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Vite non parallele. Il mestiere del giornalista

Morando Morandini (quello del famoso, omonimo “Dizionario dei film “) ha dichiarato che “fare il critico cinematografico gli ha evitato di dover fare il giornalista, mestiere decaduto e degradato al pari dell’intera società “ (per farsene un’idea, consiglio la lettura del pamphlet di Marco Travaglio “ La scomparsa dei fatti” ).
 
Questa la dirittura morale di un uomo che preferisce rinunciare ad una professione a lui congeniale pur di non dover piegare la schiena.
 
Propongo di confrontare questa dichiarazione con quelle rilasciate da uno che il mestiere di giornalista lo fa , e senza tante remore, da anni, ossia il direttore dalla Gazzetta di Parma Giuliano Molossi: “Il nostro padrone è l’Unione Parmense degli industriali, lo sanno tutti. Per questo è ovvio che, per volere della proprietà, dobbiamo tacere alcune notizie (..) Nessuna mezza verità, nessuna bugia, ma solo l’occultamento di alcune verità “.

 
Dunque, l’uno ringrazia il cielo per non aver dovuto sporcarsi le mani e la coscienza nella melma mediatica nostrana e l’altro confessa candidamente e senza un minimo di resipiscenza di essere un gazzettiere al servizio di qualche potente baronetto locale (con la tacita approvazione - presumo - di tutti i benpensanti parmigiani, che non sembrano sconvolti più di tanto di avere come unica fonte d’informazione locale poco più del gazzettino ufficiale di un’istituzione privata, ossia l’Unione Industriali di Parma).
 
Il tutto in barba alla legge n. 69 del 1963 sull’ordinamento della professione di giornalista che all’articolo 2 stabilisce che “è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui, ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservare sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede" nonché “promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e la fiducia tra la stampa ed i lettori”.
 
Insomma, roba da far rivoltare nella tomba pure il padre del Giuliano, Baldassarre Molossi, che da autentico montanelliano mai si sarebbe lasciato andare a sbracamenti così plateali.

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