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Suicidi e morti in carcere: i dati di una strage che non fa notizia

L'associazione Ristretti Orizzonti riporta i seguenti valori per suicidi e morti in carcere nel periodo 2000-2011 (dati per quest'ultimo anno aggiornati al 14 Novembre):

La media sul decennio 2000-10 è di quasi 57 suicidi e 159 morti all'anno, numeri che gli undici mesi e mezzo del 2011 hanno già superato. Circa un decesso su 3 è per suicidio. Da minime mie elaborazioni su foglio dati Detenuti morti dal 2002 al 2011 rilevo che l'età media dei deceduti, per il periodo indicato è di 39 anni, e si abbassa a 37 e mezzo per i suicidi. Una mappa dei suicidi dal 2002 ai primi mesi del 2011 mostra inoltre come siano distribuiti su tutto il territorio nazionale.

 

Anni
Suicidi
Totale morti
2000
61
165
2001
69
177
2002
52
160
2003
56
157
2004
52
156
2005
57
172
2006
50
134
2007
45
123
2008
46
142
2009
72
177
2010
66
184
 2011
58
165
Totale
684
1.912

 

In aggiunta a questa documentazione, l'associazione Antigone rende disponibile un rapporto Rapporto Online sulle condizioni di detenzione nelle carceri italiane non ugualmente aggiornato per tutti gli istituti e purtroppo offerto in un formato scomodissimo che illustra nel dettaglio i problemi cronici del nostro sistema carcerario, a cominciare dal "sovraffollamento" (espressione neutralizzante che ormai si è imposta come dato di natura). Ad es. cito il bilancio di una recente visita al carcere Marassi di Genova:

"È il carcere più grande della Liguria, con una capienza di 450 posti, affetto da un endemico sovraffollamento (attorno agli 800 detenuti, nella maggior parte stranieri e metà in attesa di giudizio) e una carenza di personale pari al 30% dell’effettivo in organico. È un vecchio carcere a struttura a “panopticon”, con celle affollate e abbastanza buie, non molti spazi comuni e poche attività lavorative, ulteriormente diminuite a causa dei drastici tagli subiti dal bilancio destinato alle carceri.
EVENTI CRITICI
Negli ultimi 3 anni, si sono verificati:
- un suicidio di un nuovo giunto
- vari tentativi di suicidio per impiccagione, sventati
- frequenti casi di autolesionismo
- 2 evasioni durante permessi premio
- scioperi della fame: circa 2 – 3 al giorno, della durata anche di 20 – 30 giorni
- attualmente, la sera, i detenuti attuano lo “sgavettamento” (battono le sbarre delle finestre con utensili di alluminio) per appoggiare il movimento che sta richiedendo una amnistia per alleviare la situazione di sovraffollamento nelle carceri."

Dal foglio dati prima citato rilevo che a Marassi dal 2002 ad oggi i suicidi sono stati 8, le morti per malattia 2, quelle "da accertare" (etichetta che, ovviamente, non è neutra per nulla) 4. Dal 12 Dicembre 2010 al 20 Ottobre 2011 a Genova vi è stato un suicidio a Marassi (non ancora avvenuto alla data della visita di cui sopra), uno ai domiciliari, uno alla casa circondariale di Pontedecimo ("unico carcere femminile di tutta la Liguria, ma ospita anche detenuti maschi, grosso modo nella stessa proporzione", così su Antigone) e uno in una non meglio specificata casa circondariale di "Genova".

Sempre per rimanere in Liguria, l'Osservatorio Antigone pare aver visitato recentemente (non posso fornire data precisa, ma vedo che è nell'elenco di ultime visite) la casa circondariale di Sanremo, riguardo alla quale scrive:

È il carcere più vicino alla frontiera con la Francia. Inaugurato il 9 novembre 1996, dopo più di 10 anni di lavori di costruzione, è il carcere più capiente della Liguria, dopo Marassi, ed è stato considerato un carcere modello. Attualmente il sovraffollamento crea mancanza di disponibilità dei kit ministeriali per i detenuti (lenzuola, coperte, materiali igienici, ecc.).
Al momento della visita i detenuti erano poco più di 300, contro una capienza regolamentare di 209 posti.
EVENTI CRITICI
Non vengono segnalati particolari eventi critici da parte del personale intervistato. Si sono verificati qualche sciopero della fame, tentativi di suicidio e autolesionismo definiti dal personale “a scopo dimostrativo”. Ma sia l’autolesionismo che la violenza è diminuita da quando il Direttore ha proibito il vino. 

Dal foglio dati rilevo però che la dichiarazione sopra è piuttosto "ottimista". A Sanremo vi è stata una morte da accertare il 26/12/2010 e una il 14/02/2011 (oltre a un suicidio nel 2002, una morte per malattia a fine 2008 e un'altra a metà 2010).

La morte di Santo Stefano dello scorso anno aveva fatto un po' di rumore, in quanto caso "mediaticamente appetibile". Si era infatti subito appreso che il defunto Ferdinando Paniccia era:

  • Invalido al 100%, affetto da ritardo mentale, epilettico e semiparalizzato, 186kg di peso, morto nella cella del carcere di Sanremo dove era detenuto.
  • Detenuto per reati di droga. Fine pena previsto: 31 Dicembre 2011.
  • Entrato in carcere per la prima volta a 19 anni, per il furto di 3 palloni di cuoio in una palestra; da allora era stato più volte arrestato per piccoli reati "di cui, probabilmente - secondo l'associazione Ristretti Orizzonti - non era nemmeno consapevole, poiché la sua capacità di comprensione era quella di un bambino di tre anni". Già all'epoca del suo primo arresto era completamente invalido, incapace di muovere le mani, di parlare correttamente e di controllare gli stimoli fisiologici, necessitando di assistenza continua da parte dell'ASL.
Paniccia era uno dei 500 disabili gravi nelle carceri italiane. Inoltre voglio specificare che la morte di malattia di metà 2010 sopra ricordata è presumibilmente dovuta a una caduta dal terzo livello del letto a castello.
 
Riguardo al carcere di Sanremo, Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dichiarava a fine Dicembre 2010: "A Sanremo mancano ben 85 agenti di Polizia Penitenziaria mentre i detenuti sono costantemente oltre la capienza regolamentare: 370/380 i presenti (il 60% dei quali stranieri) a fronte di 209 posti letto." Incrociando i dati di Martinelli e Antigone vediamo che i detenuti sono tra il 50% e il 75% in più di quelli previsti.
 
Se ci spostiamo di qualche chilometro e andiamo a Imperia (di nuovo visitato recentemente da Antigone) troviamo "un piccolo carcere normalmente sovraffollato e con scarsità di personale. In anni recenti si è caratterizzato per alcune evasioni e tentativi di suicidio (una ventina). Due suicidi si sono verificati negli ultimi due anni (2008 e 2009). Molti immigrati arrestati per reati connessi con l’emigrazione clandestina e in transito verso la Francia." I dati di Ristretti Orizzonti sono in parziale disaccordo, indicando un suicidio nel 2006, un altro nel 2009 e una morte da accertare nel 2008, e confermano però un quadro terribile.
 
E intanto, nel "pre-carcere", siamo al solito morto che c'è scappato con Cristian De Cupis, 36 anni (come vedete anche lui in media con l'età), che ai medici del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santo Spirito di Roma ha dichiarato: "Mi hanno pestato mentre mi arrestavano: sono stati i poliziotti alla stazione Termini..." (Corriere).
 
E mentre il garante dei detenuti del Lazio avanza l'ipotesi di un "nuovo caso Cucchi", i lettori dei grandi quotidiani si chiedono preoccupati: "ma di nuovo? se ne era appena usciti!", e dopo aver letto pure dell'ennesima morte in carcere o suicidio, stufi di tanta demagogia chiedono l'ennesimo bel servizio su Breivik nel fantomatico "carcere hotel superlusso a 5 stelle con sauna" norvegese, grazie al quale tirare su il morale e scatenare la cattiva coscienza. Come se infine una civiltà non si giudicasse dal modo in cui tratta coloro che sono sottoposti al suo controllo e privati di libertà.

Come se noi non sapessimo queste cose da più di 200 anni, dai tempi del nostro illuminismo.
 
Come se non fosse vero quello che scriveva ieri lo sconsolato Mazzetta: "Altri due suicidi in carcere, si continuerà così perché è una crisi che non interessa a nessuno".
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