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Solidarietà per Nello Trocchia

In un’ intercettazione ambientalerisalente al 10 giugno tra un noto boss in carcere e suo fratello si parla del giornalista e blogger Nello Trocchia: “A quel giornalista gli devo spaccare il cranio e dopo mi faccio arrestare”, dichiara il fratello del Boss, e continua “Sappiamo dove sta”.

Dopo queste intercettazioni, in cui emergono esplicite minacce, “Il Fatto Quotidiano”, con il quale Trocchia collabora, e l’arma dei carabinieri si sono prontamente attivati nell’inviare un’informativa riservata alla Procura Antimafia per garantire protezione al giornalista, ma a distanza di un mese il dispositivo di sicurezza non è stato ancora attivato; anzi, sembra addirittura che l’informativa, regolarmente ricevuta dalla procura, si sia persa:

Da quanto si apprende la procura, a distanza di qualche giorno, avrebbe effettivamente inviato alla Procura generale il fascicolo ma da lì in poi ne sono perse le tracce (fonte Giornalettismo).

A tutt’oggi Trocchia è dunque esposto alle minacce intercettate e nessuna misura di tutela può garantirgli protezione.

A stupirsi di questa grave situazione è la stessa redazione del Il Fatto, la quale ha dichiarato che in casi genere la procura antimafia e le forze dell’ordine rispondono celermente:

“La procedura volta a garantire un’azione di tutela è ben collaudata e solitamente tempestiva. I suoi passaggi sono attentamente codificati: la procura invia la nota degli investigatori alla procura generale, che a sua volta invia la documentazione in Prefettura. A questo punto il prefetto dovrebbe convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza, l’organo, cioè, che decide eventuali misure da adottare per la tutela della persona “esposta a rischio”. Ma qualcosa, evidentemente, non ha funzionato. Sono passati quasi trenta giorni e nulla si è mosso.”

Per Trocchia, insieme al Fatto Quotidiano, si sono mobilitate tutte le testate per cui collabora, tra le quali l’EspressoIl Manifesto e La7, ma sarebbe auspicabile che il caso acquisti risonanza ben più ampia affinché sia possibile garantire il prima possibile l’adeguata protezione al giornalista, come scrivono Stefano Corradino Giuseppe Giulietti direttore e portavoce di Articolo 21:

"Nello Trocchia ha già annunciato che continuerà nelle sue inchieste, senza farsi intimidire. Proprio per questo è necessario che le Autorità intervengano subito ed in modo adeguato e che tutti i media riprendano ed amplifichino le denunce di Nello Trocchia, unico modo per esprimere una operosa solidarietà e per “illuminare” a giorno le oscurità tanto care ai professionisti del crimine”. 

Del caso si sono interessati, con un messaggio di solidarietà, anche i parlamentari del Movimento 5 stelle, in cui viene esplicitamente chiesto che “vengano subito attivate tutte le misure volte a garantire l’incolumità del giornalista […]”. 

Anche Postik, nel suo piccolo, esprime piena solidarietà a Nello Trocchia e chiede alle autorità competenti di garantirgli il prima possibile le adeguate misure di protezione.

Nello Trocchia, nolano, giornalista e blogger di cronaca giudiziaria, in tutte le sue attività è sempre stato in prima linea nella lotta alle mafie. Oltre alle numerose collaborazioni giornalistiche, televisive e radiofoniche ha al suo attivo varie pubblicazioni: La Peste, con Tommaso Sodano, sulla questione rifiuti e mafie nella regione Campania, e Roma come Napoli, con Ylenia Sini e Manuele Bonaccorsi, dove si evidenziano i rapporti tra la criminalità e la gestione dei rifiuti nella regione Lazio. Ha scritto inoltre“Federalismo Criminale” (Menzione speciale Premio Giancarlo Siani) la prima inchiesta in Italia sui comuni sciolti per infiltrazione mafiosa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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