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Sono gli italiani che lo chiedono

Sono gli italiani che lo chiedono, e anche se non sanno cosa stanno chiedendo di certo prima o poi sapranno cosa hanno chiesto.

Sono stati gli italiani a chiedere a gran voce l’Italicum, l’alleanza con Berlusconi, l’annientamento delle istituzioni e di non andare al voto con una legge proporzionale che fa paura a tutte forze politiche dopo la sentenza della Corte Costituzionale.

Sì, a prima vista può sembrare gli italiani chiedessero maggiore equità e lavoro, una politica meno cialtrona e retorica, ma era solo apparenza. Non facciamoci ingannare dai giudizi superficiali. Gli italiani sono come bambini, non sanno neanche loro cosa vogliono e sta ad altri capire cosa realmente chiedendo.

In realtà volevano una camera delle autonomie al posto del Senato, è evidente che è stata un’idea loro. Certo, è stata una richiesta inconscia e sotterranea, un grido sordo ma potente, una preghiera sepolta tra le lamentele e genialmente colta da un pupazzo logorroico tra le righe sottili delle loro difficoltà. Non prendiamoci in giro, la politica del fare ci ha visto lungo, questo era il più recondito desiderio di tutta la nazione.

Gli italiani lo chiedono e se anche non l’hanno chiesto, c’è da scommettere che prima o poi scopriranno di averlo chiesto senza essersene resi conto.

Gli italiani vogliono soluzioni di Marketing e puerile propaganda, chi non li vuole? Questo è il futuro, tutti vogliono una politica creativa in puro stile simil-marchionne.

Donne manager pubbliche anche se vecchie conoscenze d’apparato, amiche ed amici in questo o quel consiglio di amministrazione, sobrie “ragazze immagine” della politica da esibire in nome della parità di genere alle elezioni europee.

Mai tanta discriminazione così ben camuffata. Donne come accondiscesi, e – ahiloro – per nulla incoscienti, simboli di una politica senza contenuti, utilizzate come scudi e vessilli di un’impotenza intellettuale oramai dilagante che può solo ricorrere alla più tracotante ostentazione per simulare un minimo di efficacia.

Nulla di che, solo la doppia negazione del maschilismo che porta ad una sua più incisiva affermazione attraverso la stopposa, irritante e ripetitiva autocelebrazione per le scelte compiute.

Gli italiani lo chiedono, sono stati loro a chiedere questo ed altro, e ancora chiedono, e possiamo star certi chiederanno fin quando servirà.

I loro figli ancora pretendono un futuro con 125 auto blu in meno, una politica del lavoro che non produce nuovi posti ma che certosinamente, quanto vanamente, disquisisce sulle modalità contrattuali.

Così le aziende, che comunque non vorranno né potranno assumere – perché è il lavoro stesso a scarseggiare non certo la sua concertazione fin troppo barocca – almeno sapranno come dovrebbero assumere se esistesse un vero mercato del lavoro.

In effetti è un passo avanti. Questo certo non creerà nuove assunzioni (se una cosa non c’è, non c’è… c’è poco da fare) ma di certo servirà a dare l’illusione che qualcuno si dà da fare per gli italiani, che c’è chi, finalmente, si preoccupa per il loro presente e per il futuro dei loro figli.

Certo, verranno meno tutte le garanzie acquisite in sessant’anni, ma che sarà mai? Un niente ben impacchettato è sempre meglio del niente assoluto! C’è sempre un fiocco gratis! 

“Abbiamo dato una lezione ai gufi e ai rosiconi”, dichiara soddisfatto l’enfant “boule de neige, dando così definitiva dimostrazione di maturità e competenza, di umiltà e di alacre spirito di sacrificio.

Non abbiamo un Presidente del Consiglio ma un bambino che ha il giocattolo più bello, la stanzetta dei giochi più attrezzata e che vince sempre a campana! Cosa vogliono di più gli italiani? Non era questo che chiedevano a gran voce?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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