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Quando è lo Stato che non paga le imprese

Oltre un terzo dei fallimenti delle imprese italiane dall'inizio della crisi è dovuto alla Pubblica Amministrazione che non paga. Un'impietosa analisi di Bankitalia ripresa ora dalla Cgia di Mestre calcola in 120 mld di euro i debiti della PA verso le imprese italiane.

A sentire i dati forniti da Bankitalia a marzo sui crediti delle aziende nei confronti della PA, rivisti ora in rialzo da un'analisi della Cgia (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre c'è solo da sprofondare nello sconforto più totale. Siamo a quota 120 mld di euro.

Nel quinquennio 2008-2012 sono avvenuti in Italia 52.200 fallimenti d'imprese, di cui un terzo proprio per i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Il nostro paese, come al solito quando c'è distinguersi, è maglia nera in Europa per quanto riguarda i tempi di attesa perché lo Stato paghi i propri fornitori. Siamo a 180 giorni, mentre quest'anno, sempre la Cgia attraverso una sua analisi, calcola "un miglioramento" di soli 10 giorni come tempistica. Tutto sommato anche la Spagna fa meglio di noi con "solo" 160 giorni mentre la virtuosa Germania paga in 36 giorni a fronte di una media UE di 65.

Dire che vi sono stati 52.200 fallimenti di imprese significa che abbiamo avuto in questi 5 anni di crisi qualcosa come 29 fallimenti al giorno, a conti fatti. 

I numeri, impietosi, spiegano di certo in modo univoco, senza possibilità di divagazioni ulteriori, l'enorme problema che la Pubblica Amministrazione si trova a dover fronteggiare; "mi serve il tuo lavoro ma ti pagherò chissà quando, intanto tu impresa cerca di essere in regola con i tuoi adempimenti fiscali".


Senza scendere in speculazioni demagogiche di bassa lega, questo Governo di servizio, dovrebbe avere come priorità proprio quella di reperire le risorse per poter pagare chi ha fornito beni e servizi alla macchina statale.

Sono stucchevoli tutte le discussioni sul "come si vuole riformare questo Stato" - abbiamo anche 35 professoroni detti "saggi" in aiuto del Governo in materia di riforme istituzionali - ma veramente mai nessuno è riuscito a farlo funzionare. Sono belle parole queste, qualcuno potrà commentare ma è qui anche una buona ragione, del deficit di credibilità che la politica da un verso e le istituzioni dall'altro dimostrano ai cittadini italiani.

Si continua a parlare di crescita economica e quali soluzioni trovare per crearla davvero, e poi un terzo dei fallimenti è dovuto ai ritardi di pagamento dello Stato; si pensa dunque a opportunità di lavoro nuove, a come crearle attirando investimenti, quando poi nella sostanza lo Stato non riesce a salvaguardare quelle esistenti.

Una giustizia cavillosa e lunga nel decidere, record di ritardi nei pagamenti della PA, evasione e corruzione record. 

Siamo proprio sicuri che questo Stato è stato fatto funzionare in modo equo e giusto da chi aveva il compito di farlo? Risposta scontata. Siamo sicuri che questa nuova passione per l'ingegneria istituzionale che sta pervadendo i partiti italiani non sia ulteriore fumo negli occhi degli italiani, se poi sono proprio i partiti che non riescono ad evolversi e dare attraverso l'azione di governo risposte concrete ai problemi delle persone? Tipo a far sì che lo Stato paghi nei termini prestabiliti?

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