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Chi è che deve pagare le tasse in questo paese? Chiedilo all’uomo della strada

Nel giorno in cui arriva la sentenza di primo grado all'imputato Silvio Berlusconi per l'affaire Ruby - l'esito mi ha sorpreso come il panettone il giorno di Natale - in un'emittente locale seguo un servizio in cui vengono intervistate delle persone sul fatto che l'Agenzia delle Entrate potrà "spiare" da oggi, i nostri conti correnti.

I commenti dell'uomo della "strada" vanno dal "stanno violando la nostra privacy", con privacy pronunciata in cento modi diversi al "perché non iniziano a controllare quelli dei politici". Ora non mi ritengo un fanatico dello stato di polizia ma credo anche che con un'evasione stimata nell'ordine dei 150-200 mld annui qualche provvedimento forte il nostro Governo lo deve pur trovare.

Se non vogliamo implodere...L'evasione e anche i meccanismi dell'elusione fiscale sono un cancro che infetta la nostra economia e i nostri bilanci pubblici. Un fenomeno destabilizzante che mina in profondità la nostra coesistenza democratica. Un capitolo occulto in cui dentro trovi denaro sporco di ogni tipo di provenienza, da capitali accumulati lontani dall'occhio del fisco impotente o compiacente, al denaro sporco delle mafie o del lavoro sommerso. Spesso le due cose legate strettamente.

Eppure l'uomo della strada se intervistato, non trova niente di meglio da dire che questa è un'ingerenza dello Stato nella nostra privacy. Già ma la stessa persona non ragiona in fondo che poi lo "Stato vessatore" è a essa stessa che chiede conto quando pensa di aumentare qualche imposta, o se ne inventa di nuove per fare cassa. Non credo proprio che gli intervistati fossero tutti ricchi evasori fiscali!

Siamo proprio strani noi italiani, sono per forza sempre e comunque gli altri che devono pagare le tasse o più in generale che devono rispettare le leggi. Gli unici colpevoli sono i politici ma per anni li abbiamo votati affinché ci permettessero di farci i "cazzi" nostri.

Ogni anno così quando vengono pubblicati i dati delle dichiarazioni dei redditi scopriamo che i gioiellieri guadagnano meno degli operai e via via veniamo a conoscenza di un paese che nella realtà non c'è. Un paese in cui comunque vi è una ricchezza sommersa concentrata sempre più nelle mani di pochi. Chissà come è avvenuto questo!

Un popolo il nostro, nel cui DNA è presente una forte dose d'individualismo e attraverso di esso Mr B. o il Cavaliere di Arcore che dir si voglia, ha potuto conseguire il proprio successo politico e lo scivolamento del nostro paese verso il declino. Ora anche per Berlusconi forse è venuto il momento di pagar pegno di fronte alla giustizia, per la storia è ancora presto, ma anche per noi italiani è venuto il momento amaro di assumerci le nostre responsabilità per aver permesso a molti "Berlusconi" di avere i nostri voti e la nostra fiducia, per miseri tornaconti personali a danno della collettività, gettando la nostra povera Italia nell'abbraccio mortale dell'illegalità e dei furbetti.

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.151) 27 giugno 2013 17:49

    Condivido completamente il contenuto dell’articolo, tranne l’idea che a beneficiare dalla situazione per conseguire successo sia stato solo il "signor B.": a me pare che il degrado morale e culturale e quindi anche politico, abbia radici molto più lontane nel tempo che non i soli ultimi 20 anni di cui parlano tutti e molto più estese nella popolazione, attraversando ogni ceto sociale ed ogni orientamento ideologico, indifferentemente. Forse però ho capito male: in effetti riconosco che poi si parla, giustamente, di "molti Berlusconi".

    Ma tutto questo ormai conta relativamente; il punto centrale su cui vorrei portare l’attenzione è un altro: quell’individualismo, giustamente citato nell’articolo, da cui deriva la disaffezione verso il principio della correttezza, sia personale che sociale, che ha stravolto i canoni di valutazione di molti italiani che ormai considerano l’onesto un "fesso" e il disonesto un "furbo".

    Quello che dell’uomo della strada difficilmente emergerà dalle interviste, è un atteggiamento molto più allarmante: che si consideri "giusto" evadere il fisco, a motivo dello sperpero del denaro pubblico proveniente dalle tasche dei cittadini, che viene fatto poi dalla classe dirigente. E purtroppo anche tale sperpero è innegabile, essendo ormai da tempo sotto gli occhi di tutti e continuando a dispetto della crisi e degli scandali.

    Io credo (ma sottolineo che questa è solo una mia opinione personale) che evasione ed elusione siano solo una delle due facce del problema. L’altra è rappresentata dall’uso immorale del potere, fatto di appalti truccati, sprechi, privilegi; ma anche di stipendi e pensioni (statali, quindi stabiliti per Legge: è questa la cosa grave) astronomici, anzi peggio: si tratta di cifre che non si sognerebbe nemmeno chi è andato veramente sulla Luna. Redditi superiori anche a quello del Presidente degli USA. Ma chi sono mai queste persone, cos’hanno mai fatto per farsi pagare così tanto?

    Evadere il fisco è una truffa ai danni della collettività, e su questo non ci piove; ma non lo è, forse, anche il furto legalizzato fatto da questi parassiti di alto profilo, prostituiti e compiacenti all’ordine costituito, nel quale spesso fanno carriera? Quando vedo certi personaggi altolocati imbonire l’opinione pubblica con discorsi altisonanti, tronfi e forti della propria importanza intellettuale e sociale, mi viene da pensare a quei titoli onorifici di fantozziane memorie: "Gran Farabutt", "Gran Figl di Putt", etc., che descrivono siffatti tomi molto meglio dei loro titoli ufficiali di "Dott.", "Prof", "Commend.", "Cav", "On." e via dicendo.

    Ci vorrebbe un sistema fiscale più giusto, più flessibile e meno terroristico, soprattutto perché la severità della pena non aiuta nessuno, mentre una sanzione solo amministrativa non impedisce il recupero del dovuto. Insomma: ragionevolezza e buon senso da una parte e intransigenza (niente privacy e niente sconti) dall’altra. Ma questo non basta: ci vuole una rivoluzione culturale che consenta la realizzazione di strumenti atti a contrastare anche la furbizia e la disonestà "istituzionali". Altrimenti è tutto inutile, perché la Repubblica Italiana continuerà ad essere preda di tali "ladri di Stato", che più soldi recuperano, più ne rubano.

    Manny

  • Di (---.---.---.103) 16 luglio 2013 11:10

    @Manny
    oggi evadere il fisco NON è un danno alla collettività, ma un danno per il parassitismo di stato. Ogni centesimo non pagato è ossigeno in meno per la bestia che ci asfissia e credo che in queste condizioni tutti dovrebbero avere l’amor patrio di sopprimere la bestia. I veri evasori, però non sono quelli che l’idiota pubblicità dell’Agenzia delle entrate faceva, ma sono le banche, le finanziarie, le assicurazioni, i grandi gruppi industriali, gli enti di diritto pubblico in cui nessuno ci mette il naso. Il grande evasore sta proprio lì. Il barista, il medico, l’avvocato evadono anche loro, è vero, ma sono briciole a confronto con le cifre astronomiche che vengono sottratte alla collettività da quei filibustieri di cui sopra.
    Al momento è urgente che la bestia parassita che ci infetta rientri nella gabbia e venga addomesticata come serve. Poi potremo parlare serenamente di evasione e colpire con fermezza chi sottrae il denaro per la collettività.

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