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 Home page > Attualità > Politica > Intervista di Dell’Utri al Corriere e la storia di FI

Intervista di Dell’Utri al Corriere e la storia di FI

“Se li ricorda tutti, uno per uno, quelli che «fecero l’impresa”.

Inizia così un articolo sul Corriere della sera di Giovedì 24 Marzo. L’impresa fu mettere assieme molte persone in poco tempo al fine di creare dal nulla un partito politico che segnerà la storia degli ultimi 15 anni d’Italia. L’artefice di ciò fu Marcello Dell’Utri e l’articolo prosegue come se fosse un suo monologo.

Parlo di monologo e non intervista poiché quest’ultima comporterebbe delle domande che purtroppo la giornalista non ha fatto, e di quesiti da porre a Dell’Utri ce ne sarebbero molti.

Quest’articolo narra la vicenda della fondazione di Forza Italia.

La storia inizia nel ’93, quando Silvio Berlusconi riferisce al suo primo segretario: “Marcello, non c’è altra soluzione: dobbiamo fare un partito noi”.

Già da questa prima affermazione sarebbe da chiedere all’ex dirigente Publitalia (società per la raccolta pubblicitaria della Finivest, fondata nel ’79 da Berlusconi ed affidata a Dell’Utri nell’82 dopo che lo stesso pochi anni prima aveva mandato in bancarotta fraudolenta la Bresciano Costruzioni) il perchè non avessero altra soluzione, se è stato solo un modo di dire, oppure correvano realmente qualche rischio che solo con l’entrata in politica poteva essere superato.

In pochi mesi, quindi, misero in piedi un partito ed arruolarono persone che, interpellate, “cadevano dalle nuvole” e non sapevano a cosa dovevano candidarsi. Il partito di Forza Italia, come possiamo notare, non è nato con dei progetti politici estremamente chiari al suo interno, ma di sicuro era mediaticamente fortissimo, e ciò grazie in particolare al suo leader.

Già dai primi tempi della sua carriera politica Berlusconi si affidò moltissimo ai sondaggi ed ai numeri. Il suo sondaggista di fiducia era Gianni Pilo, il quale è stato anche deputato di FI per due legislature.

Dell’Utri stesso, però, ha ammesso che non ha “mai saputo se quei sondaggi fossero veri, ma funzionavano...”

Come possiamo notare pressochè ogniqualvolta parla il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Bonaiuti, la mania dei numeri non gli è mai passata, ed ancora oggi il Cavaliere è molto legato ai sondaggi.

La personale storia di Dell’Utri con Forza Italia prosegue fino ad arrivare al 1996, in cui l’ex dirigente di Publitalia, si candida e, per sua stessa ammissione, alla domanda “lei è un deputato?”, lui risponde: “Veramente sarei imputato!”.

E come dargli torto. Nel ’96, infatti, mentre diventa deputato in Parlamento, è anche imputato a Torino per false fatture e frode fiscale, in seguito venne condannato in primo grado a 3 anni, che in appello diventano 3 anni e 2 mesi e in Cassazione, grazie al patteggiamento, 2 anni e 3 mesi definitivi. Ma questo non fu l’unico procedimento giudiziario a carico di Marcello Dell’Utri.

Anche in questo caso ci può venire in aiuto wikipedia:

False fatture e frode fiscale

Ha patteggiato la pena di due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale (nell’ambito della gestione di Publitalia ’80) a Torino.

Tentata estorsione
È stato condannato in primo grado a Milano a due anni di reclusione per tentata estorsione ai danni di Vincenzo Garraffa (imprenditore trapanese), con la complicità del boss Vincenzo Virga (trapanese anche lui). Il 15 maggio 2007 la terza corte d’appello di Milano conferma la condanna a due anni.


 «(...). È significativo che Dell’Utri, anziché astenersi dal trattare con la mafia (come la sua autonomia decisionale dal proprietario ed il suo livello culturale avrebbero potuto consentirgli, sempre nell’indimostrata ipotesi che fosse stato lo stesso Berlusconi a chiederglielo), ha scelto, nella piena consapevolezza di tutte le possibili conseguenze, di mediare tra gli interessi di Cosa nostra e gli interessi imprenditoriali di Berlusconi (un industriale, come si è visto, disposto a pagare pur di stare tranquillo)»

Il 10 aprile 2008 il PG della Cassazione ha chiesto l’annullamento, con rinvio, della condanna a 2 anni inflitta al parlamentare Marcello Dell’Utri, ritenendo "inutilizzabili" alcune dichiarazioni accusatorie. La Corte di Cassazione, II sezione penale, accoglie la richiesta, annullando la sentenza di appello con rinvio ad altra sezione.

Concorso esterno in associazione mafiosa
Le indagini iniziano nel 1994 con le prime rivelazioni che confluiscono nel fascicolo 6031/94 della Procura di Palermo.

Il 9 maggio 1997 il gip di Palermo rinvia a giudizio Dell’Utri, e il processo inizia il 5 novembre dello stesso anno.

In data 11 dicembre 2004, il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il senatore è stato anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni (per un totale di 70.000 euro) alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo.

Nel testo che motiva la sentenza si legge:
 «La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici»
 
Calunnia pluriaggravata
Imputato a Palermo per calunnia aggravata ai danni di alcuni pentiti, è stato successivamente assolto dopo che in primo grado era stato condannato a 9 anni. Secondo l’accusa avrebbe organizzato un complotto con dei falsi pentiti per screditare dei veri pentiti che accusavano lui ed altri imputati. Per questa accusa, il gip di Palermo dispose l’arresto (per un’azione, come giudicò poi il tribunale d’appello in via definitiva, mai avvenuta) di Dell’Utri nel 1999, ma il Parlamento lo bloccò.
Il giudici della quinta sezione di Palermo hanno assolto Marcello Dell’Utri, «per non avere commesso il fatto» in base all’art. 530, secondo comma del codice di procedura penale, dall’accusa di calunnia aggravata, era stato accusato di aver organizzato una combine con alcuni pentiti, per screditare tre collaboratori di giustizia che lo accusavano nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa.

La Procura aveva chiesto una condanna di 7 anni.

Marcello Dell’Utri ha inoltre avuto un “simpatico” lapsus freudiano sulla sua vicenda giudiziaria.

Durante l’intervista rilasciata a Moby Dick l’11 marzo 1999, infatti, ha affermato:
«Come disse giustamente Luciano Liggio, se esiste l’antimafia vorrà dire che esiste pure la mafia. Io non sto né con la mafia, né con l’antimafia. Almeno non con questa antimafia che complotta contro di me attraverso pentiti pilotati. »
Poi concluse il programma una gaffe finale, dicendo: «è chiaro che io, purtroppo, essendo mafioso... cioè, essendo siciliano...»

Successivamente, su La Repubblica del 4 novembre 2008 ha affermato che:«l’antimafia costa troppo per quello che produce»

Questa è la storia di un uomo e di un partito che, nel bene o nel male, ha cambiato la politica e la società italiana.

 “L’idea che Berlusconi ha in testa – come dice Dell’Utri al Corriere – è il bene del Paese, il prestigio dell’Italia nel mondo, questo è il suo obiettivo”.
E’ difficile però credere che si possa dare prestigio all’Italia continuando a considerare eroi persone come Vittorio Mangano.

Commenti all'articolo

  • Di franca (---.---.---.244) 27 marzo 2009 11:20

    Dicono che siamo in democrazia, ho i miei dubbi.
    Dalla sua "scesa in campo" è vero tutto è cambiato : IN PEGGIO
    Non ci sono più ideali, non c’è giustizia, non c’è libertà ...neanche di morire
    Non si può dare un voto, l’unico diritto che ancora ci resta, ad una persona del genere!
    Con questa legge elettorale LUI sceglie i suoi adepti e gli fa votare le leggi che vuole, che gli servono per andare avanti nella sua "personale" corsa al potere . Ha riempito il parlamento di vassalli che comanda come vuole, un favorino a te, uno all’altro, uno a ME.
    SVEGLIAMOCI...........

  • Di riccardo (---.---.---.151) 30 marzo 2009 12:16

    concordo con Franca,
    ci sono seri dubbi sulla onestà di Berlusconi e fatti che confermano la usa inclinazione a favorire soprattutto di pochi e di se stesso: accusato di Falso in Bilancio nel 2003 ma depenalizzato dal suo governo, contro le intercettazioni, a favore del nucleare che non si vuole più (es. in Germania o negli Usa), alleati ambigui come Lega, Mpa e Udc (alleato in comuni, provincie e regioni e opposizione al governo)

    il popolo della libertà dovrebbe essere più critico informandosi di più sul suo leader..

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