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Rating: i tagli a Spagna e banche italiane sono moral suasion

Proviamo a guardare al di là delle nubi dei rating

Francia: il suo rating AAA non è al momento in discussione. Moody’s ha avvisato ieri che entro tre mesi potrebbe rivedere l’outlook della Francia. L’outlook è una sorta di “avviso” sul rating: in pratica Moody’s ieri ha avvisato che potrebbe cambiare l’avviso. Siamo in piena acrobazia verbale.

Nel frattempo il rating sovrano spagnolo ha incassato da Moody’s nella notte una riduzione di due notch: da ‘AA2′ ad ‘A1′ – con un outlook negativo, a causa di

rischi di ulteriore escalation della crisi della zona euro. Madrid resta vulnerabile alle tensioni del mercato, e sul Paese hanno un riflesso negativo l’elevata necessità di raccolta e l’alto indebitamento delle imprese, in particolare nel settore bancario

In caso di aggravarsi della crisi in seno alla zona euro, Moody’s ritiene possibile un ulteriore taglio del rating spagnolo.

E a seguire arriva l’attesa revisione dei rating delle banche italiane, ricaduta del taglio rating dell’Italia: emblematicamente restano inalterati i rating di Intesa, Mediobanca ed Unicredit (travolta in serata da un sequestro preventivo di 250 milioni di euro per elusione fiscale) e vengono rivisti al ribasso invece quelli di molti istituti piccoli o medio-piccoli. Addirittura la Cassa di Risparmio di Teramo, la Cassa di Risparmio di Cento e la Banca di Bologna non sono più emittenti “investment grade” ma da oggi sono “speculative grade”. (Per chi non sapesse la differenza fra investment grade e speculative grade, si può cliccare qui).

Immagino che i portafogli di qualunque italiano medio siano pieni di obbligazioni emesse dalla Cassa di Risparmio di Cento…

Tutta questa frenetica attività, a mio avviso, altro non è se non una moral suasion all’accelerazione del processo di rafforzamento del EFSF. Geithner chiese all’ECOFIN ormai quasi un mese fa di mandarlo in leva e replicare gli interventi che gli USA hanno attuato nel 2008-2009. A rafforzare questa linea ci si è messo anche il FMI, nel quale la linea di David Lipton (vedi qui) sembra aver definitivamente prevalso.

La reazione odierna delle borse sembra avvalorare questa lettura.
Quindi per dirla con Rastani “Be prepared“.

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