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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Sallusti e Cicchitto: lite in diretta a Ballarò - VIDEO

Sallusti e Cicchitto: lite in diretta a Ballarò - VIDEO

Alessandro Sallusti e Fabrizio Cicchitto non si sono di certo trattenuti ieri sera, durante la terza puntata di Ballarò dedicata quasi esclusivamente alla scissione interna al Pdl e al voto di fiducia che oggi Letta chiederà al Parlamento.

Sallusti ironizza sulle parole di Cicchitto "Vedo che lei la sta pensando come Scilipoti". Risponde Cicchitto: "Non accetto queste provocazioni"

La lite era nell'aria e tutto è iniziato quando Sallusti ha annunciato: “Ho ricevuto una telefonata, mi hanno appena comunicato che Berlusconi ha deciso di votare la sfiducia al governo”. Poi il direttore de Il Giornale continua: “Chi nel Pdl voterà la fiducia a Letta è un traditore, un vigliacco”. La scintilla è scattata, Cicchitto infuriato ribatte: “Io non cambio idea. Vigliacco ci sarai tu”.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.163) 2 ottobre 2013 20:01

    Controluce >

    In molti s’interrogano sul filo conduttore delle mosse di Berlusconi.
    Da settimane il Cavaliere ha un solo pensiero fisso.
    Salvare, ad ogni costo ed in ogni modo, la sua ventennale carriera e la reputazione di leader politico di successo.

    Cosa può fare?
    Deve poter continuare a professarsi “vittima” di una ingiustificata e proditoria “persecuzione” giudiziaria opera di un “contropotere politicizzato”.
    Deve poi riuscire ad imputare al PD la volontà di “violare” perfino la Costituzione pur di “espungere” un avversario politico ed assecondare così una base elettorale “nutrita nell’odio”.
    Viceversa.
    Chiedere (o far chiedere) la grazia non risolverebbe i suoi problemi. Napolitano non potrebbe ripetere tale atto di clemenza nel caso di possibili future condanne per i processi tuttora pendenti.
    E l’idea di dimettersi gli suona come una mezza ammissione di colpa.

    Resta una sola chance.
    Berlusconi sa molto bene che la sua “credibilità” verrebbe irrimediabilmente compromessa ove fosse dichiarato “decaduto” da Senatore prima che Corte d’Appello e Cassazione abbiano sancito la sua “interdizione” dai pubblici uffici.
    Un dato è certo. In caso di eventuale “espulsione” Berlusconi non potrebbe controbattere negando che la maggioranza dei Senatori eletti rappresentino quella “sovranità” popolare a cui lui spesso si appella.
    Ecco l’ultima trincea.
    Ritardare il più possibile l’appuntamento con l’Aula del Senato.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore o limiti fino a …

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