; 3) avrebbero dato alloggio ad un numero assai maggiore di sfollati; 4) sarebbero stati disponibili molto prima delle case “durature” del Progetto C.A.S.E. Però, conviene dare la parola ai fatti!
La necropoli di Fossa, oltre a non essere stata inserita nell’elenco dei siti che necessitano interventi di restauro, ha rischiato d’essere compromessa dalla costruzione d’una delle 20 parti della new town iniziale. Dissero che questo nuovo insediamento era soltanto un villaggio temporaneo, adibito al ricovero dei terremotati in attesa della ricostruzione edilizia definitiva, ma una tra le più importanti necropoli italiche dell’Abruzzo, in cui grandi tombe sono circondate da grandi pietre simili a menhir celtici ed in cui “le grandi tombe a camera presentano delle preziose decorazioni di lamina d’osso intagliato”, sarebbe stata cancellata o compromessa dall’insorgere sia delle piattaforme antisismiche (griffate Gian Michele Calvi) sia dai soprastanti edifici prefabbricati (firmati da sconosciuti). La Soprintendente per i Beni Culturali si dichiarò preoccupata, ma un archeologo parlò di un danno scongiurato per Aveja e quindi vide salvo il sito della città distrutta dai longobardi, e nel quale “non sono stati fatti altri scavi per controllare la presenza di nuovi insediamenti antichi.” Questioni da “iniziati”? Tendenti a mettere il bastone tra le ruote ed a frenare le opere?
 
Però, inspiegabilmente, alcune attività hanno subito un ritardo di quattro mesi e non si conoscono le motivazioni. Dopo quanto già fatto dai volontari della Provincia di Trento per conto della Croce Rossa, anche la Protezione civile, in tutti i paesini, ora sta montando le casette provvisorie di legno. Le illustrazioni da poco pubblicate sul sito P.C., documentando le fasi di montaggio dei M.A.P., confermano l’impressione espressa dal Gatti su L’Espresso: “Sono simili a quelle usate dopo il terremoto in Friuli del 1976. Le stanno montando su semplici basi di pietrisco e malta. Niente piattaforme sospese su colonne, niente costi faraonici”.

La Protezione civile, invece, aggiorna costantemente lo stato d’avanzamento dei lavori di costruzione de L’Aquila-nuova di B&B. Al 30 agosto, risultano completate 141 piastre antisismiche (cioè l’86% dei 164 ciclopici basamenti); gli edifici iniziati sono solo 94 (vale a dire il 57% dei 164 previsti); nessuna abitazione è stata ancora completata, eppure dicevano di consegnare le prime case al 4 settembre! Inoltre, ammettendo che le restanti 23 piastre siano completate entro il 6 settembre (cinque mesi dopo il sisma) e considerando che passino altri 3 mesi interi per sovrapporvi i corrispondenti edifici prefabbricati, alla Befana 2010 verranno “accasati” anche gli ultimi 1.850 sfollati che attendono, in tenda, dalla Pasqua 2009!
 
Nella seconda parte di questo lavoro, abbiamo illustrato prevalentemente le mirabolanti piastre antisismiche, ora proponiamo immagini relative alle fasi di montaggio degli edifici su di esse sovrapposti.
 
Queste costruzioni dovevano costare 330 milioni di euro. Sono state fornite da 16 ditte (o consorzi o A.T.I.). La struttura portante del 20% (30 stabili) è in acciaio; il 7% (10 immobili) ha l’ossatura in cemento armato; il 25% (35 fabbricati) ha la carcassa in cemento armato semi-prefabbricato; il 50% (75 manufatti) ha lo scheletro e la “pelle” in legno. Cosicché, il 70% degli edifici previsti sarà leggero od ultraleggero, per l’impiego di legno e derivati, di lamiera, di cartongesso e di polistirolo. A prescindere dal pesante impatto ambientale comunque generato, la new town di B&B sarà una Polistirolo City, come Fabrizio Gatti battezzò su L’Espresso questo insieme di caseggiati eretti (in 30 lotti) su 19 aree? Se la domanda fosse “retorica, insinuante e diffamatoria”, quinci e quivi ci sia almeno permesso di fare il seguente quiz ad personam:

if (se) ogni casa di 3 piani e 26 miniappartamenti, costerà complessivamente 4.560.000 €, perché:
- le abitazioni costano 2.100.000 € (57,29% del totale lavori);
- le piastre antisismiche costano   766.667 € (20,91% del totale lavori);
- l’urbanizzazione primaria costa  400.000 € (10,90% del totale lavori);
- l’abbattimento delle barriere architettoniche costa  66.000 € ( 1,82% del totale lavori);
- gli arredi costano  333.333 € ( 8,08% del totale lavori);
- le spese generali e tecniche comportano un onere  20.000 €
- l’IVA al 20% computa   760.000 €
if (se) ogni “casetta in legno”, ovvero ognuno dei 1.500 M.A.P. previsti costa mediamente 40.000 €;
if (se) i tempi di costruzione dei M.A.P. sono assi inferiori a quelli di realizzazione dei C.A.S.E.;
if (se) gli appalti dei M.A.P. fossero stati fatti subito, ovvero alla stessa data dei primi C.A.S.E.;
then (allora) al posto di 164 case del C.A.S.E. si potevano fare - subito – altri 18.500 M.A.P.;
if (se) negli alloggi del Progetto C.A.S.E., entro la fine del 2009, ci staranno solo 15.000 sfollati;
if (se) nei 20.000 M.A.P. (1.500 previsti più 18.500 prevedibili), ci sarebbero stati ben 50.000 persone;
then (allora) vedendo più provvisoria la costruzione data, tutti sarebbero più “ottimisti” nella ri-costruzione.
 
Per valutare la soluzione implicita del problema posto, si dovrebbe ammettere che true e false non possono essere stabiliti solo dalle Ordinanze del Commissario e che le variabili in gioco, ad esempio quella relativa all’intera popolazione da alloggiare dopo il sisma (vale a dire sia quella della zona rossa de L’Aquila sia quella dei comuni esterni) dovrebbe inizialmente essere dichiarata di tipo real od integer (ovviamente, non in senso meramente matematico, ma di pari opportunità). Altre soluzioni comunque sono possibili.
 
I valori base assunti per fare i calcoletti, sono in difetto. Poco cambierebbe se al loro posto fossero stati messi i dati riassuntivi relativi ad oneri già sostenuti dalla Protezione civile per realizzare le opere del Progetto C.A.S.E. che, alle 16,32 del 29/08, ammontano a 579.683.297 € (IVA inclusa), più altri 66.560.323 € per oneri aggiuntivi di varianti in corso d’opera. Considerato che sono in fase di espletamento altri lavori per 10.475.850 €, che sono ancora da espletare appalti per 29.661.500 € e che altri 20.000.000 € se ne andranno via per le spese tecnico-amministrative, tutta la faccenda costerà 710.380.969 € (diciamo 710 milioni di euro se, nelle ultime gare d’appalto, verranno fatte nuove economie, conseguenti a ribassi d’asta). Allora, i 684 milioni di euro inizialmente preventivati dal Consorzio ForC.A.S.E. saranno superati del 3,8%. Anche per tecnici esperti, dev’essere stato assai difficile computare il fantastico, mutevole, mirabilia di B&B.
 
Promosso dal Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore è stato varato il Progetto di auto-costruzione d’un eco-villaggio, una alternativa concreta al Piano C.A.S.E.. Dimostrerà come sia possibile abitare in maniera sicura, senza impatto sull’ambiente, valorizzando il territorio, mantenendo viva la memoria dei luoghi ed, in prospettiva, creando lavoro in un contesto altrimenti in totale abbandono. Per non lasciare il luogo natio, le famiglie di Pescomaggiore hanno deciso di dribblare la proposta del Governo ed i compaesani hanno messo a disposizione un terreno adiacente al centro storico del paese, per poter costruire dei moduli abitativi minimi di circa 45 mq., corrispondenti ad esigenze di piccoli nuclei famigliari (giovani coppie ed anziani). Il progetto architettonico prevede: a) impatto ambientale minimo; b) bioedilizia e risparmio energetico con sistemi sia attivi che passivi; c) tecnologia costruttiva semplice, ovvero l’utilizzo di una struttura in legno portante e tamponatura in balle di paglia; d) tempi di realizzazione ridotti; e) coinvolgimento di tutta la popolazione attiva nelle scelte progettuali e nella realizzazione diretta delle opere.

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Un miracolo? Si vedrà, però è miracoloso che si possa ancora credere al proprio prodigio e non solo al portento dei costruttori assolutisti d’ogni dì che, a giorni alterni, tutto ridimensionano, rinviano, “negano”.
 
Prima che tutti i nodi vengano al pettine, noi torniamo all’incipit di questo discorso: Se la polis avesse potuto esprimere libere scelte; se, in senso democratico, B&B avessero dimostrato più rispetto per la “polis” (la città e la comunità); se per l’Abruzzo, l’opposizione non avesse lasciato fare un decreto “abracadabra” orientato a costruire una nuova polis piuttosto che a recuperare l’esistente; se per le poleis di tutta Italia, maggioranza ed opposizione, non avessero variato le leggi regionali per assentire incrementi variabili dal 20% al 40% delle città e dei villaggi esistenti, come già proposti dal Santo Costruttore solo per dar risposta agli “spiriti animali”, riaccesi ovunque dalla speculazione edilizia più forsennata e rozza; allora, in ogni dove, sarebbe normale tradurre tutti i sogni e le aspettative in realtà vitali. Con o senza B&B, ma senza far ricorso alla shockterapia e senza nuove bolle speculative che, forse, scoppieranno già ai primi freddi. [continua]

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.63) 4 settembre 2009 17:47

    Se,se .. solo se. Il G8 - realtà contro reality non è una scoperta dell’ultimo mese. Mettere in scena una tragedia è stato da sempre il sogno dei più grandi autori letterari ed oggi anche della "politica spettacolo". Cosa aspettarsi, cosa pretendere da un’operazione presentata (a maggio) come "sfida da mission impossible"? Ai terremotati dell’Aquila non resterà che prendere quello che arriva. ... segui => http://forum.wineuropa.it 

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