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Troppi soldi ai partiti: sei un demagogo!

Alle ultime elezioni politiche dell’aprile 2008 l’elettorato ha dato chiari segni di insofferenza verso l’ affollata e rissosa arena dei partiti, spingendo per la prima volta verso un sistema tendenzialmente bipolare (circa l’85 per cento dei voti è andato alle due coalizioni principali, le briciole ai restanti 25 partiti).

Sono le avvisaglie di qualcosa di assolutamente rivoluzionario in un paese da sempre lontanissimo dall’Europa, dove persino nei paesi come l’Austria con proporzionale secca (senza né premio di maggioranza nè sbarramento del 4 per cento come in Italia), gli elettori votano da sempre i candidati di due o al massimo tre partiti (non coalizioni di partiti).
 
Non per niente si diceva: due inglesi quattro pub, due francesi quattro amanti, due italiani quattro partiti...
 
La strada comunque è ancora lunga ed accidentata : se non ci fosse stato il provvidenziale sbarramento del 4 per cento, avremmo visto probabilmente in Parlamento l’elefantino Ferrara con la sua improbabile “Associazione difesa della vita” o qualche testa rasata di “Forza nuova” o magari qualche “Grillo parlante” dell’omonima lista, ed a quel punto il circo Barnum sarebbe stato al completo . 
In ogni caso nel Parlamento Italiano ci sono tuttora i rappresentanti di questi micro partiti di cui forse si potrebbe anche fare a meno, tanto più che il sistema elettorale nostrano (di fatto uninominale secco in cui anche un voto può essere decisivo ) dà loro agio di ricattare le coalizioni di cui fanno parte chiedendo seggi sicuri:
 
· Movimento per l’Autonomia (nelle liste del PdL)
· Radicali Italiani (nelle liste del PD)
· Partito Repubblicano Italiano (nelle liste del PdL)
· Liberal Democratici
· Federazione dei Cristiano Popolari
· Alleanza di Centro per la Libertà
· Partito Liberale Italiano
· Movimento Repubblicani Europei (nelle liste del PD)
 
Nel frattempo, le due maggiori coalizioni, PDL e PD, per quanto generosamente premiate dagli elettori, sono ancora in mezzo al guado: la prima – praticamente fondata sul predellino di un’auto - deve ancora andare alla prova della capacità di compattare le sue varie anime, per quanto agevolata dalla presenza di un padre-padrone; la seconda ci annaspa proprio, nel guado, dopo l’uscita di scena del suo duce, colui che, appena insediato al vertice, dichiarò che “il PD non avrà mai delle correnti”, salvo essere subito dopo investito da una quantità di spifferi tale da dover far fagotto per altri lidi , magari africani.

A proposito, mentre Berlusconi a suo tempo riuscì a perdere di fila tutte le tornate amministrative dal 2001 al 2006 (quand’era al governo) , per non parlare di quelle politiche del ’96 e del 2006 e di tutti i suoi guai giudiziari, senza mai nemmeno sognarsi di dimettersi ( figuriamoci ! ) , a sinistra prima D’Alema poi Veltroni se ne sono andati a seguito di insuccessi nelle amministrative, al che viene da chiedersi se da quelle parti siano solo superiori moralmente o soprattutto fessi : domanda non peregrina, perché in politica l’ingenuità è un peccato mortale.
 
Intanto, sempre in spregio delle linea di tendenza che l’elettorato ha provato a tracciare con le elezioni del 2008, c’è sempre qualche politico o aspirante pronto a tirar ancora fuori dal cilindro il nuovo “partitino” da prefisso telefonico destinato a rappresentare soprattutto l’ego smisurato del suo fondatore (oltre che a rastrellare quote delle generose prebende di cui sopra , che non si negano a nessuno). 
 
Tipo i “Protagonisti per l’Europa Cristiana" dell’ex vicedirettore del Corriere della Sera ed ex mussulmano Magdi Allam, che – non contento della consacrazione papale urbi et orbi del suo passaggio alla nuova fede col battesimo in San Pietro durante la Veglia pasquale - ha deciso di fare una bandiera di quella sua privatissima decisione.
 
Oppure a riverniciare a nuovo vecchi partiti come il partito liberale di De Luca che , dopo il modesto 0,3 per cento del 2008, s’è scelto come vice il giornalista Guzzanti per il quale il nuovo Pl “deve rivolgersi ai cittadini delusi da un bipolarismo fasullo e illiberale”.
 
Intanto a sinistra del Pd , dopo la scissione vendoliana dal partito di Rifondazione comunista (se ne sentiva proprio il bisogno, data la scarsità di micro-formazioni politiche in quell’area), c’è voluta l’approvazione della soglia di sbarramento al Parlamento europeo per indurre qualcuno tra i rissosi cespugli della sinistra radicale (Verdi, Movimento per la Sinistra, Partito Socialista, Sinistra Democratica, Unire la Sinistra ) a riunirsi nell’alleanza di “Sinistra e libertà”: ad occhio e croce, l’esito quasi miracoloso di un titanico sforzo contro natura per chi milita in quell’area.

Un vero professionista della trasmigrazione perpetua, poi, il corpulento ex-tutto senatore Sergio De Gregorio, sta lanciando alla grande per ogni dove la sua fondazione-partito “Italiani nel mondo” (vedasi ad esempio i cartelloni giganti per le strade di Roma).

A Parma, intanto, hanno pensato bene di riesumare la lista civica “Civiltà parmigiana” (affossata a suo tempo dal suo fondatore, l’ex sindaco Ubaldi) , col nome – guarda un po’ che fantasia – di “ Civiltà per Parma “. L’evento, che esiterei a definire epocale, è stato salutato dal sindaco Vignali, nato da una costola di Ubaldi, con un messaggio celebrativo inneggiante al “civismo” , il tutto proprio all’indomani del rimaneggiamento in senso pidiellino (da PDL) della sua giunta, che ha indotto molti a dichiarare il deprofundis per l’esperienza “civica” a Parma.
 
Uno potrebbe a questo punto chiedersi: visto i chiari segnali di volontà di semplificazione del quadro politico inviati dall’elettorato, come mai questi non se la danno per intesa? Innanzitutto, non bisogna dimenticare che questi politici o aspiranti tali sono di solito completamente autoreferenziali , avulsi dal contesto generale , tanto più da quando – grazie al porcellum che ha abolito le preferenze - accedono alle liste elettorali per cooptazione dall’alto.
 
La seconda spiegazione possibile è rappresentato dalle leggi che regolano l’intero sistema, fatte apposta per perpetuarlo ad libitum: un referendum aveva abolito nel 1993 il finanziamento pubblico ai partiti e quelli se lo sono praticamente reinventati nel 1999 ribattezzandolo “rimborso elettorale” anche se di rimborso – come ha rilevato la Corte dei Conti – non ha nulla, giacché supera ampiamente le spese elettorali effettive dei partiti.
 
Infatti, prima è decollato da ottocento lire a cinque euro ad elettore (nel 2008 tra Camera e Senato si sono spartiti ben 407 milioni e rotti di euro, una cifra che pur con la sforbiciata non trascendentale del 10 per cento da parte del governo Prodi in omaggio al libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, è superiore a quella che ogni anno lo Stato destina alla cooperazione internazionale, calcolata oltretutto sulla base non di chi va a votare, ma di tutti gli aventi diritto, per cui anche chi non vota contribuisce ad arricchire quei partiti per cui non mostra di nutrire alcuna simpatia).
 
Poi nel 2006 è stato previsto il rimborso non solo a chi prende appena l’un per cento dei voti (come la Sinistra Arcobaleno), ma persino a chi non arriva manco a questa soglia minima o non si è nemmeno presentato alle ultime elezioni , ma solo a quelle precedenti ed ha avuto qualche eletto (ben ventuno partitucoli , tra cui il PSI di Boselli e l’Udeur di Mastella): questi ultimi, quindi, dopo lo scioglimento anticipato delle Camere del 2008, continuano a prendere soldi fino al 2011 (data in cui quella legislatura sarebbe venuta a conclusione naturale) ! Mentre quelli grandi si trovano a prendere un doppio importo simultaneo ( anche Di Pietro che fa il moralizzatore s’è preso i suoi bravi rimborsi gonfiati : 18 milioni circa).
 
Insomma, siamo alle solite: questi se la suonano e se la cantano, si fanno delle leggi di cui sono i principali beneficiari, sono i più cari d’Europa, ci costano 200 milioni di euro all’anno, contro gli 80 dei francesi, che non danno un euro a chi non supera il 5 per cento, ed i 130 dei tedeschi, ogni tanto si danno pure l’aumento, votandolo naturalmente all’unanimità, come nel 2006 (circa 1.135,00 euro in più al mese), e a chi li contesta riservano subito il classico anatema scacciadiavoli: demagogo!

Commenti all'articolo

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.85) 25 marzo 2009 15:31

    Dalla tua analisi dovremmo dedurre che di circa 3.700.000 elettori italiani che ad oggi non ha rappresentanza in parlamento non dovremmo tenerne conto perchè "se ne può fare a meno"?!?

    Non sono d’accordo e riporto una lettera aperta risalente a luglio dello scorso anno, indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A firma del coordinamento nazionale di Per il Bene Comune:

    «Egregio signor Presidente,

    ci permettiamo di richiamare l’attenzione Sua e dei Suoi collaboratori su due articoli della Costituzione, che è anche nostra, nonostante noi si faccia parte dei 3.700.000 elettori a cui è stata espropriata una rappresentanza parlamentare che la Costituzione avrebbe dovuto garantire.

    Gli articoli sono:

     il 48, che recita "Il voto è personale ed eguale, libero e segreto";

     il 56 che, al fine di garantire una loro rappresentanza in parlamento, ribadisce il principio del rapporto tra il numero degli abitanti e quello dei seggi.

    La responsabilità di non aver rilevato l’incostituzionalità della vigente legge elettorale non ricade solo su di Lei, anzi, in gran parte, essa è correttamente attribuibile a chi l’ha preceduta nel ruolo di massimo garante dell’attuazione e rispetto della Costituzione Repubblicana, ai membri della Corte Costituzionale, alla massoneria deviata italiana, ed ai partiti che hanno venduto l’anima al sistema affaristico-finanziario che vuole completare la conquista dei beni pubblici, mobili ed immobili.

    Resistendo agli interessati appelli al non voto, noi ed oltre tremilioni e settecentomila elettori italiani siamo andati a votare esprimendo voti validi, ma ora non siamo rappresentati nel parlamento della nostra Repubblica (Art. 1: la sovranità appartiene al popolo..); prendiamo atto che oggi, in Italia, la Costituzione viene ufficialmente disconosciuta e che, nonostante l’Art. 48, il voto:

    - non è più personale ("una testa un voto"), ma ora bisogna ritrovarsi in almeno 1,5 milioni per poter esercitare il diritto di "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (Art. 49 della Costituzione);

    - non è più eguale perché, come a rubamazzetto, chi vota un "grosso partito", si prende i deputati tolti a chi non raggiunge il 4% (Art. 56: La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto);

    - non è più libero, non solo perché coartato dalla truffa mediatica sul voto "UTILE", gestita insieme da PDL, PDL-L e loro Associati, (di varia natura), ma perché la libera scelta è figlia della conoscenza (ma oggi potremmo aggiungere, libera conoscenza) e nessuno ha fatto nulla per garantire che gli elettori, prima di scegliere conoscessero i programmi e le proposte dei candidati e dei partiti. La legge denominata "Par condicio" è stata sbeffeggiata, mentre televisioni e radio, operando su pubblica autorizzazione (concessione) finalizzata all’informazione, sono per tale via facilmente riconducibili alla loro tradita mission; va altresì ricordato che in base a tale presunta funzione di libera informazione, quotidiani e settimanali su carta stampata (che ci hanno totalmente ignorato e che sono di proprietà dei grossi gruppi finanziari ed immobiliari del paese) ricevono sostanziose sovvenzioni di pubblico denaro;

    - non è più segreto, perché il Parlamento (avendo tolto il voto con cui un elettore poteva opporsi ai locali capibastone dando segretamente la propria preferenza a candidati più stimati o fuori dal locale sistema di potere finanziario), lo hanno "eletto" 6 persone : Veltroni, Berlusconi, Fini, Bossi, Casini e Di Pietro e lo hanno fatto mettendo ai primi posti delle loro liste elettorali persone "di assoluta fiducia".

    La nostra associazione ha abbracciato la scelta della non violenza e quindi, pur privati del diritto costituzionale (Art. 49: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.), non faremo alcuna azione di eguale violenza, ma ci riserveremo di praticare forme di protesta civile.

    Spiacenti di dover attrarre la Sua attenzione su questioni che danno tanta amarezza a quanti credono all’utilità, non solo morale ed etica, della democrazia, con immutata stima le inviamo i nostri cordiali saluti.

    Per il coordinamento nazionale di
    PER IL BENE COMUNE
    Monia Benini

    P.S.
    Qualora lei dovesse essere sfiorato da dubbi sulla veridicità di quanto espostole, sarà sufficiente che un suo collaboratore verifichi il numero delle testate giornalistiche che avranno riportato notizia della presente Lettera Aperta, che viene inviata anche a loro, con preghiera di pubblicazione.
    »

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.28) 25 marzo 2009 18:28
    Damiano Mazzotti

    Finalmente una cittadina sveglia... Gli articoli 1, 48, 56 e 58 proclamano la sovranità popolare e la libertà di voto che ci è stata tolta con un occulto "colpo di Stato paritocratico" di cui la stampa prezzolata da industriali e politici non ha parlato... se volete dare un’occhiata al sito www.italiacittadini.net troverete la discussione degli articoli della Costituzione violati... La discussione relativa all’infrazione degli articoli 56 e 58 è poi così volgare e palese che non l’ho nemmeno riportata. Gli aritcoli li potete leggere sul sito www.cortecostituzionale.it, dove potete vedere anche le faccia di alcuni dei giudici che pur di far carriera hanno "sputato" sulla Costituzione (alcuni non erano stati eletti al momento del varo della legge porcata). La Costituzione e ben presente sui siti della Corte e delle Biblioteche ma è molto lontano da cuori degli amministratori e dei cittadini che preeferiscono guardare Sky: almeno fino a quando rimarranno dei soldi per pagare l’abbonamento.

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