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Rugby: niente controlli ematici per il Sei Nazioni

Sabato 7 Febbraio 2009 inizia la più antica ed importante manifestazione rugbistica: il Sei Nazioni.

Per la squadra italiana questo torneo è pieno di importanti aspettative, innanzitutto perchè è il decimo anniversario dalla prima partecipazione e poi per vedere se finalmente il lavoro effettuato dal ct Mallet ha portato i suoi frutti.

Il sei nazioni in questi dieci anni di partecipazione dell’Italia è cambiato moltissimo, dalle regole di gioco, alle squadre, dalla partecipazione di pubblico, all’organizzazione. Una cosa però non è cambiata: i controlli antidoping.

E’ proprio di ieri la notizia che il comitato che sovrintende il torneo delle Sei Nazioni ha valutato "non utile" l’introduzione di controlli ematici, facendo così marcia indietro rispetto alle promesse fatte un anno fa.

La spiegazione ufficiale è stata che “durante l’ultima Coppa del Mondo nel 2007 questo tipo di controlli non ha portato a casi di positività”.

Almeno in questo quindi, il rugby, è sulla stessa linea del calcio: no ai controlli ematici per gli atleti.



Per diritto di cronaca dobbiamo dire che in altri sport, come ad esempio il ciclismo, questi controlli hanno portato a più di quaranta casi di positività nel solo 2008.

Naturalmente ogni sport è diverso e non si può generalizzare, ma di sicuro quando si demonizzano sport come il ciclismo bisogna sempre avere in mente che è anche uno dei pochi che sta tentando di abbattere questa piaga in maniera dura, anche a discapito della propria popolarità.

Il rugby è uno sport di sani principi, il cui regna il fair play dentro e sopratutto fuori dal campo. Fair play però significa anche non imbrogliare. La decisione di non effettuare controlli ematici però non può fornirci la sicurezza di onestà.

Ci fidiamo delle parole del comitato che sovraintende il torneo delle Sei Nazioni, sperando che i grandi valori che questo sport trasmette non siano solamente delle grosse menzogne, come purtroppo spesso accade in altre discipline.
Il rugby sembra un’isola felice in un mondo sporcato dal denaro e dal business, speriamo resti tale.

Buon Sei Nazioni e ci vediamo tutti al Terzo tempo per una (?!) birra!

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