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L’Isis minaccia i manager di Twitter

Il fronte della comunicazione è sempre più importante nei conflitti contemporanei, lo sanno bene gli islamisti dell'IS che utilizzano con sapienza tutti gli strumenti sociali del web per diffondere la loro propaganda e fare proseliti. Era meno scontato invece che fossero i manager di Twitter a essere catapultati “in prima linea”, da un giorno all'altro.

Negli ultimi mesi sono stati oscurati molti profili riconducibili a simpatizzanti dello Stato Islamico e a gruppi estremisti affiliati, per impedire che Twitter diventi il megafono involontario delle azioni e delle rivendicazioni degli jihadisti in ogni parte del mondo. Un gruppo islamista ha deciso di rispondere alla politica di censura del portale facendo appello a tutti i “lupi solitari” della rete (i terroristi che agiscono individualmente e in modo autonomo) perché si mettano in azione contro i suoi dirigenti, colpendoli fisicamente.

La risposta era precedentemente arrivata sul piano tecnico, con la diffusione di un vademecum contenente consigli pratici per difendere il proprio profilo dal rischio di individuazione e cancellazione. Tra gli altri: cambiare regolarmente il nome del profilo, la password e lo User Id. Per mesi, account riconducibili alla galassia fondamentalista sono stati chiusi e immediatamente riaperti in una sorta di tiro alla fune virtuale.

Alla fine, però, qualcuno ha deciso di passare dalle password ai fatti. Come riportato da Vocativ.com, sabato scorso il profilo Dawlamoon, riconducibile al Fronte Al-Nosra , ha cominciato a diffondere tweet in cui si chiedeva alle cellule dormienti in Occidente di assassinare i dirigenti del sito. Il Fronte sarebbe attivo in Siria e nella striscia di Gaza e sarebbe affiliato allo Stato Islamico. La pagina del gruppo, che poteva contare su 3000 follower, aveva in passato regolarmente rilanciato in tweet dell'IS.

“I dirigenti di Twitter”, si leggeva in uno dei messaggi, poi rapidamente rimossi, “dovrebbero sapere che se non fermano la loro campagna nel mondo virtuale, porteremo la guerra da loro nel mondo reale”. In altri tweet, l'appello ad entrare in azione era rivolto direttamente ai mujahedeen europei e statunitensi. Il quartier generale di Twitter si trova a San Francisco ma anche la Francia ospita, a Parigi, alcuni uffici del gruppo.

Nessuno al momento sembra in grado di stabilire il grado di credibilità delle minacce ma, come riportato dal sito Mashable.com, contestualmente alla chiusura del profilo di Al-Nosra, il security team di Twitter ha iniziato a indagare sulla loro veridicità, in collaborazione con le forze di polizia. E' facile ipotizzare che anche le misure di sicurezza nel quartier generale e nelle sedi distaccate siano state rafforzate.

 

Foto: Jeff Turner, Flickr

 

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