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Obesità in età evolutiva

In Italia, i dati emersi dall’indagine Multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana. Anno 2010”, descrivono un aumento del sovrappeso e della obesità nella nostra penisola dal 2001 al 2010.

L’obesità è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un fenomeno di epidemia globale.

Nel 2008 1,5 miliardi di adulti erano in sovrappeso, di questi 200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne erano obesi.

Per quanto riguarda l’Italia, i dati emersi dall’indagine Multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana. Anno 2010”, descrivono un aumento del sovrappeso e della obesità nella nostra penisola dal 2001 al 2010. I casi di sovrappeso sono passati dal 33,9% al 35,6%, quelli di obesità dall’8,5% al 10,3%.

Negli ultimi anni a preoccupare maggiormente è la crescita dell’obesità in età evolutiva. Nel 2010 sono stati stimati circa 43 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso.

In Italia, secondo lo studio “OKkio alla salute”, collegato al progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Regione Europea “Childhood Obesity Surveillance Initiative”, nel 2010 il 23% dei bambini esaminati era in sovrappeso, l’11% risultavano obesi.

Un dato che non va sottovalutato è la presenza, in ragazzi tra gli 11 e i 15 anni di età con gradi estremi di obesità, di patologie prevalentemente in età adulta quali ipertensione, steatosi epatica, sindrome metabolica, insulino-resistenza.

Un bambino obeso ha un grande rischio di diventare un adulto obeso, specie se l’obesità è presente in uno o entrambi i genitori. Oltre alla componente genetica è da sottolineare l’effetto della cultura alimentare dei genitori che influenza gli aspetti qualitativi e quantitativi dei consumi alimentari dei figli. Un bambino può imitare i comportamenti alimentari genitoriali, osservandone il comportamento (modeling), ritenendoli giusti.

Tra i fattori ambientali che incidono sul manifestarsi dell’obesità in età evolutiva, oltre all’assunzione quantitativamente eccessiva e qualitativamente scorretta, un ruolo importante è svolto dall’adozione di uno stile di vita sedentario. I ragazzi che passano più di quattro ore davanti al televisore, che con i suoi messaggi pubblicitari induce i ragazzi ad assumere cibi “spazzatura”, il computer ed i videogiochi, hanno un peso corporeo maggiore rispetto ai coetanei che hanno una vita più attiva.

Un ulteriore fattore che contribuisce all’insorgenza dell’obesità in età evolutiva è l’utilizzo del cibo come mezzo per soddisfare i bisogni emozionali. Genitori che utilizzano il cibo per rispondere alle difficoltà comportamentali dei bambini possono interferire con un adeguato sviluppo delle normali abilità di riconoscimento degli stimoli fame/sazietà. Il rischio è che il ragazzo ricorrerà sempre più al cibo ogni volta che proverà sensazioni sgradevoli.

Per fronteggiare questo grave problema un ruolo essenziale lo hanno certamente i genitori, non sempre consapevoli del problema del figlio, ma soprattutto le Istituzioni attraverso programmi integrati che coinvolgano le scuole, gli operatori della salute e le famiglie. Una corretta educazione sullo stile di vita richiede investimenti economici che potrebbero però, a lungo termine, risultare molto inferiori rispetto all’attuale spesa sanitaria per l’obesità.

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