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Telethon. Chi ricerca, cura!

Telethon, tre per sette: la triplice alleanza dichiara guerra a sette nemici.

Convegno oggi a Milano: Alleanze internazionali e terapie fruibili: i nuovi traguardi di Telethon. Verso il quarto settore: dall’incontro tra Stato, aziende e non profit nasce un nuovo modello collaborativo


I tre "alleati" sono Telethon, l'istituto San Raffaele e la GlaxoSmithKline. I sette "nemici" sono altrettante malattie genetiche ben identificate. Il progetto è ambizioso: debellarle, grazie ad una guerra di breve durata. Finalmente, insomma, una guerra giusta, una guerra santa.

I primi fondi dono già stati messi a disposizione da GlaxoSmithKline: 10 milioni di euro da destinare all'istituto san Raffaele ed ai suoi ricercatori: ulteriori finanziamenti saranno garantiti, sempre dalla casa farmaceutica, al raggiungimento di precisi traguardi intermedi.

E questo è solo l'inizio: già altri sei "nemici" sono stati individuati e la dichiarazione di guerra non si farà attendere. Il generale in capo è lui, il Presidente di Telethon, Luca Cordero di Montezemolo. Un capo con le idee molto chiare: se da una parte sta iniziando la sfida alle FF.SS., dall'altra non perde tempo nel lanciare una crociata di ben altro spessore.

"Oggi è un giorno importante - ha detto Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon - negli anni abbiamo raccolto donazioni dagli italiani con la promessa di avanzare verso la cura delle malattie genetiche rare. Con questa alleanza dimostriamo come l'eccellente ricerca scientifica che abbiamo finanziato possa portare a terapie efficaci e disponibili per tutti i pazienti".
D'altra parte la GlaxoSmithKline (l'alleato numero uno!) vanta un "curriculum" di tutto rispetto: un loro scienziato, Gertrude Elion, ha ricevuto il premio Nobel per la Medicina. Ed è stata lei a realizzare cure innovative anche per alcune rare forme di leucemia. Possiamo allora dire che grazie a lei ed a "quel" premio Nobel, alla GlaxoSmithKline hanno capito l'importanza della ricerca "anche" per quanto riguarda le malattie rare.

Mi è piaciuto il paragone fatto da Luca Cordero di Montezemolo: "così come nella Formula Uno gli studi e le ricerche vengono fatte su pochissime auto, ma poi vengono estese a beneficio dell'intera industria automobilistica, analogamente gli studi su pochi pazienti - quelli portatori di malattie rare - avranno, nel tempo, importanza per la medicina in generale".

Una volta, insomma, le malattie rare non interessavano le aziende farmaceutiche, proprio per il "ristretto" numero dei pazienti. Oggi invece, grazie alla tecnologia innovativa, gli studi su pochi diventano il fulcro sul quale basare la ricerca: il progresso ha incontrato il mondo della rarità!

Il più emozionato era Sergio Dompè, presidente di Farmitalia: "non siamo più all'inizio - ha detto, commosso - siamo arrivati ad un momento epocale. Alla fine di un percorso. Alla realizzazione di un sogno. Grazie anche e soprattutto alle associazioni dei pazienti".

E Luca Cordero di Montezemolo ha voluto puntualizzare: "il mondo della ricerca ... è italiano! Oggi assistiamo ad un grande esempio di Made in Italy."
Segnatevi la data: 18 ottobre 2010, inizio di una nuova era!
Paolo Federici

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