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Vittoria bulgara del centrosinistra, ma è l’astensione il vero nemico da battere

Chi mai si sarebbe aspettato, anche solo un mese fa, lo stravolgimento del quadro politico avvenuto dopo questa tornata di elezioni amministrative? Dopo quello che è avvenuto alle elezioni politiche di febbraio e nei mesi successivi alla formazione del governo, chi avrebbe scommesso un solo centesimo sull'affermazione del PD e delle liste collegate di centrosinistra, nella loro conquista di comuni grandi e piccoli? Nessuno.

Azzeramento del centrodestra in tutta Italia praticamente, la Lega Nord che crolla a Treviso oramai suo ex-feudo, il M5S che rischia di diventare una meteora nella storia politica italiana fra epurazioni e sconfitte nei comuni dove si è votato... E il Partito Democratico ?

Il PD si trova adesso ad amministrare la maggior parte delle grandi città italiane, capitale compresa. Ignazio Marino, politico outsider, non inglobato nell'apparato, persona intellettualmente onesta e perbene ha vinto nonostante il PD, verrebbe da dire; oppure perché la Roma di Alemanno è un capitolo da riscrivere dall'inizio. Sono lontani i tempi delle primarie con le accuse e i veleni sul fatto che i Rom avessero affollato i gazebo per votare. Marino ha vinto e ora è sindaco della città eterna. Comprensibile il sospiro di sollievo in casa PD, tanto da far dichiarare al premier Enrico Letta che "le larghe intese hanno pagato". Di certo il PD ne esce rafforzato nei rapporti di governo ma temo che invece l'instabilità in casa PDL, dopo questa débâcle, possa essere una mina in prospettiva (mettiamoci le imminenti sentenze sul Cavaliere).

Penso che quando un elettore su due non va a votare è più di un campanello di allarme. Come se ne servissero ancora. È la dimostrazione della rassegnazione impotente dell'elettorato. E la mia preoccupazione è che ora il PD (partito che sta ristabilendo al suo interno nuovi equilibri ma diviso ancora da un dannoso correntismo) per convenienza o timore di affrontare i propri problemi di fondo, non analizzi con sincerità le cause dell'astensione.



Più che il gruppo dirigente e i parlamentari, più che il segretario Epifani, il vero traino delle vittorie conquistate dal PD sono stati gli amministratori già in carica come la Serracchiani o Renzi. Più che pensare al riconoscimento della scelta delle larghe intese un partito come il PD deve capire come recuperare tutte quelle persone che non vanno più a votare, prive di un referente politico. Penso a tutte le categorie produttive che nel Nord Italia hanno affidato al centrodestra la loro fiducia, al Veneto dove ad esempio si voterà nel 2015 per la regione. Se il M5S sarà un fuoco di paglia, se la destra priva di Berlusconi è destinata all'annichilimento totale, Lega e centristi chissà... Artigiani, giovani precari, operai e disoccupati per chi voteranno?

Per questo un partito come il PD dovrà fare chiarezza al proprio interno in vista del congresso autunnale e discutere quale assetto avere, se più a sinistra o più centrista. E avere il coraggio di darsi una leadership risoluta, capace di dare una via al paese. Si tratta di capire quale identità vorrà darsi l'ultimo partito rimasto in piedi in mezzo a questo mare di astensione. Non una cosa da poco, visto il numero di anime presenti al suo interno.

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