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 Home page > Tribuna Libera > Diventando renziani. Con distinguo e moniti vari

Diventando renziani. Con distinguo e moniti vari

[Variazione su Michele Serra, Amaca del 27/10/13.]

Il fatto che stiano diventando quasi tutti renziani non è un buon motivo per votarlo. Ma non è neanche un buon motivo per non votarlo. Tanto va la gatta alla Lepolda che ci lascia lo zampino non vuol dire: c'è sempre lo zampino del diavolo, che fa le pentole ma non i coperchi, e chi rompe le paga però i cocci sono suoi. Se tutti salgono sul carro del vincitore e però devono scendere a tirarlo, non vuol dire: ma perché non si mettono quattro buoi dei paesi tuoi davanti a 'sto carro? O ancora meglio non "si potrebbe andare tutti quanti" (Jannacci-Jannacci) in treno? So bene che la Leopolda non è più una stazione ferroviaria, ma se rosso di sera bel tempo si spera non vuol dire... insomma avete capito.

Sulla candidatura di Renzi incombe un greve ricatto tattico, che lo vuole vincente e perciò stesso da votare. È un rovesciamento della logica originaria dell'uovo e della gallina, che vorrebbe che prima venisse l'uno o almeno l'altra o pure tutti e due, basta che vi mettiate d'accordo. Il ricatto non è imputabile a Renzi: è la politica italiana che, avendo perduto il vigore delle idee, campa quasi soltanto di pensierini e pensieroni (spesso Fallaci, ma questo è un altro problema). Prima di chiedersi "chi vincerà", bisognerebbe chiedersi "chi ha ragione" e soprattutto "la danno in chiaro", esercizio non solo di moralità politica, ma di igiene mentale (d'accordo, io c'ho SkyCalcio, ma insomma avete capito).

Conviene non solo a Civati, Cuperlo e Pittella (questo proprio non me lo ricordo mai, mannaggia!); conviene allo stesso Renzi, che altrimenti rischia di passare per quello che è sceso in campo solo perché “vincente”. Che non si capisce perché sia un cattivo motivo per scendere in campo, fino a quando non vi dico (è una mia opinione, quindi un fatto) che ciò non è abbastanza per una platea politica sfinita ma pur sempre esigente (avete notato la finezza del "ma pur sempre" che vi contraddice la contraddizione?) come è quella di sinistra. Se Renzi vuole (per venire alle cose davvero importanti, che io sono io e voi non... insomma avete capito) il mio voto, si liberi della maschera di vincente e parli di più di politica.

Tipo come qui, che non vuol dire che tutti quelli che parlano di politica hanno perduto il vigore delle idee... ma insomma avete capito.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.205) 1 novembre 2013 19:27

    Nuovismo >

    Un anno fa Renzi voleva “rottamare” la classe politica del PD perché c’erano “rami secchi che ammazzano l’albero”.
    Parlando di lavoro si ispirava alla “flexicurity” teorizzata da P.Ichino. Su occupazione femminile ed asili ripeteva le proposte approvate dall’Assemblea Nazionale del PD.

    Ora Renzi vuole andare “oltre” e “cambiare verso” con una rivoluzione “radicale e capillare”. Si, ma non troppo.
    Difatti.
    Quelle della Leopolda ricalcano una parte delle proposte contenute negli 8 punti fissati da Bersani già 8 mesi fa. Per sapere la sua proposta di riforma della Giustizia bisognerà aspettare la prossima Leopolda.

    Oggi preme cambiare la Legge elettorale per non vedere più le “larghe intese”. Peccato che per avere il suo “Sindaco d’Italia” oltre la Legge elettorale bisognerebbe riscrivere alcuni articoli del Titolo III° della Costituzione.
    Non è con questo “nuovismo” che si traccia il Ritorno alla meta

  • Di (---.---.---.199) 4 novembre 2013 17:39

    Renzi (condannato per danno erariale quand’era in provincia) NON ha un programma e ciò che dice spesso è incomprensibile o fortemente contraddittorio, però gode di enormi spazi mediatici che i suoi concorrenti non hanno.... a questo si aggiunge la vergognosa storia dei tesseramenti di massa:
    si può ancora definire democratico un partito così?

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